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sabato 28 dicembre 2013

Rifiuti: Sicilia lancia bandi, 3 discariche a Gela, Enna, Messina

La Regione siciliana lancia bandi di gara europei per tre nuove piattaforme integrate di smaltimento di rifiuti, da realizzare nei territori di Enna, Messina e Gela (Caltanissetta). Lo annunciato il presidente Rosario Crocetta e l'assessore all'Energia Nicolo' Marino, che in una nota danno notizia della pubblicazione dei bandi a opera del direttore del dipartimento Acque e rifiuti, Marco Lupo, nell'ambito della struttura commissariale per l'emergenza rifiuti. A Gela sono previsti l'ampliamento della discarica e la creazione di un impianto di bio stabilizzazione della frazione umida, in modo da renderla conforme alle direttive europee. Di tipologia analoga le discariche che sorgeranno a Enna e a Messina, dove sara' localizzato anche un impianto di smaltimento del percolato. La spesa preventivata e' di circa 30 milioni per Gela, e circa 20 ciascuna per Messina e per Enna. (AGI) . 
http://m.agi.it/palermo/notizie/201312271716-cro-rt10179-rifiuti_sicilia_lancia_bandi_3_discariche_a_gela_enna_messina#.Ur4JNKPSLJs

venerdì 27 dicembre 2013

La Cisl Sicilia boccia la riforma dei rifiuti: "Un fallimento. Ritorno a logiche mafiose"

 La Fit Cisl Sicilia boccia la riforma dei rifiuti. Un "flop" per il sindacato, "certificato da ciò che sta succedendo nella stragrande maggioranza dei comuni della Regione: lavoratori licenziati, come ad esempio i 180 del Coinres, altri in attesa continuamente del pagamento degli stipendi, frammentazione del sistema e il ritorno alle logiche 'mafiose' degli anni '80, con servizi 'consegnati a prenditori improvvisati', che riducono i costi fuori dalle logiche di mercato, con effetti dirompenti sia sulla salute pubblica che sull'incremento del lavoro nero''. Per il segretario generale della Fit Cisl Sicilia, Amedeo Benigno, e il segretario regionale Fit Cisl Ambiente, Dionisio Giordano, "gli Aro sono un fallimento, hanno creato già disoccupazione e confusione, finora sono soltanto 30 i progetti approvati per soli 60 comuni dell'Isola. Ci chiediamo, se i comuni non sono riusciti nel corso degli anni a pagare i servizi agli Ato, creando enormi buchi nel sistema - aggiungono -, come potrebbero essere in grado oggi di gestire direttamente da soli il servizio con gli Aro con puntualità e regolarità''. Così, denunciano i due leader sindacali, ''in molti comuni si sta procedendo licenziando i lavoratori e assegnando il servizio a ditte amiche". "Chiediamo un atto di chiarezza da parte del governo e un controllo sull'operato dei sindaci - concludono -. Si faccia presto a rischio ci sono i posti di lavoro del settore e la tenuta delle condizioni igienico-ambientali dei comuni dell'Isola''.
http://marsala.tp24.it/notizie-inchieste-eventi-a-marsala/la-cisl-sicilia-boccia-la-riforma-dei-rifiuti-un-fallimento-ritorno-a-logiche-mafiose/80043

mercoledì 25 dicembre 2013

Rifiuti, la Regione non rispetta le leggi? Interrogazione di Fabrizio Ferrandelli

Il deputato regionale chiede di sapere il perché delle violazioni di legge nelle gare d’appalto, della mancata adozione della valutazione ambientale strategica con il rischio di perdere i fondi Ue e della mancata attuazione (obbligatoria) del piano di gestionePALERMO – Perché la Regione siciliana ha adottato procedure in deroga con evidente discrezionalità nella scelta delle commissioni aggiudicatrici per la gara da 32 milioni di fondi Ue per i lavori nella discarica di Bellolampo a Palermo? E’ la domanda che pone il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli in una interrogazione al presidente della Regione Rosario Crocetta, di cui si chiede lo svolgimento con urgenza, presentata stamattina. Oggetto: bando di gara per la discarica di Bellolampo a Palermo. L’esponente del Partito democratico chiede inoltre di sapere «se è vero che la Regione continua a indire gare con procedure emergenziali attingendo da fondi Ue, senza alcuna procedura pubblica, e a ritardare l’adozione definitiva del piano con ciò inducendo il preciso e concreto modello dell’emergenza nell’emergenza». Alla base dell’interrogazione del deputato democratico l’interrogazione presentata nei giorni scorsi ai ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Giustizia dal senatore Lucio Barani del gruppo Gal. Una interrogazione, di cui potete leggere qui, che sollevava parecchi dubbi di legittimità sulle azioni del coommissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia: in pratica, secondo Barani, «la Regione siciliana starebbe violando precise procedure di legge in quanto la dichiarazione di emergenza, invocata e ottenuta dalla Regione siciliana in tema di gestione dei rifiuti – ricorda Ferrandelli nell’interrogazione – risulterebbe finalizzata a praticare procedure in deroga a disposizioni legislative ordinarie per gare d’appalto e per l’uso dei fondi dell’Unione europea, nonché a rinviare l’adozione del piano regionale dei rifiuti e i conseguenti obblighi previsti». Un piano, approvato con decreto del ministero dell’Ambiente l’11 luglio del 2012, che la Regione ha «l’onere di eseguire come previsto dall’articolo 2 del decreto legge 43/2013 convertito con modificazioni con la legge 71/2013».Le violazioni di legge sarebbero già avvenute, sostiene Barani, nei lavori della discarica di Bellolampo a Palermo dove «la relativa procedura del bando di gara, adottato con ordinanza 157 del 2013, grazie alle deroghe ottenute dalla Regione, consente di procedere all’aggiudicazione agli stessi uffici regionali emergenziali e non alle stazioni uniche appaltanti come, invece, previsto dalla legge regionale 12/2011» ricorda Ferrandelli.E c’è ancora un’aggravante nel comportamento dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia: la procedura di gara sarebbe avvenuta «nonostante la procedura Vas (valutazione ambientale strategica che è prevista a tutela della trasparenza e salute dei cittadini e prevede un’ampia partecipazione da parte della società) non sia stata ancora avviata né da parte della Regione né da parte del ministero dell’Ambiente» si legge nell’interrogazione. E ciò avrebbe gravi conseguenze pratiche visto che «la mancata adozione della Vas può rendere nulli, sul piano giuridico, i provvedimenti in attuazione del piano (autorizzazioni, investimenti pubblici, scelte degli enti locali e così via)». Ma soprattutto la mancata procedura Vas ha ripercussioni notevoli sul piano della legittimità della spesa dei fondi europei poiché «qualora, alla conclusione della Vas, l’autorità competente ritenga che gli impianti che producono rifiuti da portare a combustione non siano compatibili con la procedura Vas, l’uso dei fondi Ue costituirebbe una grave perdita per l’erario» con profili di responsabilità per chi ha operato e autorizzato. In pratica c’è il rischio che l’utilizzo dei fondi Ue per opere realizzate senza Vas non sia considerato ammissibile dall’Unione europea e che l’intera spesa debba dunque essere poi considerata a carico della Regione. Non solo: chi ha autorizzato il tutto dovrebbe rispondere degli atti “illegittimi” compiuti nel procedimento.
http://www.ilmattinodisicilia.it/rifiuti-la-regione-non-rispetta-le-leggi-interrogazione-di-fabrizio-ferrandelli/

Natale e fine anno con la crisinel 2014 a rischio 36 mila posti di lavoro

Le ultime vertenze aperte sono quelle di Ansaldo Breda e del colosso dei call center Almaviva che minaccia di abbandonare la Sicilia. Ecco quali sono, settore per settore, i posti di lavoro che rischiano di essere cancellatidi GERALDINE PEDROTTITRENTASEIMILA siciliani rischiano di perdere il lavoro da qui alla fine del prossimo anno. Ieri due nuove vertenze: il sit-in delle tute blu di Ansaldo Breda davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Carini e l'allarme sul possibile addio alla Sicilia del colosso dei call center Almaviva: Cgil, Cisl e Uil tracciano una stima shock sulle vertenze pronte a esplodere e sugli effetti della crisi. Crisi che colpisce tutti i settori: dall'edilizia all'industria, dalla formazione professionale ai rifiuti, fino a fiori all'occhiello come l'Etna Valley. "E ai 36 mila  -  dice Claudio Barone, leader della Uil  -  si potrebbero aggiungere i 20 mila precari degli enti locali, la cui salvezza è ancorata all'approvazione della Finanziaria e al superamento del patto di stabilità".EDILIZIA E INDUSTRIASono i settori più colpiti dalla crisi: da sola, l'edilizia dal 2008 a oggi ha lasciato sul terreno 50 mila posti di lavoro, e per l'anno prossimo i sindacati prevedono altri 20 mila licenziamenti. Non va meglio l'industria dove la vertenza più grande resta quella della Fiat di Termini Imerese: i 1.100 operai potrebbero essere licenziati già a metà aprile, se non sarà trovata una soluzione alternativa al Lingotto. Stessa sorte potrebbero subire a febbraio i 196 lavoratori della Keller, azienda di Carini in crisi da oltre vent'anni, i cui lavoratori hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Sempre a Carini rischiano il posto i 147 dellaAnsaldo-Breda, per i quali la società ha chiesto la cassa integrazione che potrebbe trasformarsi in licenziamento. E i 200 lavoratori della Italtel: la cassa integrazione scadrà nel 2014 e per loro l'azienda potrebbe chiedere l'esubero. E proprio oggi, vigilia di Natale, il governatore Crocetta si è recato ai cancelli della fabbrica ma i dirigenti non gli hanno consentito di varcare la porta d'accessoRIFIUTISecondo le stime della Cisl, in mille rischiano di perdere il posto nel caos della riforma regionale del sistema. "Negli ultimi giorni 283 lavoratori dell'Ato Palermo 1 e della Coinres  -  spiega Dionisio Giordano, della Cisl  -  hanno ricevuto lettere di licenziamento, perché  -  nell'attesa che si attui il passaggio dagli Ato alle Srr  -  i Comuni gestiscono il servizio in totale autonomia e assenza di regole, affidando la gestione a ditte private. E la situazione è destinata a peggiorare".FORMAZIONE PROFESSIONALE"In attesa della riforma  -  commenta Michele Pagliaro della Cgil Sicilia  -  gli enti di formazione hanno comunicato l'intenzione di ridurre il personale nel 2014. A rischio sono dai tremila ai quattromila addetti. La riforma non parte, non c'è una prospettiva chiara e gli enti tagliano".TRASPORTO PUBBLICO LOCALELa Cgil teme che il taglio del 10 per cento dei trasferimenti previsti nella Finanziaria regionale si traduca in una riduzione del personale. Per il trasporto su strada i sindacati ipotizzano la perdita di 600 posti di lavoro, mentre quello del comparto marittimo subirà un taglio di 200 dipendenti.CALL CENTERAlmaviva, colosso internazionale del settore, rischia di soccombere sotto i colpi dell'inerzia della Regione. Da oltre un anno l'azienda, presente a Palermo e a Catania con seimila dipendenti, chiede alla Regione una nuova sede. In cambio sarebbe disposta a trasferire la sede legale nell'Isola, pagando qui le tasse, e a creare un polo di Information technology. Ma da Palazzo d'Orleans tutto tace, e Almaviva minaccia di andare via.ELETTRONICA E FARMACEUTICAMeditano l'addio anche le multinazionali dell'Etna Valley. "La farmaceutica  -  dice Ferruccio Donato, della Cgil  -  rischia di subire duri colpi: la Pfizer, il colosso americano che a Catania dà lavoro a 700 persone, ha perso l'esclusiva sulla produzione di un farmaco che dal 2014 potrà essere prodotto ovunque nel mondo, il che ci fa temere per le ricadute sull'Isola. La microelettronica arranca e sono in 400 a rischiare il posto allaMicron, la multinazionale americana che minaccia di ridurre ilpersonale".COMMERCIO E TURISMOIn 134 potrebbero essere licenziati nei prossimi mesi da Acqua Marcia, la società che gestisce alberghi storici come Villa Igiea e l'Hotel delle Palme di Palermo, che potrebbe chiudere. E anche per il commercio si prospetta un altro anno duro. "Pensiamo ai 180 dipendenti Despar di Trapani, Palermo e Agrigento  -  commenta Mimma Calabrò, della Fisascat-Cisl  -  o agli 800 del gruppo Aligrup della Sicilia occidentale. Senza contare le centinaia di negozi che ogni mese chiudono i battenti. Non si può assistere inermi alla morte di interi settori produttivi".c
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/24/news/natale_e_fine_anno_con_la_crisi_nel_2014_a_rischio_36_mila_posti_di_lavoro-74404857/

Approvato dal consiglio comunale di Raffadali il piano Aro

Il piano, realizzato a costo zero per il Comune, perché predisposto, su incarico della giunta, dai tecnici dell'Ato Gesa Ag2,Redazione24 dicembre 2013 MunicipioUn altro importante passo per avviare autonomamente la nuova gestione sui rifiuti. Esprime soddisfazione il sindaco, Giacomo Di Benedetto, il quale annuncia: “Non appena sarà approvato dalla Regione, in particolare dal dipartimento acque e rifiuti, procederemo all’avvio delle operazioni di gara per l’affidamento del servizio”.Il piano, realizzato a costo zero per il Comune, perché predisposto, su incarico della giunta, dai tecnici dell’Ato Gesa Ag2, prevede: la copertura del servizio sull’intero territorio comunale, il mantenimento degli attuali organici di personale, la raccolta, stoccaggio e smaltimento degli ingombranti, il censimento e fornitura capillare a tutte le famiglie di appositi contenitori per la differenziata, la campagna di sensibilizzazione, informazione e formazione sulla raccolta differenziata, la raccolta differenziata porta a porta, l’eliminazione dei cassonetti per le vie, lo spazzamento manuale e meccanizzato sull’intero territorio urbano, il funzionamento del CCR (centro comunale di raccolta) e migliore servizio e tutela dell’ambiente.Sempre nel corso dell’ultima seduta del Consiglio, è stata deliberata, su proposta dell’amministrazione attiva, la  dismissione delle partecipazioni del Comune nel patto territoriale “Empedocle” in considerazione della sua inutilità, nella  società Voltano SPA, ritenuta non utile al fine del perseguimento dei fini istituzionali del comune di Raffadali. “Tale importante decisione  si aggiunge alle molteplici iniziative da me intraprese in precedenza – spiega il sindaco -  finalizzate a chiudere una società ritenuta inutile e fonte di sprechi. Occorre ricordare che ho già chiesto la convocazione di una seduta straordinaria dei soci del Voltano, con all’ordine del giorno lo scioglimento della società e la nomina dei liquidatori. Parallelamente avvieremo le procedure di fuoriuscita”.Altri punti approvati dal Consiglio comunale riguardano un debito fuori bilancio per rapporti contratti con un’impresa, senza alcuna copertura finanziaria, dalla passata amministrazione, e l’aggiornamento, con nuovi progetti, del programma triennale delle opere pubbliche.
http://m.raffadali.agrigentonotizie.it/piani-aro-rifiuti-comune-raffadali-24-dicembre-2013.html

RIFIUTI, RIVOLUZIONE IN VISTA: INIZIA LA CORSA ALLA DIFFERENZIATA RIFIUTI, RIVOLUZIONE IN VISTA: INIZIA LA CORSA ALLA DIFFERENZIATA

Il countdown sta per scadere. Tra le prime risposte del nuovo anno, ci sarà quella che riguarda la forte accelerazione che la Regione siciliana cerca di produrre in materia di smaltimento di rifiuti. Ma se tra sigle e vecchie società d’ambito, c’è ancora da fare chiarezza, gli Ato diventano Aro, ed erediteranno i rapporti con le discariche e le piattaforme di conferimento ambiti di raccolta ottimali. Un’importante scadenza sta per avvicinarsi.Chi gestisce discariche, sarà chiamato infatti a realizzare impianti di pretrattamento al fine di aumentare il volume della raccolta differenziata e del recupero di materiali riciclabili. Lo prevede una circolare della Regione siciliana. Il termine entro il quale i gestori possono chiedere l’autorizzazione a realizzare gli impianti di pretrattamento, è in avvicinamento, il 31 dicembre prossimo.L’obiettivo, più che un auspicio, fissato dalla legge è quello di raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata ed il 50% di materiale riciclabile. È contenuto nelle prossime gare bandite dai Comuni, l’obbligo di prevedere regole che aumentino esponenzialmente la raccolta differenziata.Intanto, un secondo momento che concerne la raccolta porta a porta, che si aggiunge al precedente avviato negli anni scorsi, riguarderà le zone Centro Storico, Brancaccio, Politeama, Borgo Vecchio e Strasburgo. L’iniziativa coinvolgerà oltre centomila residenti. L’impegno economico sarà di 12 milioni, fondi stanziati dal ministero dell’Ambiente in accordo con la Regione.Il servizio sarà avviato dal prossimo febbraio con la distribuzione del kit e la fase di start up. A marzo l’attivazione su un campione di 10 mila abitanti. Si procederà per step successivi di 10 mila e 20 mila abitanti fino ad arrivare a regime, nell’arco di un anno.

Il countdown sta per scadere. Tra le prime risposte del nuovo anno, ci sarà quella che riguarda la forte accelerazione che la Regione siciliana cerca di produrre in materia di smaltimento di rifiuti. Ma se tra sigle e vecchie società d’ambito, c’è ancora da fare chiarezza, gli Ato diventano Aro, ed erediteranno i rapporti con le discariche e le piattaforme di conferimento ambiti di raccolta ottimali. Un’importante scadenza sta per avvicinarsi.Chi gestisce discariche, sarà chiamato infatti a realizzare impianti di pretrattamento al fine di aumentare il volume della raccolta differenziata e del recupero di materiali riciclabili. Lo prevede una circolare della Regione siciliana. Il termine entro il quale i gestori possono chiedere l’autorizzazione a realizzare gli impianti di pretrattamento, è in avvicinamento, il 31 dicembre prossimo.L’obiettivo, più che un auspicio, fissato dalla legge è quello di raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata ed il 50% di materiale riciclabile. È contenuto nelle prossime gare bandite dai Comuni, l’obbligo di prevedere regole che aumentino esponenzialmente la raccolta differenziata.Intanto, un secondo momento che concerne la raccolta porta a porta, che si aggiunge al precedente avviato negli anni scorsi, riguarderà le zone Centro Storico, Brancaccio, Politeama, Borgo Vecchio e Strasburgo. L’iniziativa coinvolgerà oltre centomila residenti. L’impegno economico sarà di 12 milioni, fondi stanziati dal ministero dell’Ambiente in accordo con la Regione.Il servizio sarà avviato dal prossimo febbraio con la distribuzione del kit e la fase di start up. A marzo l’attivazione su un campione di 10 mila abitanti. Si procederà per step successivi di 10 mila e 20 mila abitanti fino ad arrivare a regime, nell’arco di un anno.
http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/65220/rifiuti-rivoluzione-in-vista-inizia-la-corsa-alla-differenziata

lunedì 23 dicembre 2013

Sicilia, Rifiuti: “Riforma flop, governo faccia chiarezza

“Il flop del governo regionale sulla riorganizzazione del servizio di gestione della raccolta rifiuti nell’Isola è ormai certificato da ciò che sta succedendo nella stragrande maggioranza dei comuni della Regione: lavoratori licenziati come ad esempio i 180 del Coinres, altri in attesa continuamente del pagamento degli stipendi, frammentazione del sistema e il ritorno alle logiche ‘mafiose’ degli anni ’80 con servizi ‘consegnati a prenditori improvvisati’ che riducono i costi fuori dalle logiche di mercato, con effetti dirompenti sia sulla salute pubblica che sull’incremento del lavoro nero”.Cosi la Fit Cisl Sicilia per voce del Segretario generale Amedeo Benigno e del Segretario regionale Fit Cisl AmbienteDionisio Giordano, interviene sulla vertenza rifiuti denunciando “Avere annunciato e poi certificato il ritorno ai comuni del servizio di Igiene ambientale, senza avere conseguenzialmente imposto ai primi cittadini il rispetto delle linee guida del passaggio dal vecchio al nuovo sistema, dagli Ato alle Srr e agli Aro, è responsabilità politica di questo governo. Gli Aro sono un fallimento, hanno creato già disoccupazione e confusione, finora sono soltanto 30 i progetti approvati per soli 60 comuni dell’Isola”.“Ci chiediamo, se i comuni non sono riusciti nel corso degli anni a pagare i servizi agli Ato, creando enormi buchi nel sistema, come potrebbero essere in grado oggi di gestire direttamente da soli il servizio con gli Aro con puntualità e regolarità”.Benigno e Giordano aggiungono “piuttosto in molti comuni si sta procedendo licenziando i lavoratori e assegnando il servizio a ditte amiche. Un fallimento che certifica l’assenza di una governance, che ha avuto solo l’esigenza di far si che la Regione si svincolasse economicamente da un sistema che certamente ha creato un buco economico non indifferente, richiedendo una riorganizzazione, ma che almeno sul piano della legalità, ha consentito ai lavoratori di essere regolarizzati e alle imprese di gestire servizi su logiche almeno provinciali e non da condominio”.Benigno e Giordano concludono “con questa confusione sui passaggi agli Aro, il governo si assume la responsabilità dei licenziamenti dei lavoratori del settore. Chiediamo un atto di chiarezza da parte del governo e un controllo sull’operato dei sindaci, si faccia presto a rischio ci sono i posti di lavoro del settore e la tenuta delle condizioni igienico-ambientali dei comuni dell’Isola”.
http://www.ilmoderatore.it/2013/12/23/sicilia-rifiuti-riforma-flop-governo-faccia-chiarezza-50843/

venerdì 20 dicembre 2013

Rifiuti, Aro ci siamo quasi: lunedì Terrasini, Cinisi e Borgetto firmeranno la convenzione

L'appuntamento è lunedì 23 dicembre 2013 alle 9 presso il Comune di CinisiUfficio stampa Comune di Terrasini20 dicembre 2013 Comunicato StampaDopo l’approvazione da parte dei rispettivi consigli comunali, i sindaci diTerrasini, Cinisi e Borgetto firmeranno la convenzione per il progetto ARO per la gestione comune del servizio di raccolta rifiuti.Gli ARO, infatti, sono “Aree di Raccolta Ottimale” formate da Comuni per la gestione in forma associata dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti.L’appuntamento è fissato presso il Comune di Cinisi per lunedì 23 dicembre 2013, alle ore 9,00. Successivamente il progetto sarà trasmesso alla Regione Siciliana per l’approvazione definitiva. Anche in questo caso si tratta di un passo avanti per il ritorno della gestione dei rifiuti ai Comuni.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-cinisi-terrasini-borgetto-firma-aro.html

mercoledì 18 dicembre 2013

Rifiuti, nasce "Palermo area metropolitana": raggrupperà 22 comuni

Sarà la società per la regolamentazione del servizio gestione dei rifiuti più grande della Sicilia: sono 22 i comuni inglobati nella nuova Srr. Il vicesindaco Cesare Lapiana sarà il presidente, a fianco di Roberto Celiaco (vice presidente) e Antonino OddoAlessia Cannizzaro18 dicembre 2013 Il vicepresidente del cda, Roberto CeliacoComunicato StampaCostituita questa mattina la società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti che raggrupperà i 22 comuni della fascia costiera, da Partinico a Santa Flavia. La Srr "Palermo Area Metropolitana" sarà la più grande della Sicilia in quanto si occuperà della regolamentazione dei servizi dei rifiuti di oltre un milione di abitanti. Contestualmente alla costituzione della ocietà, il cui incontro si è svolto a Palazzo Comitini, è stato eletto anche il consiglio d’amministrazione.Il vicesindaco Cesare Lapiana è stato eletto Presidente della Srr, l’ingegnereRoberto Celico, attuale liquidatore e rappresentante legale del Coinres Ato Pa4 sarà invece il vicepresidente. Eletto anche il commissario prefettizio del Comune di Montelepre, Antonino Oddo, in qualità di terzo membro del cda. Con la costituzione della Srr “Palermo Area Metropolitana” si è conclusa la prima parte della riforma dei rifiuti fortemente voluta dal presidente della Regione sicilianaRosario Crocetta.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-costituita-srr-palermo-area-metropolitana.html

mercoledì 11 dicembre 2013

Rifiuti: audizione assessore Sicilia in commissione Antimafia, discariche ai raggi X

Audizione in commissione Antimafia all'Asssemblea regionale siciliana dell'assessore regionale all'Energia della Sicilia, Nicolò Marino. Al centro dei lavori il tema delle discariche nell'Isola. "E' stata la commissione all'unanimità nell'ultima seduta - spiega il presidente dell'organismo, Nello Musumeci - a decidere di accendere i riflettori sulla problematica legate alle discariche". L'esponente del Governo Crocetta, al centro di una dura polemica con il numero due di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, proprio sulla gestione dei rifiuti nell'Isola, era già stato sentito lo scorso ottobre dalla commissione Antimafia dell'Ars. Allora al centro dell'audizione c'era stata la vicenda legata ai termovalorizzatori. "Si tratta per noi di normale attività di indagine, in relazione alle competenze specifiche della Regione e degli enti ad essa sottoposti" spiega Musumeci.(10 dicembre 2013 ore 19.02)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/18:48/4438774

Rifiuti e favori: la DDA accusa i vertici dell'Aimeri e dell'Ato. Coinvolto l'ex senatore Papania

Martedì 10 Dicembre 2013 17:28E' scoppiato ieri lo scandalo sullo smaltimento dei rifiuti in provincia di Trapani. Un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha scoperto le carte. A finire sotto inchiesta, ci sono 8 nomi noti: l'ex senatore del PD, Nino Papania (nella foto), i responsabili della Sicilfert di Marsala, Michele, Pietro e Caterina Foderà, il direttore generale prima e liquidatore poi della società Ato Tp 1 Terra dei Fenici, Salvatore Alestra, il direttore Area Sud dell'Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, il...capo dell'impianto di Trapani gestito dalla stessa società, Salvatore Reina, l'amministratore dell'Agesp (subappaltatrice per conto dell'Aimeri), Gregory Bongiorno. Tutti rispondono di omissione di controllo e violazione delle norme in materia ambientale ed hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Secondo l'accusa, non sarebbero stati smaltiti a dovere i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata in una sfilza di comuni della nostra Provincia: Marsala, Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Pantelleria, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice. I rifiuti, regolarmente differenziati dai cittadini, sarebbero stati invece ammassati nel centro di compostaggio gestito dalla Sicilfert proprio a Marsala. In particolare, appaiono alquanto delicate le posizioni di Alestra, Colimberti e Papania che sono accusati di corruzione, concussione e omissione in atti d'ufficio in concorso tra di loro. Alestra e Colimberti per non aver vigilato sul corretto smaltimento dei rifiuti nel periodo che va dal 2010 al 2012, l'ex senatore del PD, risulta invece indagato per corruzione. In cambio dei mancati controlli sulla gestione del servizio, si sarebbe arrivati a chiedere posti di lavoro. A tal proposito, il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato ed i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella, hanno chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di inoltrare al Senato della Repubblica, la richiesta di utilizzare le intercettazioni delle conversazioni di Papania, quando questi occupava un seggio a Palazzo Madama. Secondo l'accusa, il democratico avrebbe ottenuto l'assunzione di numerose persone “A lui gradite e da lui segnalate”. “Non sapevo di essere indagato – sono state le prime parole di Papania –, sapevo solo che un avviso di garanzia sarebbe arrivato ad altri ma non a me. Replicherò quando prenderò visione degli atti”. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Papania avrebbe fatto prevalere il suo ruolo di parlamentare per fare “pressioni” sul direttore dell'Ato, Alestra, affinchè quest'ultimo attenuasse i controlli sul lavoro dell'Aimeri, dietro richiesta di Colimberti. Papania peraltro, è indagato dalla Procura di Trapani anche per un presunto caso di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni amministrative ad Alcamo. L'indagine scaturisce da quella in cui l'ex parlamentare risulta parte lesa per via di alcune intimidazioni subite. Papania infatti, fu oggetto di attentati da parte di soggetti impiegati nella campagna elettorale che avrebbero preteso garanzie per essere assunti presso l'Aimeri. In cambio, sia Papania che Alestra, avrebbero ottenuto assunzioni nella ditta Aimeri Ambiente. Per Salvatore Alestra, ieri, è intervenuto il suo legale, l'avvocato Massimo Mattozzi: “Il mio assistito è estraneo ai reati che gli vengono contestati e considerato il suo ruolo di direttore non è responsabile di eventuali ipotesi di inquinamento. Il reato di corruzione che gli viene contestato è inesistente e lo dimostra il fatto che è stato lo stesso Alestra ad applicare delle pesanti sanzioni penali all'Aimeri. Sono stati decurtati dei soldi dai pagamenti eseguiti dall'Ato in favore della stessa ditta”. La difesa di Orazio Colimberti – peraltro già coinvolto in inchieste giudiziarie quando era dirigente dell'Amia di Palermo – sta valutando l'ipotesi di chiedere un interrogatorio per il suo assistito. “Non ci sono gli estremi per la contestazione dei reati ambientali – ha spiegato l'avvocato Valentina Castellucci – visto che Colimberti non aveva alcun ruolo operativo nel controllo dei rifiuti conferiti. Sulla ipotesi di corruzione riteniamo che basti citare il fatto che esiste un contenzioso civile per le pesanti penali applicate all'Aimeri”. Ora la parola spetta al GIP che deve decidere se chiedere o meno al Parlamento italiano l'autorizzazione ad utilizzare il materiale probatorio che riguarderebbe Papania. I Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente che ascoltavano le conversazioni di Alestra e Colimberti, si sono imbattuti in 13 conversazioni e ben 69 messaggi del senatore. Nel maggio 2013, nel corso di una perquisizione effettuata negli uffici dell'Aimeri Ambiente, sono stati sequestrati dei documenti da cui emergerebbero le indicazioni delle persone che Papania avrebbe chiesto di assumere a Colimberti. L'avvocato marsalese Paolo Paladino respinge invece le accuse mosse a Salvatore Reina: “Siamo certi che non ha avuto alcuna responsabilità anche per la qualifica rivestita, ma ci riserviamo di esprimere la nostra posizione dopo avere letto tutti i 19 faldoni delle indagini”. Per Michele, Pietro e Caterina Foderà, è intervenuto il legale lilybetano Giuseppe Cavasino che ha specificato che “... ogni volta che i camion trasportavano rifiuti non conformi i Foderà hanno rispedito indietro gli stessi impedendo il conferimento”. Nell'inchiesta, solo per i presunti illeciti ambientali, è coinvolto anche Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, che con la sua Agesp ha ottenuto alcuni lavori in subappalto dall'Ato: “Ho chiesto di essere sentito dai magistrati – ha fatto sapere Bongiorno – con la convinzione di potere dimostrare l'estraneità della ditta. Se il cittadino getta la plastica fra i rifiuti inorganici la selezione diventa impossibile”. Come era prevedibile, la vicenda ha finito per condizionare la prima parte della seduta del Consiglio comunale di Marsala che in questi giorni si riunisce quasi quotidianamente in vista dell'approvazione del Bilancio. “Per una volta tanto la politica è arrivata prima della Magistratura – ha detto il capogruppo del PSI, Michele Gandolfo nella sua veste di presidente della Commissione d'Inchiesta sull'Ato –. Avevamo chiesto all'Ato dei chiarimenti sul ruolo di Alestra, inoltre siamo in possesso delle carte che dimostrano come il comune di Marsala abbia sottovalutato la cosa. Nel corso di una riunione il comune di Trapani aveva sollevato la questione su presunti di favoreggiamenti in cambio di assunzioni ma, per responsabilità dei rappresentanti lilybetani, la cosa fu fatta cadere nell'oblio”. Come si ricorderà le conclusioni della Commissione d'Inchiesta sull'Ato, furono contestate dal Presidente del Consiglio comunale, Enzo Sturiano, in quanto erano diventate di minoranza perchè le firme a sostegno della relazione stessa erano soltanto cinque. Nelle scorse settimane, alla Commissione fu concessa una proroga di ulteriori 90 giorni. “Ho convocato la Commissione nei giorni 17 e 20 dicembre – ha detto Gandolfo – ma potrebbero essere le ultime riunioni in quanto mi trovo davanti ad un muro di gomma. Chiedo i documenti all'Ato ed al Comune ma non arrivano. Addirittura l'Ato mi ha risposto che le carte da noi richieste sono state sequestrate dall'Autorità giudiziaria ed inoltre la società d'ambito ha un solo dipendente che non può assolvere a tutta la mole di lavoro. Se così fosse, dopo queste due sedute, invierò gli atti alla Commissione nazionale Anticorruzione.
http://www.marsalace.it/web/politica/9814-rifiuti-e-favori-la-dda-accusa-i-vertici-dellaimeri-e-dellato-coinvolto-lex-senatore-papania

martedì 10 dicembre 2013

Rifiuti, da luglio senza stipendio: 300 netturbini in sciopero nel trapanese

La mobilitazione è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uilcommenta  0     vota  1    invia     stampa                Palermo, 9 dic. - (Adnkronos) - Netturbini sul piede di guerra nel trapanese. Ha preso il via oggi lo sciopero di due giorni dei 300 lavoratori della Belice Ambiente Spa, che reclamano il pagamento degli stipendi di luglio, agosto e settembre. La mobilitazione è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil (settore ambiente), rispettivamente rappresentate da Nicola Del Serro, Giovanni Montana e Giorgio Macaddino.''La nostra posizione - affermano i sindacalisti - è durissima circa la possibilità di procedere al pagamento di fatture verso i fornitori con le somme messe a disposizione dalla Regione siciliana". I sindacati chiedono l'intervento del prefetto di Trapani per dissuadere il liquidatore della società nel procedere alla gestione di tali anticipi dalla Regione in favore del comune di Petrosino per saldare debiti verso i fornitori."Chiediamo con fermezza l'uso di tali somme per far fronte al legittimo pagamento delle mensilità pregresse. Ci riserviamo infine - concludono - di mettere in atto ulteriori strategie e attività democratiche per far valere le ragioni dei lavoratori''.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sicilia/Rifiuti-da-luglio-senza-stipendio-300-netturbini-in-sciopero-nel-trapanese_32967886483.html

giovedì 5 dicembre 2013

Ato Rifiuti Pa 1. Ratificato accordo su assorbimento personale

Confermato, con atto deliberativo, l’accordo raggiunto il 24 settembre scorso tra i sindaci soci dell’ambito territoriale ottimale Palermo 1 in liquidazione, sulla ripartizione del personale dipendente e dei lavoratori interinali. Ad eccezione dei distinguo sollevati dai commissari prefettizi che guidano il comune di Isola delle Femmine e dal sindaco di Capaci Sebastiano Napoli, i quali sostengono di potere fare a meno rispettivamente di 8 e di una unità, la proposta, che prevede l’assorbimento in toto dei 215 dipendenti che, tra amministrativi ed operai, dagli enti locali erano transitati nella Servizi Comunali Integrati, e dei 102 lavoratori in affitto, è stata approvata a larga maggioranza. Un atto formale che dovrebbe garantire, nel passaggio alle costituende srr o liberi consorzi, l’occupazione di quanti in questi anni hanno garantito il servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio dei 12 comuni del comprensorio. Carini assorbirà 81 unità: 45 dipendenti e 36 interinali; Partinico 65, Terrasini 30, Cinisi 29, Capaci 28, Isola delle Femmine 22, Balestrate 14, Borgetto 13, Montelepre 11, Torretta e Trappeto 8 ciascuno, e infine, Giardinello: 4. La suddivisione della forza lavoro è stata suddivisa in proporzione alle quote societarie finora rappresentate in seno alla Servizi Comunali Integrati che dal 31 dicembre cesserà di esistere. Nel corso della riunione di ieri, infine, gli amministratori si sono impegnati a garantire già da oggi in versamenti necessari per pagare i fornitori, ma soprattutto per garantire la copertura finanziaria per corrispondere lo stipendio della mensilità in corso ai lavoratori interinali. - See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=41091#sthash.CvzxYJcz.dpuf

martedì 3 dicembre 2013

Rifiuti, Marino su Catanzaro: “Tracotanza che supera ogni limite”

Ambiente 03 dicembre 2013di Redazione“Ritengo che la tracotanza di gestori privati di discariche, non esercenti una mera attività di impresa ma concessionari di un servizio pubblico, spesso in regime di monopolio, abbia superato il limite. Non siamo più disponibili ad accettare tutto ciò“.Il destinatario del commento al vetriolo di Nicolò Marino, assessore regionale all’Energia è Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Siciliache la scorsa settimana ha querelato l’ex pm a causa di “calunniose esternazioni pubbliche”.GUARDA IL VIDEO
Clima sempre più teso dunque tra l’assessore e il numero 2 di Confindustria Sicilia. I rapporti fra Marino e Catanzaro non erano mai stati buoni ma lo scontro vero e proprio inizia con l’inchiesta del’Espresso sul ciclo dei rifiuti. In quella occasione Marino lanciava le sue accuse sostenendo che fare l’assessore ai rifiuti è pericoloso tanto quanto indagare sulle stragi di mafia. Da lì in poi un escalation di accuse a chi cerca di isolarlo, allontanarlo dal Presidente della regione e tutelare gli interessi privati nel ciclo dei rifiuti.Marino, rispondendo al giornalista de L’Espresso parlava di una sua circolare che impone modifiche alle 4 discariche private esistenti in Sicilia. Senza far nomi, poi, aggiungeva “se vuole comprendere di chi parlo guardi chi ci attacca sui giornali”.Fra le 4 discariche private in Sicilia c’è anche quella di Siculiana gestita dai fratelli Catanzaro, Giuseppe e Lorenzo. Adesso Marino torna sulla questione, con alcune puntualizzazioni che dichiarano guerra a Catanzaro: “Non accadrà più che l’amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato. Stiamo valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema“.
http://agrigento.blogsicilia.it/rifiuti-marino-su-catanzaro-tracotanza-che-supera-ogni-limite/225147/

Sicilia: rifiuti in mare, sequestrato impianto di smaltimento Profineco a Termini Imerese

3 dicembre 2013 Di Ciro Formisano -Colpo grosso nell’attivita’ di contrasto all’illeciti ambientali, gli uomini della guardia costiera di Termini Imerese e dell’Arpa di Palermo hanno portato a termine una importante attivita’ di repressione allo smaltimento illecito di rifiuti, sequestrando l’impianto di depurazione di proprieta’ della Profineco s.p.a. sito nella zona industriale di Termini Imerese.Si tratta di un impianto importante nel territorio dell’isola, nel quale sono state smaltite quantita’ rilevanti di percolato proveniente dalla discarica di Bellolampo ed altri rifiuti liquidi di vario genere provenienti anche dalla raffineria di gela. L’attivita’ di indagine ha preso le mosse da alcune verifiche effettuate dal personale della guardia costiera sul litorale – proprio nei pressi della zona industriale – dove e’ stato accertato lo sversamento in mare di liquami altamente inquinanti.Eseguite quindi le analisi a cura dell’arpa di Palermo si e’ risaliti proprio alla Profineco che, anziche’ effettuare il previsto trattamento di depurazione dei rifiuti, riversava i liquidi nella condotta di acque bianche di proprieta’ dell’Irsap (ex consorzio asi) per poi sfociare in mare.Nello scorso novembre e’ stato pertanto eseguito un controllo congiunto presso l’impianto Profineco al quale hanno partecipato oltre i tecnici dell’arpa anche i rappresentati dell’ufficio rifiuti della provincia regionale di Palermo.In quella occasione i tecnici intervenuti hanno potuto verificare il sostanziale malfunzionamento dell’impianto nel suo complesso e l’immissione dei suddetti rifiuti liquidi nella condotta di acque bianche (e quindi direttamente in mare).Intervenuto pertanto il personale della guardia costiera, si e’ ritenuto di dovere procedere al sequestro di tutte le strutture per evitare il permanere del grave stato di contaminazione ambientale e deferire alla procura della repubblica di Termini Imerese il legale rappresentante della societa’ per violazione delle norme ambientali. Il sequestro e’ stato convalidato dal gip di Termini iIerese e l’assessorato regionale all’energia ha sospeso per almeno sei mesi l’aia (autorizzazione integrata ambientale) di cui e’ in possesso Profineco.- See more at: http://www.resapubblica.it/cronaca/sicilia-rifiuti-in-mare-sequestrato-impianto-di-smaltimento-a-termini-imerese/#sthash.nSz9l9jE.dpuf
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lunedì 2 dicembre 2013

Rifiuti tossici

Il Procuratore Lari: "Siamo vicini alla verità"di Giorgio Bongiovanni - 2 dicembre 2013Da quando sono state desecretate le dichiarazioni del pentito di Camorra, Carmine Schiavone, risalenti al 1997, durante un'audizione della commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie, diverse Procure d'Italia, dalla Campania alla Puglia fino alla Sicilia, hanno iniziato ad avviare alcune verifiche. “Il sistema - raccontava Schiavone - era unico, dalla Sicilia alla Campania... Non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli, a loro, se la gente moriva o non moriva? L'essenziale era il business”.In realtà le parole dell'ex boss dei Casalesi non colgono totalmente di sorpresa. L'ultimo rapporto “Ecomafie” di Legambiente parla di affari per 16,7 miliardi di euro l'anno, basato solo sui reati accertati. Il che significa che il giro monetario è in realtà spaventosamente maggiore. Non bisogna poi dimenticare le rivelazioni che il pentito Leonardo Messina, che oltre ad essere mafioso lavorava come caposquadra nella miniera di sali potassici al confine fra Enna e Caltanissetta, riferì al giudice Paolo Borsellino, il 30 giugno 1992, in merito alle scorie nucleari sotterrate a Pasquasia. “Cosa Nostra usava dal 1984 le gallerie sotterranee per smaltirle”. Un caso, quest'ultimo, di cui ci siamo occupati in passato con un cospicuo dossier, che mette in luce inquietanti verità.Non solo la “Terra dei fuochi”, quindi, è al centro di questo scandalo nazionale ed internazionale, dato che molti rifiuti provengono anche dal nord Europa. In Campania, come in Puglia, la Dda ha iniziato ad effettuare alcune verificheproprio alla luce delle rivelazioni di Schiavone ed anche in Sicilia diverse Procure hanno iniziato ad approfondire la questione. Ed ancora, secondo Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sel, “per anni un traffico di rifiuti speciali ha interessato la Sicilia, usata come enorme pattumiera con ingenti guadagni per i clan mafiosi, in un contesto di silenzio generale delle autorità preposte al controllo del territorio. Appare logico ipotizzare che l’area mineraria dismessa tra le province di Enna e Caltanissetta, a causa della totale mancanza di vigilanza, possa essere identificata come l’area finale dello stoccaggio illegale dei rifiuti speciali. Anche per via di una forte presenza mafiosa nel territorio”. Palazzotto, lo scorso 22 maggio, ha depositato una interrogazione parlamentare sui misteri della miniera nissena di Bosco Palo, tra Serradifalco e San Cataldo, legata a presunti traffici illeciti di rifiuti ospedalieri oltre che a una escalation di dati preoccupanti su salute e ambiente. Secondo Palazzotto altre miniere abbandonate ma anche terreni agricoli potrebbero benissimo ospitare tonnellate di scorie e veleni.La Procura di Caltanissetta, sta provvedendo a far luce proprio sulle miniere di Serradifalco (definite come la “Chernobyl del Vallone”). A coordinare l'inchiesta, fascicolo aperto contro ignoti, è lo stesso Procuratore Capo Sergio Lari, coadiuvato dal sostituto procuratore Lia Sava, che nei giorni scorsi ha detto: “Siamo a una fase decisiva, la verità è vicina”. Si parla di rifiuti tossici (amianto e residui ospedalieri di certo, ma c’è anche l’ipotesi di scorie nucleari) che riguarda soprattutto l’ex miniera di sali potassici di Bosco Palo, dismessa dal 1988, ma anche altre strutture della zona. A parlare dell'indagine è il giornale La Sicilia.Sarebbe partita nel 2012 e si muoverebbe nell'ambito di tre filoni, quello del traffico illecito di rifiuti, disastro ambientale e omissione di atti di ufficio da parte di alcune istituzioni. “Siamo a buon punto – prosegue Lari – e aspettiamo l’esito degli ultimi accertamenti tecnici del Noe dei carabinieri, oltre che i risultati di altre perizie che abbiamo chiesto a specialisti in materia. Entro Natale dovremmo avere gli elementi che ci servono”. Importanti per le indagini le denunce di Totò Alaimo, che il quotidiano definisce come “l’Erin Brockovic del Vallone”, il quale ha raccolto una enciclopedica documentazione su ciò che è accaduto nell’ultimo trentennio in questi luoghi che davano lavoro e adesso dispensano solo morte. Basandosi sul Registro dei Tumori di Ragusa e Caltanissetta è infatti emerso che negli 11 comuni del Vallone si muore molto di più che nella Gela del famigerato Petrolchimico, il 43% contro l’11%; i tumori al sangue sono quelli più in crescita: +108% nella zona delle miniere a fronte di un +42% della zona industriale. Del resto lo aveva detto anche il pentito Schiavone, riferendosi ai rifiuti tossici del Casertano: “Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni rischiano di morire tutti di cancro”. E se i rifiuti sono stati seppelliti in più angoli d'Italia non è che gli altri abitanti siano immuni. E' lecito quindi pensare che il sud, la Campania, la Sicilia e forse altre Regioni del Mezzogiorno, sono divenute le discariche d'Italia, in grado di causare morte e dolore. Sicuramente Cosa nostra in Sicilia si è macchiata anche di questo delitto, di questa strage. Ma la mafia non avrebbe potuto fare niente senza l'alleanza e la complicità dei politici che hanno governato l'Isola da decenni, né tanto meno di quelli appartenenti al governo nazionale che sapevano ed hanno taciuto, sinistra compresa. Una forza politica anch'essa, a parte qualche eccezione come Pio La Torre (e pochi altri ndr), debole, nella migliore delle ipotesi, o complice, nella peggiore.
http://www.antimafiaduemila.com/2013120246494/giorgio-bongiovanni/rifiuti-tossici-e-patto-cosa-nostra-camorra.html

Rifiuti, gestione consorziata per Cinisi, Terrasini e Borgetto

Il consiglio comunale di Terrasini ha giá detto sì al progetto dell'Aro. Martedì toccherá a Cinisi. Una volta che anche Borgetto avrá superato la fase del passaggio in aula sarà la Regione a dover dare l'ok definitivoMaria Carola Catalano 2 dicembre 2013 Nel 2014 si cambia. La gestione dei rifiuti nei Comuni di Cinisi, Terrasini e Borgetto non sará più affidata all'ambito territoriale Palermo 1 ma ad una nuova società esterna che verrà scelta tramite bando pubblico e che si occuperà del servizio di raccolta nei tre Comuni.I tre comuni, benché consorziati - si legge nella relazione generale del piano di intervento per l'organizzazione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto rifiuti - stipuleranno contratti autonomi con la societá appaltatrice per evitare che la morosità o le difficoltà di un comune possano ripercuotersi sugli altri.Come funzionerà il servizio - Oltre all'introduzione della raccolta porta a porta, che già nel primo anno dovrebbe portare i tre comuni a raggiungere quota 50% di differenziata,al fine di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, si prevede il compostaggio domestico che si sposa benissimo con la presenza di villette a schiera e case sparse nel territorio. Spariranno, inoltre, i cassonetti della spazzatura con conseguenze positive per il decoro urbano.Nasceranno infine un centro di raccolta comunale  in via Falcone a Cinisi, vicino lo svincolo autostradale; un'isola ecologica in contrada Monaci, a Borgetto e un autoparco in contrada Zucco-Paternella a Terrasini, all'interno della discarica oggi in gestione post mortem.Questa nuova gestione del servizio, secondo gli amministratori firmatari del progetto porterebbe ad un risparmio del 20% rispetto alla precedente gestione Ato. Avrebbe inoltre un altro vantaggio: la certezza della spesa, dei costi che i tre Comuni dovranno sostenere senza il rischio di subire costi extra imprevedibili, che annualmente venivano rendicontati dalle società d'ambito.Personale. Saranno 73 in tutto i lavoratori dell'Aro: 30 unità in servizio a Cinisi, altre 30 a Terrasini e 13 a Borgetto. Il loro costo annuo sará di poco più di tre milioni di euro.Il consiglio comunale di Terrasini ha giá detto sì. Martedì toccherá a Cinisi. Una volta che anche Borgetto avrá superato la fase del passaggio in aula sarà la Regione a dover dare l'ok definitivo.Nel frattempo che l'iter venga completato a gestire la raccolta é ancora l'ambito territoriale Palermo 1, commissionato, nei confronti del quale abbiamo ancora dei debiti da saldare, entro e non oltre il 5 dicembre, il cui importo non è dato sapere.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-progetto-aro-cinisi-terrasini-borgetto.html

sabato 30 novembre 2013

SRR interrogazione parlamentare

Il presidente della commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello ha presentato una interrogazione ai Ministri dell'interno, della giustizia e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a proposito della nomina di Enzo Marinello (ex Sogeir) a presidente della CDA della nuova Società Raccolta Rifiuti. Ecco il testo:Premesso che alla data del 30 settembre 2013, secondo quanto previsto dall'articolo 19 della legge regionale della Sicilia n. 9 del 2010 è cessata ogni attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte delle attuali società e consorzi d'ambito. Nonostante le numerose proroghe e gli interventi sostitutivi attivati dal competente Assessorato regionale, gli enti preposti non hanno ultimato le procedure necessarie per l'affidamento definitivo del servizio di gestione integrata dei rifiuti secondo le modalità indicate dalla legge regionale n. 9;la direttiva in materia di gestione integrata dei rifiuti dell'Assessore regionale per l'energia e per i servizi di pubblica utilità del 28 ottobre 2013, e successive modificazioni, prevede che nel caso in cui il servizio di gestione integrata dei rifiuti sia stato gestito da consorzi o società d'ambito o Comuni mediante affidamento a terzi, la continuità dello stesso deve essere garantita dalla Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (SRR) o dai Comuni in forma singola o associata;a seguito di numerosi atti di sindacato ispettivo dell'interrogante, deputato nel corso della XVI Legislatura (4-01310 del 10 ottobre 2008, 4-01858 dell'11 dicembre 2008, 4-05351 del 10 dicembre 2009, 4-07518 del 9 giugno 2010, 4-08527 del 14 settembre 2010, 4-13207 del 15 settembre 2011, 4-13377 del 29 settembre 2011, 4-14250 del 15 dicembre 2011) rivolti ai Ministri competenti in merito alle procedure e alle attività poste in essere dalla SOGEIR SpA e dalle società controllate, sono stati posti in essere interventi ispettivi del Nucleo operativo ecologico (NOE) dei Carabinieri, dell'Istituto superiore di protezione ambientale (ISPRA) e della competente articolazione territoriale dell'ARPA. Gli accertamenti svolti hanno evidenziato la manifesta irregolarità nella gestione della discarica gestita dalla SOGEIR SpA in località Salinella, nel comune di Sciacca (Agrigento). Sulla base degli stessi accertamenti il Ministero dell'ambiente e del territorio e del mare ha intrapreso le necessarie azioni giurisdizionali volte ad ottenere la tutela risarcitoria per danno ambientale;numerose segnalazioni e denunce sono pervenute all'autorità giudiziaria territorialmente competente in relazione ad ipotesi di illecito commesso dagli amministratori della società e, nell'ambito delle attività di indagine poste in essere dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, nel corso della XVI Legislatura, presieduta dall'onorevole Pecorella, sono state richieste apposite informative alla Procura della Repubblica competente;l'articolo 45 della legge della Regione Sicilia n. 2 del 2007 e le successive specifiche circolari e direttive della Presidenza della Regione, in attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006 in materia di gestione dei rifiuti, dispongono che gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito territoriale ottimale (ATO) si costituiscano in un consorzio, dotato di personalità giuridica, e che questo costituisca un'autorità d'ambito come disposto dall'articolo 201 del codice dell'ambiente (di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006). Lo stesso articolo 45 dispone, inoltre, che le società d'ambito, che attualmente gestiscono i rifiuti in ambito territoriale ottimale, vengano messe in liquidazione e che ogni consorzio di ATO subentri nei rapporti attivi e passivi delle società d'ambito. Nella Regione Siciliana, nelle more della liquidazione delle società d'ambito, si assiste ad una degenerazione del sistema della gestione integrata dei rifiuti, con grave danno per la salute dei cittadini, con il rischio che si determinino e si aggravino fenomeni tipicamente clientelari, in mancanza di specifici organismi di controllo e nella distrazione dell'osservatorio dell'Agenzia regionale per le acque;in tale contesto, il Presidente della SOGEIR fu nominato liquidatore della società, configurandosi pertanto una grave fattispecie di incompatibilità a causa dell'evidente situazione di conflitto di interessi determinatasi. Oggi, lo stesso liquidatore è nominato presidente della società SSR, ed ha, tra le diverse attribuzioni, quella di conferire gli impianti, le attrezzature ed il personale esistente alla stessa Società di regolamentazione;sembrerebbe, peraltro, che la stessa persona sia sottoposta a diversi procedimenti giudiziari aventi ad oggetto l'accertamento di reati ambientali;tale nomina sarebbe avvenuta nell'inosservanza e nel dispregio del paragrafo 3, lettera b), della direttiva dell'assessore regionale per l'energia del 28 ottobre 2013, e successive modificazioni, che dispone, con riferimento alla nomina e dalla operatività degli organi dell'amministrazione della SRR, che "per la nomina degli organi di amministrazione i soci possano designare esclusivamente soggetti scelti fra i Dirigenti interni all'amministrazione dell'Ente locale";il componente indicato da alcuni sindaci dell'Unione dei Comuni Platani, Quisquina e Magazzolo sarebbe infatti un dirigente comunale a cui, soltanto pochi giorni fa, è stato assegnato l'incarico di responsabile del settore dei servizi finanziari della stessa Unione di Comuni. Tale recente incarico sembra essere attribuito al fine elusivo di conferire, in spregio della normativa vigente, al nuovo presidente il requisito, che altrimenti non avrebbe, di dipendente di un ente locale ricadente nel territorio dell'ATO,si chiede di conoscere:quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano tempestivamente adottare, entro i limiti delle proprie competenze, al fine di accertare i profili di illegittimità amministrativa e penale della nomina del presidente della Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (SRR);come il Governo intenda intervenire affinché gli esiti ispettivi delle verifiche effettuate, in modo encomiabile dal NOE dei Carabinieri, dall'ISPRA e dalla competente articolazione territoriale dell'ARPA non siano vanificati con grave danno per l'ambiente e per la salute pubblica, determinando un precedente diseducativo nei confronti delle istituzioni locali e della pubblica opinione;se ritengano di accertare se la pervicace presenza della stessa persona nelle vesti di presidente della SOGEIR SpA, di liquidatore della stessa nonché di presidente della SRR non possa nascondere l'intendimento diretto ed esplicito a coprire le risultanze di una vecchia discussa gestione e l'instaurarsi di nuovi interessi sospetti;se siano a conoscenza delle motivazioni che inducono taluni sindaci ed amministratori locali ad appoggiare la designazione di questa persona quale presidente della Società di regolamentazione.
http://www.teleradiosciacca.it/news.aspx?news=15430

martedì 26 novembre 2013

ARO TERRASINI CINISI E BORGETTO

La fine dell'era dell'Ato Pa 1 adesso è più vicina. Il consiglio comunale ha detto sì al progetto dell'Area di raccolta ottimale. Il sindaco Cucinella: "I tre Comuni sperano di superare le criticità e i problemi che si sono avuti negli ultimi anni"Maria Carola Catalano26 novembre 2013 I sindaci di Cinisi e Terrasini, Salvatore Palazzolo e Massimo CucinellaLa fine dell'era dell'Ato Pa 1 adesso è davvero vicina. Il Consiglio Comunale di Terrasini ieri sera ha approvato lo schema di convenzione e il progetto dell'Area di Raccolta Ottimale (ARO). Dodici i voti favorevoli e cinque i contrari (tre erano gli assenti). La gestione del servizio di raccolta rifiuti da questo momento torna al Comune che se ne occuperà in condivisione con i Comuni di Cinisi e Borgetto.“Con questo progetto – dichiara il sindaco di Terrasini, Massimo Cucinella – i tre Comuni sperano di superare le criticità e i problemi che si sono avuti negli ultimi anni con la gestione della raccolta rr.ss.uu. da parte dell’ATO, dando così ai cittadini la possibilità di vivere in un ambiente più salubre e ai turisti di visitare paesi più puliti"."Ma tutto ciò potrà avvenire – continua il sindaco - con il contributo di tutti, amministratori, lavoratori e cittadini, i quali, ognuno per la propria parte, devono avere a cuore il rispetto e la salvaguardia del territorio”.Gli Ato sono stati debellati ma non è detto che valga lo stesso per "l'emergenza rifiuti". Non resta che attendere e incrociare le dita. Ora il progetto dovrà essere approvato anche dai consigli comunali di Cinisi e Borghetto e solo dopo potrà essere presentato in Regione.Il punto su lavoratori e debiti. Alcuni comuni non hanno ancora pagato i debiti accumulati nei confronti dell'Ato Pa 1 e non è ancora chiarissimo il futuro che attende i dipendenti della Temporary. Proprio per discutere di questo lo scorso 22 novembre si è tenuto un incontro tra vertici, sindacati, lavoratori e rappresentanti delle amministrazioni che in questi anni hanno affidato la gestione della raccolta alla Servizi comunali integrati, al termine del quale il commissario straordinario dell'Ato Pa 1 Maurizio Norrito ha comunicato che c'è tempo fino al 5 dicembre per saldare i debiti.Firmato anche un accordo tra gli amministratori presenti che impegna il commissario a revocare la rescissione dei contratti con gli interinali (prevista sempre per il 5 dicembre). I 103 interinali dovrebbero confluire nelle ARO.

venerdì 22 novembre 2013

Consiglio Comunal di Canicattini Bagni il 25 novembre ARO TARSU

http://www.ondaiblea.it/2013112263653/consiglio-comunal-di-canicattini-bagni-il-25-novembre.html

Ato Rifiuti Palermo 1. L’ultimatum: “entro il 5 dicembre i Comuni devono pagare”. I sindaci sottoscrivono atto di indirizzo per salvare i Temporary

22 NOVEMBRE 2013 - 14:34 DI REDAZIONE Tavolo tecnico nella sede del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, sul futuro dei lavoratori Temporary e del servizio dell’Ato Palermo 1. Concitata la riunione convocata dal direttore Marco Lupo e alla quale hanno partecipato gli internali che dal prossimo 5 dicembre verranno licenziati, il commissario straordinario e il liquidatore della servizi comunali integrati, rispettivamente Maurizio Norrito e Antonio Geraci, i sidnacati Cgil, Cisl e Uil e qualche amministratore locale. Gli assessori di Partinico, Giovanni Pantaleo e Diego Campione, il sindaco di Cinisi Salvatore Palazzolo, di Trappeto Giuseppe Vitale, di Torretta Salvo Gambino, di Giardinello Giovanni Geloso, un rappresentate incaricato dal comune di Isola delle Femmine e uno da Capaci. L’incontro si è concluso con un nulla di fatto, il futuro occupazionale degli operai della Temporary resta incerto e il commissario Norrito è tornato a battere cassa, lanciando l’ultimatum ai Comuni che non hanno ottemperato all’accordo preso ad ottobre, ovvero quello di versare mensilmente le somme dovute alla società. Adesso entro il 5 dicembre, il commissario dell’Ato pretende i pagamenti perché non si può continuare ad accumulare altri debiti. I soldi servono oltre che per garantire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche per pagare gli stipendi dei dipendenti. Sulla testa dei 103 interinali della Temporary pesa la spada di Damocle, la rescissione dei contratti prevista per il prossimo 5 dicembre per mancanza di liquidità finanziaria. Inizialmente la società voleva restituire alla Temporary solo 54 unità ma l’agenzia ha respinto la proposta e le lettere di licenziamento sono state inviate a tutti. Adesso però, gli amministratori comunali che ieri hanno partecipato all’incontro, vogliono scongiurare di mandare a casa 103 lavoratori ed hanno sottoscritto un atto di indirizzo che impegna il commissario Norrito a revocare la rescissione dei contratti con gli interinali, alla luce anche della futura costituzione degli ARO che dovrebbe garantire i livelli occupazionali.- See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=40780#sthash.XBVFwZk5.dpuf

giovedì 21 novembre 2013

#Serr 2013 in Sicilia e Sardegna: le azioni di riduzione dei rifiuti nelle isole - ECO dalle CITTA'

#Serr 2013 in Sicilia e Sardegna: le azioni di riduzione dei rifiuti nelle isole - ECO dalle CITTA'

“Terra dei fuochi”, i rischi si estendono anche in Sicilia - QdS.it

“Terra dei fuochi”, i rischi si estendono anche in Sicilia - QdS.it

Scattano i primi licenziamenti...365 comuni su 390 inadempienti

Mentre cominciano a scattare i licenziamentiI vecchi Ato rifiuti cominciano a licenziare i lavoratori temporanei delle passate gestioni o a non pagare stipendi (si contano già 304 «vittime» sul campo), mentre tardano a partire i nuovi sistemi previsti dalla riforma regionale del settore. Su 390 Comuni, solo 25 sono i piani d'ambito finora approvati dal dipartimento regionale Rifiuti. Di questi, ne sono stati comunicati 12 ai sindacati: Adrano, Acicatena, Bronte, Misterbianco, Pachino, Montalbano Elicona, Fiumedinisi, Termini Imerese, Ficarazzi, Altavilla Milicia, Carini e Bagheria.Così l'avere attuato la riforma del 2012 a ridosso della scadenza del 30 settembre scorso ha determinato un guado che rischia di lasciare a casa centinaia di addetti alla raccolta della spazzatura nell'Isola.Il dipartimento e i sindacati, al termine di una lunga riunione, hanno deciso di avviare già da oggi tavoli tecnici con i vecchi liquidatori e i nuovi commissari, sulle principali emergenze di ciascun Ato. Si partirà questo pomeriggio con il «Palermo 1» di Partinico, che ha inviato a 104 lavoratori della Temporary le lettere di «cessazione della somministrazione». Seguirà Enna 1, dove in estate l'assemblea dei sindaci avrebbe autorizzato progressioni di carriera e aumenti di livello fra il personale destinato a transitare nella nuova gestione. Quindi toccherà a Messina 2: qui 20 lavoratori non ricevono lo stipendio da ben 22 mesi. Chiuderà l'Ato Palermo 4, il cui consorzio Coinres ha licenziato 180 operai ex Temporary.Claudio Di Marco della Fp-Cgil, Dionisio Giordano della Fit-Cisl e Gianni Acquaviva della Uiltrasporti insistono sulla «necessità di fare transitare tutte le maestranze nelle nuove gestioni». E chiedono all'assessore Nicolò Marino e al dirigente generale del dipartimento, Marco Lupo, di pressare sui sindaci e sui commissari perchè «sia costituita subito l'ultima Srr mancante all'appello, "Palermo area metropolitana" e tutti i Comuni trasmettano al più presto i Piani d'ambito che devono garantire i servizi e l'occupazione».- See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=108522/sicilia/ato-rifiuti-su-390-comuni-365-inadempienti&template=lasiciliait#sthash.5aSIa7d6.dpuf

mercoledì 20 novembre 2013

Enna progetto ampliamento della discarica Cozzo Vuturo

Enna. Presso la sede del Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti si è svolto un incontro operativo avente per oggetto il completamento dell’iter necessario all’acquisizione del finanziamento e alla successiva emanazione del bando per la realizzazione dei lavori di ampliamento della discarica di contrada Cozzo Vuturo in territorio del comune di Enna, la cui chiusura da più di due anni ha messo in difficoltà tutti e venti i comuni della provincia, costretti ad abbancare i propri rifiuti in discariche che si trovano fuori province con un carico finanziario notevole. All’incontro erano presenti il dott. Lupo, commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia, il dott. Puccio, per la Struttura Commissariale Emergenza Rifiuti, il deputato regionale Mario Alloro, il dott. Salvatore Caccamo, Commissario Straordinario della Provincia, il dott. Interlicchia, legale rappresentante della società Enna Euno e l’ing. Rindone, Responsabile del Procedimento del progetto. “Nel corso dell’incontro – evidenzia l’on. Alloro – è stato chiesto alla Società EnnaEuno di provvedere all’aggiornamento dei prezzi e al completamento degli elaborati grafici e descrittivi del progetto. Sarà poi cura dell’ufficio del Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia, procedere all’espletamento della gara e al successivo affidamento dei lavori”. “Si palesa, dunque – conclude il parlamentare ennese – la possibilità di completare il tanto agognato iter per l’ampliamento della discarica di Cozzo Vuturo la cui realizzazione consentirebbe ai comuni della Provincia di Enna, rientranti nella neo costituita SRR di risparmiare considerevolmente sui costi di conferimento in discarica. Risparmi che andranno ad influire positivamente sulla tariffa, con un prevedibile risparmio per tutti i cittadini del territorio provinciale”.

Rifiuti tossici in Sicilia

L'Arpa: "Criticità nei rilievi, lì sotto può esserci di tutto". Al via progetto hi-tech È un po' come giocare a guardie e ladri. Ma con i ladri che sgommano via a bordo di unasupercar. E le guardie che non possono nemmeno provare a rincorrerli, perché rimaste a piedi. Scalzi. Così la guerra contro l'ecomafia è persa in partenza. Perché nella lotta al traffico illecito di rifiuti - con destinazione Sicilia e provenienza resto del mondo - il particolare più beffardo è che una mappa regionale dei veleni esiste: cave dismesse, miniere abbandonate, ma anche discariche (pubbliche e private) che custodiscono schifezze e segreti. Gli organi tecnici hanno in mano una black list con tutti i siti potenzialmente contaminati da rifiuti tossici. E li hanno condivisi, seppur con qualche falla nel sistema, con magistrati e forze dell'ordine. Ma per passare dalla teoria alla pratica (sopralluoghi e analisi in particolare, per non parlare dell'utopica fase delle bonifiche) c'è un altro muro di gomma. Un beffardo supplizio di Tantalo: non avere i soldi in un settore in cui la "controparte" di Cosa Nostra fattura decine di miliardi.«L'emergenza dei rifiuti tossici in Sicilia esiste - ammette Francesco Licata di Baucina, direttore generale dell'Arpa Sicilia, nella foto in basso nel tondo - e noi abbiamo un preciso monitoraggio di molti dei siti, ex discariche e miniere dismesse, che con tutta probabilità sono caratterizzati da contaminazioni nel sottosuolo». L'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente era stata tirata in ballo - ieri su La Sicilia - dall'assessore regionale Nicolò Marino, che contestava «dati preoccupanti sulle discariche pubbliche, con l'Arpa che «ci dice cose che prima non ci aveva mai detto». Il riferimento è a quattro strutture (Agrigento, Gela, Enna e Messina), sulle quali il direttore Licata conferma «criticità in fase di controllo». Per poi allargare il campo: «Il problema delle discariche è il "post mortem", cioè quando si esauriscono. E in una regione in cui tutte le strutture, pubbliche e private, sono state da sempre gestite "in deroga", cioè male e senza rispettare le regole, è chiaro lì dentro ci puo essere di tutto». Anche i rifiuti tossici provenienti dall'Europa e dal Nord Italia sui quali starebbero indagando alcune Procure siciliane anche a seguito delle rivelazioni del camorrista pentito, Carmine Schiavone? «Questo in atto non si può sapere con certezza, ma non lo escluderei», afferma il direttore. Che aggiunge: «Se avessimo più risorse molte risposte si potrebbero trovare prima e meglio». Perché l'Arpa Sicilia, ricorda il direttore, «ha un organico di 300 unità al fronte di 970 di pianta organica» e nel 2013 «abbiamo ricevuto dalla Regione 11 milioni, di cui 4 appena sbloccati, mentre la nostra omologa in Lombardia riceve 80 milioni».Ma l'Arpa Sicilia, più volte accusata nei singoli territori di ritardi e lacune sulle rilevazioni anche in materia di rifiuti tossici, prova a ripartire dal Miapi. Ovvero "Monitoraggio e individuazione delle aree potenzialmente inquinate", con 10 milioni di euro per Sicilia, Campania e Calabria, finanziati dal Pon Sicurezza e gestiti dai ministeri dell'Interno e dell'Ambiente. L'Arpa Sicilia sta già «individuando i siti che potenzialmente possono contenere rifiuti tossici». Si tratta di «discariche pubbliche e private, distribuite su tutto il territorio siciliano, la cui lista è in via di rifinitura per poi essere inviata al ministero» e di «altri siti a rischio contaminazione, a partire da cave e miniere dismesse, sulle quali stiamo incrociando i dati con i tecnici dell'assessorato all'Energia». Su quest'ultimo aspetto un punto di partenza è il dossier della commissione per le miniere dismesse dell'Urps (Unione regionale province siciliane): oltre quella ormai famigerata di Pasquasia (a Enna), le ex cave incriminate sono quelle di Bosco (San Cataldo) Raineri (Mussomeli) Ciavolotta (Agrigento) e San Giuseppe (fra Melilli e Augusta); c'è anche un lago, il Soprano di Serradifalco. Ma visto che in Sicilia giacciono 691 cave dismesse (al fronte di 557 in attività), ci sarà di che sbizzarrirsi. E anche per le discariche la lista di partenza è lunga, perché «prima che le leggi intensificassero i controlli in quei siti entrava e usciva qualunque cosa», sostengono dall'Arpa.La fase successiva del progetto Miapi sarà quella «rilevazioni aeree - rivela il direttore Licata - con mezzi dotati di magnetometri molto sofisticati per misurare la presenza di rifiuti tossici». E infine la terza fase con i sopralluoghi dei tecnici di Arpa e Noe dei carabinieri. «I voli partiranno nel 2014, speriamo di concludere tutte le fasi entro il minor tempo possibile», auspica il direttore Licata. Consapevole che di tempo, per chi deve difendere i cittadini da bombe ecologiche a orologeria. Il tic-tac magari è partito già da decenni. L'esplosione, però, sarà (o è già stata) silenziosa. Come i morti di tumore in più città siciliane avvelenate.twitter: @MarioBarresi- See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=108455/analisi/rifiuti-tossici-ecco-la-mappa-in-sicilia-%C2%ABma-mancano-risorse-per-i-controlli%C2%BB&template=lasiciliait#sthash.Y5w1NXQr.dpuf

Ato Palermo 1. I comuni non pagano, operatori interinali verso il licenziamento


Resteranno a casa dal prossimo sei dicembre gli operai interinali che lavorano per l’Ato Palermo 1. La comunicazione è stata inoltrata dal commissario straordinario dell’ambito, Maurizio Norrito a Orazio Giordano, responsabile della Temporary, la società “che affitta” 103 lavoratori alla Servizi Comunali Integrati che gestisce la spazzatura in 12 comuni del palermitano. La motivazione è che non ci sono più soldi. “I sindaci – spiega Norrito, contattato telefonicamente – avevano sottoscritto un documento con il quale si impegnavano a versare le somme necessarie per garantire gli stipendi ai lavoratori temporary. Quell’impegno – dichiara il commissario – non è stato rispettato. Sono dispiaciuto per i dipendenti ma oggi non c’è nemmeno un euro nelle casse dell’Ato Rifiuti. I comuni nonostante le numerose sollecitazioni e diffide non hanno pagato.”In una prima comunicazione inviata nei giorni scorsi, Norrito aveva annunciato la decisione di restituire 53 operai.Ieri invece, è arrivata la richiesta di licenziamento per tutti i 103 lavoratori. “Se i sindaci pagheranno – continua Norrito – potrò revocare la disposizione, altrimenti la decisione è questa ”. Esasperati gli operai che lanciano l’ennesimo appello ai sindaci per risolvere la questione. Si dicono preoccupati del silenzio degli amministratori locali che si erano impegnati a salvare la loro occupazione. “Nonostante abbiamo ricevuto soltanto qualche settimana fa lo stipendio di settembre – dichiarano – abbiamo continuato a garantire il servizio, facendo anche straordinari non pagati. Senza il nostro lavoro – concludono – il servizio non può essere garantito ” Sulla vicenda interviene anche la Fit Cisl di Partinico che punta il dito contro i sindaci inadempienti: “chi non ha pagato si assuma la propria responsabilita” si legge in una nota. “Che fine ha fatto la riforma degli Ato? Dove sono i cosidetti Aro? Come sempre . continuano i sindacalisti – l’inefficienza politica fa la sua parte. La Fit Cisl annuncia infine azioni di protesta davanti i municipi con il coinvolgimento dell’opinione pubblica. - See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=40709#sthash.ORt8lNYk.dpuf

domenica 17 novembre 2013

domenica 10 novembre 2013

Carini. Dalla Regione via libera all’ARO: il servizio rifiuti sarà gestito in autonomia

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Via libera dalla Regione al progetto presentato dal comune di Carini per la gestione della spazzatura. Il dipartimento Acqua e Rifiuti ha approvato l’Aro (Area di Raccolta Ottimale), un piano che prevede l’esternalizzazione del servizio. Dopo la chiusura definita degli Ato, il comune entrerà a far parte della SRR, ma gestirà il servizio in autonomia. Il prossimo passo sarà quello di affidare la raccolta e lo smaltimento della spazzatura, ad una ditta esterna tramite un bando pubblico. Con il nuovo piano dei rifiuti, l’ente locale dovrebbe risparmiare 2,5 milioni di euro e si impegna a raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2015. Il sindaco Giuseppe Agrusa si dice soddisfatto: “finalmente la Regione ci ha approvato questo progetto che ci permetterà di migliorare l’attuale situazione. Ci auguriamo che la ditta che si aggiudicherà il servizio per 7 anni, ci consenta di raggiungere risultati positivi. E’ necessaria però la collaborazione dei cittadini che devono fare la differenziata”. - See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=40253#sthash.HNcto23j.dpuf

Sciacca, costituzione SRR e A.R.O.: nota dei Consiglieri del Pdl Emmi, Dimino, Milioti e Alba

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mercoledì 6 novembre 2013

Rifiuti: sindacati Palermo, emergenza stipendi per lavoratori Ato

"E' ancora emergenza stipendi per i lavoratori degli Ato del palermitano, Coinres, Ato Palermo 1, Ato Palermo 5, e Ato Alto Belice Ambiente". A denunciarlo chiedendo un incontro alla Regione, sono i sindacati di categoria, Fp Cgil Fit Cisl e Uiltrasporti, con una lettera unitaria che annuncia l'avvio delle procedure per la proclamazione di uno sciopero, nelle prossime settimane. ?Assistiamo ad uno stillicidio di retribuzioni arretrate e non pagate come il caso emblematico del Coinres, dove i lavoratori che svolgono servizio presso il comune di Altavilla Milicia attendono ancora il pagamento delle retribuzioni di dicembre 2012, oltre che delle successive maturate in tempi più recenti? lamentano i tre segretari Valerio Lombardo Fp Cgil, Francesco Ferrara Fit Cisl e Antonino Celano Uiltrasporti. ?Questa situazione, seppure in forma lievemente meno acuta, è estesa a tutti gli altri ex Ato , inoltre, negli ambiti Ato Pa 4 ed Ato Pa2, a pesare, oltre alle difficoltà in termini di retribuzioni, è anche l'anomalia dei pagamenti differiti nel tempo comune per comune, che genera disparità di trattamento tra lavoratori della stessa società. Cosi accade spesso che lavoratori in servizio in un comune abbiano ottenuto le retribuzioni in regola, mentre quelli del comune limitrofo si ritrovino ad attendere anche più di due stipendi in arretrato?. Al Coinres Ato Pa4, lamentano i sindacati, il ritardo nei pagamenti delle retribuzioni, e a seconda del comune di riferimento, oscilla tra le due e le tre mensilità; anche all'Alto Belice Ambiente le mensilità in arretrato sono due, mentre alla Servizi Comunali Integrati Ato Pa1 si attendono ancora le retribuzioni di settembre e ottobre per il personale in somministrazione, quella di ottobre per i dipendenti diretti. Caso a parte quello della Ecologia e Ambiente Ato Pa5, tristemente famosa per la sua ?virtuosità? e crollata rovinosamente come un castello di carte alle prime avvisaglie di burrasca, dove, lamentano i sindacati ?esiste il paradosso del saldo della retribuzione di ottobre già in pagamento quando ancora non risultano erogate il saldo della retribuzione di agosto e settembre a carico dell?amministrazione liquidatoria?. ?Per questo, e per via del perdurare delle anomalie sull'applicazione delle normative in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori, chiediamo un incontro urgente all'assessore regionale all'Energia Marino e al Dipartimento regionale Acque e Rifiuti al quale dovranno prendere parte anche i Commissari straordinari e i liquidatori degli ex Ato, al fine di individuare un percorso condiviso che riesca a garantire, da un lato, la regolarità nel pagamento delle retribuzioni ai lavoratori e dell'altro il regolare svolgimento del servizio?. I tre segretari concludono ?bisogna subito trovare le soluzioni adeguate per scongiurare, gravi situazioni di emergenza igienico-sanitaria, oltre che di ordine pubblico nei territori della provincia di Palermo?.
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/12:31/4422763

domenica 3 novembre 2013

Ecomafie Sicilia = Napoli

SIAMO SECONDI SOLO ALLA CAMPANIA. CON IL ‘RAPPORTO ECOMAFIE 2013 DI LEGAMBIENTE’ SCOPRIAMO CHE, ORMAI, GRAZIE A CONNIVENZE E A UNA FINTA ANTIMAFIA, LA NOSTRA ISOLA INSIDIA IL ‘PRIMATO’ A NAPOLI E DINTORNI…Da Ctzen-la nuova generazione di news made in Catania – ricaviamo le notizie sulle ecomafie, a loro volta ricavate dal ‘Rapporto ecomafie 2013 di Legambiente – Storia e numeri della criminalità ambientale”. Ed apprendiamo la non invidiabile notizia che, finalmente, in materia di infrazioni nella raccolta e nello smaltimento illecito di rifiuti la Sicilia, ha conquistato la seconda posizione nella graduatoria nazionale dei territori più inquinati, superando la Calabria, ponendosi a ridosso immediato della Regione Campana. Complimenti!La percentuale delle infrazioni che consente questo sorpasso è dell’11,8 per cento, con 34 mila casi accertati, dei quali detiene il primato dei delitti contro la fauna e si colloca nei primissimi posti per incendi dolosi, ciclo del cemento e, appunto, nel settore dei rifiuti.Un passo della relazione di Legambiente è illuminante: “Ancora una volta, com’è accaduto per le energie rinnovabili si cerca di cannibalizzare un nuovo e promettente segmento economico per accumulare profitti illeciti, o evitare penali nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi”. Di questi fatti la Magistratura ne ha individuati due nei centri gestiti da Kalat ambiente e molti altri nei Comuni catanesi della costa ionica, mediante l‘Operazione ‘Nuova Jonia’. Questa operazione che ha coinvolto i 14 Comuni dell’Ato 1 di Catania ha portato all’arresto di 27 amministratori e 16 impiegati. Costoro, in combutta con Aimeri ambiente, facevano arricchire il clan Centorino di Calatabiano con la nettezza urbana in cambio di posti di lavoro.Il business delle ecomafie spazia dal ciclo del cemento alle agromafie, dagli incendi boschivi ai massacri della fauna e alla spazzatura. Il core-business però resta la raccolta e la gestione delle discariche dei rifiuti di ogni genere, specialmente di quelli tossici e pericolosamente inquinanti. Anzi, più inquinanti sono, più ricchi sono i vantaggi economici. E questo lucroso affare richiama sempre più clan ad interessarsene ed il fenomeno che, in un primo tempo, era stato scoperto nei Comuni del Catanese, adesso è riscontrabile in quasi tutte le contrade siciliane. E lo ‘sgubbo’ relativo ha raggiunto, secondo le più recenti stime, il ragguardevole montante di 16,7 miliardi di euro. Scusate se è poco!L’affaire combinato della raccolta dei rifiuti abbinata alla gestione delle discariche ha contagiato anche la proliferazione, in Sicilia, di imprese che operano in questo settore: imprese non necessariamente mafiose. Addirittura i titolari di imprese operanti in questo comparto fanno carriera nelle grandi organizzazioni professionali e di categoria, raggiungendone i vertici rappresentativi. E’ in caso di Confindustria Sicilia e del suo vice presidente, Giuseppe Catanzaro.Nell’Agrigentino, per esempio, le ditte Sap di Catanzaro, la Iseda e la Seap del cugino dell’onorevole Angelino Alfano si sono assicurati appalti in materia di raccolta e gestione delle discariche per rifiuti solidi urbani di numerosi Comuni, per importi superiori ai due miliardi di euro. Il tutto senza gara d’appalto. Infatti, da almeno sei anni non si celebrano gare per l’affidamento del servizio di raccolta e discarica dei rifiuti. E la legalità che fine ha fatto?A questo punto una noticina a margine non ci sembra proprio fuori luogo e riguarda Confindustria Sicilia. Ci domandiamo quale interpretazione danno i soci di questa organizzazione alla parola industria. Se l’accezione originaria, dal latino. Che individuava nel termine industria ogni genere di intrapresa che avesse finalità economica, ovvero la specificazione semantica corrispondente alla comparsa della forma di produzione chiamata in Gran Bretagna factory system, da cui per successive approssimazioni si è addivenuti alla concezione dell’industria quale attività manifatturiera.Noi pensiamo che Confindustria Sicilia si rifaccia all’interpretazione classica in quanto di manifatturiero, nelle aziende associate, ci dispiace sottolinearlo, c’è ben poco. Mentre sono diffusissime le imprese operanti nel campo dei servizi e del commercio all’ingrosso. Il nostro augurio è che si converta al più presto all’interpretazione più moderna di factory system. Ne trarrebbe vantaggio tutta l’economia siciliana e il suo sviluppo economico.Da qualche parte si osserverà che quest’ultimo argomento non c’entra con il tema centrale delle precedenti note. Non è così. Lo sviluppo civile della Sicilia passa anche per il suo sviluppo economico e culturale. Se in economia ci si adagia sulle pratiche parassitarie di stampo mafioso di questo cancro non ci libereremo mai.

http://www.linksicilia.it/2013/11/ecomafie-la-sicilia-al-secondo-posto-in-italia-nella-gestione-truffaldina-dei-rifiuti-e-delle-discariche/

venerdì 1 novembre 2013

Rifiuti, Sicilia fuori dagli obiettivi Ue - QdS.it

PALERMO – Nei giorni scorsi, Anci e Conai hanno diffuso il terzo rapporto sulla raccolta differenziata e riciclo nel 2012. Ci sono regioni che migliorano e crescono avvicinandosi alla media nazionale, mentre in Sicilia si registrano i consueti valori che fanno ben figurare persino il deprimente risultato del Mezzogiorno.Alla Regione dovrebbero preoccuparsi e pure parecchio, perché al di là della liquidazione delle Ato e dell'avvio del nuovo sistema di gestione dei rifiuti in mano ai Comuni e alle nuove Società di regolamentazione del servizio dei rifiuti (Srr), ci sono ancora diversi nodi da sciogliere e non riguardano soltanto la tenuta economica del sistema e i debiti pregressi, ma anche gli obiettivi europei da raggiungere nei prossimi anni per riciclo e differenziata che potrebbero avviare pericolose ripercussioni come le procedure di infrazione.C'è tempo fino al 2020 per raggiungere la quota del 50% di avvio a riciclo per Regione. La Sicilia, in questo contesto, gode dell'ultima postazione nazionale. Il dato isolano supera di non molto il 10%, un risultato che si trova a circa un terzo dalla media italiana che sfiora il 40%.Il secondo aspetto riguarda quanto previsto dall'articolo 205 del d.lgs. 152/2006 che fissa per il 31 dicembre del 2012 il raggiungimento di almeno il 65% della raccolta differenziata. Anche in questo caso la Sicilia si trova sul fondo della classica italiana che comunque mantiene in generale una media inferiore a quanto richiesto dall'Europa. I valori più alti si registrano nel nord-est (54,89%), seguito dal nord-ovest (48,63%), dal centro (33,11%), mentre a chiudere troviamo il Sud e le isole (24,97%). E stiamo parlando di un obiettivo che è già scaduto dieci mesi fa, e che nemmeno quest'anno sarà raggiunto.Nel 2012, la Sicilia ha raggiunto complessivamente 297 mila tonnellate di differenziata tra carta, plastica, legno, metalli, imballaggi misti, vetro, frazione umida e verde, raee e altre porzioni minori. Un dato spazzato via dai 2 milioni della Lombardia, dal milione e mezzo dell'Emilia-Romagna e dal milione di Piemonte e Veneto. Il confronto è decisamente impietoso se si passa al dato pro capite. La Sicilia ha infatti il risultato più basso d'Italia, 69,17 kg/ab./anno, che è impietoso se confrontato con la media nazionale (199,74) e ancora di più con Emilia-Romagna (299,77), Trentino-Alto Adige (271,33), Veneto (259,14) e Piemonte (255,74).C'è solo un settore di raccolta che ha permesso alla Sicilia di elevarsi di poco al di sopra della mediocrità e dell'ultimo posto nazionale. Sempre nel 2012, l'Isola ha raccolto circa 13,5 mila tonnellate di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), che si traduce nel 6,05% della raccolta nazionale. Una raccolta cospicua che crolla non appena il dato viene distribuito sulla popolazione regionale, in quanto la media isolana di poco più di 2,7 kg/ab./anno resta comunque inferiore a quella nazionale e di poco superiore ad altre regioni meridionali come Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise. Il dato si mantiene più o meno stabile anche nel primo semestre del 2013, periodo in cui la Sicilia ha portato al ribasso la sua quota percentuale nazionale scivolando al 4,8%.
Rifiuti, Sicilia fuori dagli obiettivi Ue - QdS.it

giovedì 17 ottobre 2013

Per i lavoratori l'Ugl chiede che ci siano garanzie occupazionali e retributive

Tutela dei dipendenti dell’ex Ato Rifiuti Palermo 1 nella fase di costituzione delle nuove strutture ARO/SRR. A chiederlo è l’Ugl che, in una nota di Claudio Marchesini e Antonino Vaccaro, rispettivamente segretario generale provinciale e della Federazione Igiene Ambientale di Palermo, "esprime soddisfazione per l’attenzione manifestata dai sindaci di comuni “virtuosi” sotto il profilo dei pagamenti quali Cinisi, Terrasini e Balestrate, in merito all’ormai prossimo transito del personale verso i costituendi ambiti di raccolta dei rifiuti, con particolare riferimento ai livelli occupazionali e retributivi”.  Nei giorni scorsi, il sindacato ha incontrato a tal proposito il primo cittadino di Balestrate Salvatore Milazzo "che ha manifestato il massimo impegno nella salvaguardia di tutti i lavoratori". "Accogliamo con favore – si legge ancora nella nota – anche l'apertura al dialogo con i sindacati manifestata dal commissario straordinario dell’Ato 1 Maurizio Norrito in questa fase estremamente delicata per il futuro dei lavoratori. L’Ugl ora attende il rispetto degli impegni assunti relativamente al recupero delle somme da parte dei Comuni inadempienti , fondamentali per risolvere i problemi di liquidità in atto e pagare le spettanze in arretrato di oltre due mesi ai dipendenti".

http://www.ilsitodipalermo.it/content/861-i-lavoratori-lugl-chiede-che-ci-siano-garanzie-occupazionali-e-retributive

martedì 15 ottobre 2013

Ato Palermo 1. Norrito: tutti i comuni dovranno passare alla SRR


Il commissario straordinario Maurizio Norrito ha partecipato questa mattina alla riunione per discutere il futuro dei lavoratori dell’Ato Palermo 1. Si è parlato anche della fase transitoria che porterà tutti i comuni verso la nuova società SRR. - See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=39561#sthash.kT1oOvuL.dpuf

sabato 12 ottobre 2013

SRR Terra del Gattopardo

Enna. Partono le SSR che dovranno sostituire gli ATO che tanti danni hanno provocato, nella speranza che sia cambiata anche la mentalità dell’organizzazione di un servizio che ha visto costi elevati ed inefficienza totale. Questo è l’auspicio dell’Assoconsumatori, rappresentato da Pippo Bruno, che si lascia andare in questo sfogo che pubblichiamo, dalle tante perplessità. “La politica negli anni di esistenza degli ATO ha provocato solo danni, tanto da spingere il Sen. Pecorella presidente della commissione di indagine sui rifiuti in Sicilia a scrivere: ” In Sicilia il servizio per la gestione dei rifiuti è esso stesso organizzato per delinquere”. Se tale situazione è cambiata allora c’è veramente da sperare che le SSR daranno una svolta, altrimenti si continuerà come prima, quindi, male , anzi malissimo perché dalle esperienza passata non si è tratto nessun insegnamento. Siamo in Sicilia terra del “gattopardo”, quindi, cambiare per non cambiare. Attualmente lo scenario che si prefigura in provincia di Enna, visto le scelte politiche fatte, non lascia presagire niente di positivo, è ipotizzabile un futuro fatto di maggiori spese per il cittadino ed un disservizio sempre maggiore, fra l’altro sembra proprio, come ipotizzato dal sindaco di Nissoria che i contratti degli amministrativi siano stati maggiorati per consegnare alle SSR nuove e maggiori spese che i cittadini dovranno pagare, quindi, di male in peggio. Il carrozzone creato in modo clientelare continuerà il suo percorso di inefficienza con il tacito consenso delle maggioranze. Gli ARO che dovrebbero crearsi dovranno continuare il percorso sin qui fatto e non sarà possibile nessuna gara “libera” che abbassi i costi, in quello spirito di libera concorrenza prevista dalla legge 9/ 2010, perché esiste un solo monopolio che tutto decide alla faccia delle leggi dello Stato. L’unica alternativa per i cittadini è quella di appellarsi al giudice tributario che essendo baluardo di giustizia saprà dare ragione ai cittadini e torto alle amministrazioni locali che risultano soccombenti per 84% nei ricorsi trattati sui rifiuti. Assoconsumatori come sempre sarà a fianco dei contribuenti e per il rispetto delle leggi dello Stato che va da Campione d’Italia a Pantelleria, anche se per qualcuno si vorrebbe l’Italia ferma a Villa S.Giovanni”.

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venerdì 4 ottobre 2013

SRR Palermo Provincia Ovest gestirà 23 Comuni

La nuova SRR "Palermo provincia Ovest" è costituita per il cinque per cento dalla Provincia Regionale di Palermo e per la restante parte dai comuni soci proporzionalmente al numero degli abitanti: Bisaquino, Bolognetta, Campofiorito, Camporeale, Castronovo di Sicilia, Corleone, Chiusa Sclafani, Giuliana, Godrano, Misilmeri, Monreale, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Prizzi, Roccamena, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Vicari, Lercara Friddi, Contessa Entellina, Marineo, Roccapalumba e  Santa Cristina Gela. La nuova società, che avrà sede a Villa Savoia, a Monreale, si occuperà delle problematiche relative agli impianti ed alla logistica
 L'Assemblea dei sindaci che ha siglato l'atto costitutivo, a Sala Martorana, è stata presieduta dal Commissario straordinario della Provincia Regionale, Domenico Tucci, e dal segretario generale Salvatore Currao. 
Presidente del Cda è stato nominato il sindaco di Monreale Filippo Di Matteo, componenti Vito Matranga, assessore di Piana degli Albanesi, e Nunzio Micieli, funzionario del comune di Misilmeri. “Ringrazio i colleghi – ha dichiarato il presidente Filippo Di Matteo - che all'unanimità mi hanno espresso la loro fiducia, gravandomi di un peso non indifferente, spero che con il consiglio di amministrazione e tutti i componenti dell'assemblea, riusciremo a gestire bene la raccolta dei rifiuti nel pieno rispetto dell'ambiente ed economizzando i costi per far risparmiare i nostri cittadini”.Il Sito di Palermo

martedì 1 ottobre 2013

Fine degli ATO in Sicilia

I vecchi carrozzoni da oggi non esistono più. Ecco i primi nomi di chi andrà a guidare la nuove strutture
di GIUSEPPINA VARSALONA

PALERMO. Chiusi i 27 Ato rifiuti, da oggi i vecchi carrozzoni non esistono più. Al loro posto, sarebbero dovute subentrare 18 Srr (società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti). Ma a oggi sono 13 quelle nate e solo «sulla carta». In attesa, dunque, che la riforma dei rifiuti decolli in maniera organica, l'assessorato regionale all'Energia — guidato da Nicolò Marino — ha nominato 15 commissari straordinari che andranno a gestire sia le Srr e gli Aro (Ambiti di raccolta ottimale) già costituiti ma non ancora operativi, sia gli ambiti in cui le Srr devono ancora nascere: un commissario potrà, quindi, abbracciare più di una Srr. Con un'ordinanza il presidente Crocetta ha dettato le procedure che superano definitivamente la gestione degli Ato. Le Srr sono enti di dimensioni più o meno provinciali in cui si consorzieranno i Comuni ricadenti nelle 9 province, che dovranno gestire il servizio e i relativi appalti per tutte le città e i paesi del territorio. I commissari rimarranno in carica non oltre il 15 gennaio dell'anno prossimo e gestiranno l'organizzazione aziendale degli Ato, procedendo «ad adottare tutti gli atti necessari per effettuare con la massima urgenza il passaggio delle competenze alle Srr o ai Comuni organizzati in forma singola o associata», secondo quanto previsto dalla riforma del 2010, varata da Pier Carmelo Russo e Raffaele Lombardo.In questo modo, i commissari garantiranno la continuità del servizio, avvalendosi della struttura organizzativa, dei mezzi, delle attrezzature e degli impianti attualmente utilizzati dai Consorzi. Nel frattempo, la fase liquidatoria degli Ato sarà gestita dalla Regione, tramite l'assessorato al Bilancio, che nominerà dei sub-liquidatori. Secondo indiscrezioni, ecco alcuni nomi di commissari. Dovrebbe essere Maurizio Norrito, dipendente del dipartimento Rifiuti, a gestire gli Ato 1, 2 e 4 (Partinico, Monreale e Bagheria); Enrico Vella, dell'ufficio di gabinetto dell'assessore Marino, potrebbe essere chiamato a gestire l'ex Ato Caltanissetta 1. Mentre altre caselle potrebbero essere occupate dagli attuali commissari delle province. E così Antonella Liotta, commissario della Provincia di Catania, potrebbe guidare gli Ato del Catanese, mentre Darco Pellos gli Ato del Trapanese. «Era ora di dare un taglio a un sistema che produceva solo debiti e gestiva male il servizio», spiega Marco Lupo, direttore generale dei Rifiuti, il quale assicura che i livelli occupazionali saranno garantiti». A chiedere un sostanziale cambio di rotta è la Cgil: «Come prima cosa — dicono Alfio La Rosa e Mimma Argurio — si superi subito la logica dei commissariamenti, che negli ultimi 13 anni ha solo prodotto deroghe ai limiti ambientali e alla normativa sugli appalti. Se non lo si fa e se non si individuano norme semplici e coordinate anche le Srr rischiano di diventare carrozzoni». Secondo la Cisl, con Dionisio Giordano, la Regione a questo punto «deve incalzare i sindaci per costituire le Srr o gli Aro». Per Claudio Barone, segretario regionale della Uil, «il commissariamento è un primo passo che chiude l'esperienza fallimentare degli Ato, ma adesso bisogna evitare i vizi del passato». 

http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/291577/

Lavoratori Temporary ATO PA1 chiedono chiarimenti

Siamo al primo di ottobre e già da oggi i 102 operai impiegati da sette anni nella gestione dei rifiuti nei comuni serviti dalla Servizi Comunali Integrati sono senza lavoro. Una loro rappresentanza aspetta risposte per il loro futuro all' Assessorato Regionale dell'Energia e dei servizi di pubblica utilità. Notizie rilevano una proroga fino al 30/11/2013. Alle 14:00 i 12 sindaci  saranno in assessorato Regionale  per firmare la proroga. Speriamo in una giusta risoluzione.

sabato 28 settembre 2013

Marino e SRR

La Sicilia svolta nei rifiuti. Da lunedì a mezzanotte gli Ato, gli ambiti territoriali ottimali, non esisteranno più, “ma nel percorso noi dobbiamo vigilare”. Lo ha detto l’assessore all’Energia della Regione siciliana Nicolò Marino.“In passato – spiega – gli Ato sono serviti a riempirli di personale spesso in esubero, assunto senza selezione pubblica o in violazione di legge”. La nascita delle Srr, le società di regolamentazione del servizio di gestione rifiuti, “serve ad evitare che i Comuni sforino il patto di stabilita’ per effetto di questi costi”.La legge, ha spiegato, non permette di far transitare nelle Srr il personale assunto dopo il 2009 e senza concorso. E’ stato cosi’ dato vita a un bacino nel quale fare confluire questi lavoratori: “Quando le Srr avranno bisogno di personale ad esempio con l’avvio della differenziata, dovranno prenderlo da là”.Marino ha poi annunciato interventi di riforma per il sistema delle discariche: “Prediligeremo quelle pubbliche naturalmente ma avremo rispetto dell’imprenditore onesto che ha investito e che, rispettando la legge, ha diritto al guadagno lecito. Per questo stabiliremo canoni minimi e massimi per il conferimento dei rifiuti in discarica dividendo le discariche per tipologia”.

http://palermo.blogsicilia.it/rifiuti-addio-agli-ato-ecco-le-srr-marino-vigileremo-nel-percorso/211040/


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