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sabato 28 dicembre 2013

Rifiuti: Sicilia lancia bandi, 3 discariche a Gela, Enna, Messina

La Regione siciliana lancia bandi di gara europei per tre nuove piattaforme integrate di smaltimento di rifiuti, da realizzare nei territori di Enna, Messina e Gela (Caltanissetta). Lo annunciato il presidente Rosario Crocetta e l'assessore all'Energia Nicolo' Marino, che in una nota danno notizia della pubblicazione dei bandi a opera del direttore del dipartimento Acque e rifiuti, Marco Lupo, nell'ambito della struttura commissariale per l'emergenza rifiuti. A Gela sono previsti l'ampliamento della discarica e la creazione di un impianto di bio stabilizzazione della frazione umida, in modo da renderla conforme alle direttive europee. Di tipologia analoga le discariche che sorgeranno a Enna e a Messina, dove sara' localizzato anche un impianto di smaltimento del percolato. La spesa preventivata e' di circa 30 milioni per Gela, e circa 20 ciascuna per Messina e per Enna. (AGI) . 
http://m.agi.it/palermo/notizie/201312271716-cro-rt10179-rifiuti_sicilia_lancia_bandi_3_discariche_a_gela_enna_messina#.Ur4JNKPSLJs

venerdì 27 dicembre 2013

La Cisl Sicilia boccia la riforma dei rifiuti: "Un fallimento. Ritorno a logiche mafiose"

 La Fit Cisl Sicilia boccia la riforma dei rifiuti. Un "flop" per il sindacato, "certificato da ciò che sta succedendo nella stragrande maggioranza dei comuni della Regione: lavoratori licenziati, come ad esempio i 180 del Coinres, altri in attesa continuamente del pagamento degli stipendi, frammentazione del sistema e il ritorno alle logiche 'mafiose' degli anni '80, con servizi 'consegnati a prenditori improvvisati', che riducono i costi fuori dalle logiche di mercato, con effetti dirompenti sia sulla salute pubblica che sull'incremento del lavoro nero''. Per il segretario generale della Fit Cisl Sicilia, Amedeo Benigno, e il segretario regionale Fit Cisl Ambiente, Dionisio Giordano, "gli Aro sono un fallimento, hanno creato già disoccupazione e confusione, finora sono soltanto 30 i progetti approvati per soli 60 comuni dell'Isola. Ci chiediamo, se i comuni non sono riusciti nel corso degli anni a pagare i servizi agli Ato, creando enormi buchi nel sistema - aggiungono -, come potrebbero essere in grado oggi di gestire direttamente da soli il servizio con gli Aro con puntualità e regolarità''. Così, denunciano i due leader sindacali, ''in molti comuni si sta procedendo licenziando i lavoratori e assegnando il servizio a ditte amiche". "Chiediamo un atto di chiarezza da parte del governo e un controllo sull'operato dei sindaci - concludono -. Si faccia presto a rischio ci sono i posti di lavoro del settore e la tenuta delle condizioni igienico-ambientali dei comuni dell'Isola''.
http://marsala.tp24.it/notizie-inchieste-eventi-a-marsala/la-cisl-sicilia-boccia-la-riforma-dei-rifiuti-un-fallimento-ritorno-a-logiche-mafiose/80043

mercoledì 25 dicembre 2013

Rifiuti, la Regione non rispetta le leggi? Interrogazione di Fabrizio Ferrandelli

Il deputato regionale chiede di sapere il perché delle violazioni di legge nelle gare d’appalto, della mancata adozione della valutazione ambientale strategica con il rischio di perdere i fondi Ue e della mancata attuazione (obbligatoria) del piano di gestionePALERMO – Perché la Regione siciliana ha adottato procedure in deroga con evidente discrezionalità nella scelta delle commissioni aggiudicatrici per la gara da 32 milioni di fondi Ue per i lavori nella discarica di Bellolampo a Palermo? E’ la domanda che pone il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli in una interrogazione al presidente della Regione Rosario Crocetta, di cui si chiede lo svolgimento con urgenza, presentata stamattina. Oggetto: bando di gara per la discarica di Bellolampo a Palermo. L’esponente del Partito democratico chiede inoltre di sapere «se è vero che la Regione continua a indire gare con procedure emergenziali attingendo da fondi Ue, senza alcuna procedura pubblica, e a ritardare l’adozione definitiva del piano con ciò inducendo il preciso e concreto modello dell’emergenza nell’emergenza». Alla base dell’interrogazione del deputato democratico l’interrogazione presentata nei giorni scorsi ai ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Giustizia dal senatore Lucio Barani del gruppo Gal. Una interrogazione, di cui potete leggere qui, che sollevava parecchi dubbi di legittimità sulle azioni del coommissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia: in pratica, secondo Barani, «la Regione siciliana starebbe violando precise procedure di legge in quanto la dichiarazione di emergenza, invocata e ottenuta dalla Regione siciliana in tema di gestione dei rifiuti – ricorda Ferrandelli nell’interrogazione – risulterebbe finalizzata a praticare procedure in deroga a disposizioni legislative ordinarie per gare d’appalto e per l’uso dei fondi dell’Unione europea, nonché a rinviare l’adozione del piano regionale dei rifiuti e i conseguenti obblighi previsti». Un piano, approvato con decreto del ministero dell’Ambiente l’11 luglio del 2012, che la Regione ha «l’onere di eseguire come previsto dall’articolo 2 del decreto legge 43/2013 convertito con modificazioni con la legge 71/2013».Le violazioni di legge sarebbero già avvenute, sostiene Barani, nei lavori della discarica di Bellolampo a Palermo dove «la relativa procedura del bando di gara, adottato con ordinanza 157 del 2013, grazie alle deroghe ottenute dalla Regione, consente di procedere all’aggiudicazione agli stessi uffici regionali emergenziali e non alle stazioni uniche appaltanti come, invece, previsto dalla legge regionale 12/2011» ricorda Ferrandelli.E c’è ancora un’aggravante nel comportamento dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia: la procedura di gara sarebbe avvenuta «nonostante la procedura Vas (valutazione ambientale strategica che è prevista a tutela della trasparenza e salute dei cittadini e prevede un’ampia partecipazione da parte della società) non sia stata ancora avviata né da parte della Regione né da parte del ministero dell’Ambiente» si legge nell’interrogazione. E ciò avrebbe gravi conseguenze pratiche visto che «la mancata adozione della Vas può rendere nulli, sul piano giuridico, i provvedimenti in attuazione del piano (autorizzazioni, investimenti pubblici, scelte degli enti locali e così via)». Ma soprattutto la mancata procedura Vas ha ripercussioni notevoli sul piano della legittimità della spesa dei fondi europei poiché «qualora, alla conclusione della Vas, l’autorità competente ritenga che gli impianti che producono rifiuti da portare a combustione non siano compatibili con la procedura Vas, l’uso dei fondi Ue costituirebbe una grave perdita per l’erario» con profili di responsabilità per chi ha operato e autorizzato. In pratica c’è il rischio che l’utilizzo dei fondi Ue per opere realizzate senza Vas non sia considerato ammissibile dall’Unione europea e che l’intera spesa debba dunque essere poi considerata a carico della Regione. Non solo: chi ha autorizzato il tutto dovrebbe rispondere degli atti “illegittimi” compiuti nel procedimento.
http://www.ilmattinodisicilia.it/rifiuti-la-regione-non-rispetta-le-leggi-interrogazione-di-fabrizio-ferrandelli/

Natale e fine anno con la crisinel 2014 a rischio 36 mila posti di lavoro

Le ultime vertenze aperte sono quelle di Ansaldo Breda e del colosso dei call center Almaviva che minaccia di abbandonare la Sicilia. Ecco quali sono, settore per settore, i posti di lavoro che rischiano di essere cancellatidi GERALDINE PEDROTTITRENTASEIMILA siciliani rischiano di perdere il lavoro da qui alla fine del prossimo anno. Ieri due nuove vertenze: il sit-in delle tute blu di Ansaldo Breda davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Carini e l'allarme sul possibile addio alla Sicilia del colosso dei call center Almaviva: Cgil, Cisl e Uil tracciano una stima shock sulle vertenze pronte a esplodere e sugli effetti della crisi. Crisi che colpisce tutti i settori: dall'edilizia all'industria, dalla formazione professionale ai rifiuti, fino a fiori all'occhiello come l'Etna Valley. "E ai 36 mila  -  dice Claudio Barone, leader della Uil  -  si potrebbero aggiungere i 20 mila precari degli enti locali, la cui salvezza è ancorata all'approvazione della Finanziaria e al superamento del patto di stabilità".EDILIZIA E INDUSTRIASono i settori più colpiti dalla crisi: da sola, l'edilizia dal 2008 a oggi ha lasciato sul terreno 50 mila posti di lavoro, e per l'anno prossimo i sindacati prevedono altri 20 mila licenziamenti. Non va meglio l'industria dove la vertenza più grande resta quella della Fiat di Termini Imerese: i 1.100 operai potrebbero essere licenziati già a metà aprile, se non sarà trovata una soluzione alternativa al Lingotto. Stessa sorte potrebbero subire a febbraio i 196 lavoratori della Keller, azienda di Carini in crisi da oltre vent'anni, i cui lavoratori hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Sempre a Carini rischiano il posto i 147 dellaAnsaldo-Breda, per i quali la società ha chiesto la cassa integrazione che potrebbe trasformarsi in licenziamento. E i 200 lavoratori della Italtel: la cassa integrazione scadrà nel 2014 e per loro l'azienda potrebbe chiedere l'esubero. E proprio oggi, vigilia di Natale, il governatore Crocetta si è recato ai cancelli della fabbrica ma i dirigenti non gli hanno consentito di varcare la porta d'accessoRIFIUTISecondo le stime della Cisl, in mille rischiano di perdere il posto nel caos della riforma regionale del sistema. "Negli ultimi giorni 283 lavoratori dell'Ato Palermo 1 e della Coinres  -  spiega Dionisio Giordano, della Cisl  -  hanno ricevuto lettere di licenziamento, perché  -  nell'attesa che si attui il passaggio dagli Ato alle Srr  -  i Comuni gestiscono il servizio in totale autonomia e assenza di regole, affidando la gestione a ditte private. E la situazione è destinata a peggiorare".FORMAZIONE PROFESSIONALE"In attesa della riforma  -  commenta Michele Pagliaro della Cgil Sicilia  -  gli enti di formazione hanno comunicato l'intenzione di ridurre il personale nel 2014. A rischio sono dai tremila ai quattromila addetti. La riforma non parte, non c'è una prospettiva chiara e gli enti tagliano".TRASPORTO PUBBLICO LOCALELa Cgil teme che il taglio del 10 per cento dei trasferimenti previsti nella Finanziaria regionale si traduca in una riduzione del personale. Per il trasporto su strada i sindacati ipotizzano la perdita di 600 posti di lavoro, mentre quello del comparto marittimo subirà un taglio di 200 dipendenti.CALL CENTERAlmaviva, colosso internazionale del settore, rischia di soccombere sotto i colpi dell'inerzia della Regione. Da oltre un anno l'azienda, presente a Palermo e a Catania con seimila dipendenti, chiede alla Regione una nuova sede. In cambio sarebbe disposta a trasferire la sede legale nell'Isola, pagando qui le tasse, e a creare un polo di Information technology. Ma da Palazzo d'Orleans tutto tace, e Almaviva minaccia di andare via.ELETTRONICA E FARMACEUTICAMeditano l'addio anche le multinazionali dell'Etna Valley. "La farmaceutica  -  dice Ferruccio Donato, della Cgil  -  rischia di subire duri colpi: la Pfizer, il colosso americano che a Catania dà lavoro a 700 persone, ha perso l'esclusiva sulla produzione di un farmaco che dal 2014 potrà essere prodotto ovunque nel mondo, il che ci fa temere per le ricadute sull'Isola. La microelettronica arranca e sono in 400 a rischiare il posto allaMicron, la multinazionale americana che minaccia di ridurre ilpersonale".COMMERCIO E TURISMOIn 134 potrebbero essere licenziati nei prossimi mesi da Acqua Marcia, la società che gestisce alberghi storici come Villa Igiea e l'Hotel delle Palme di Palermo, che potrebbe chiudere. E anche per il commercio si prospetta un altro anno duro. "Pensiamo ai 180 dipendenti Despar di Trapani, Palermo e Agrigento  -  commenta Mimma Calabrò, della Fisascat-Cisl  -  o agli 800 del gruppo Aligrup della Sicilia occidentale. Senza contare le centinaia di negozi che ogni mese chiudono i battenti. Non si può assistere inermi alla morte di interi settori produttivi".c
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/24/news/natale_e_fine_anno_con_la_crisi_nel_2014_a_rischio_36_mila_posti_di_lavoro-74404857/

Approvato dal consiglio comunale di Raffadali il piano Aro

Il piano, realizzato a costo zero per il Comune, perché predisposto, su incarico della giunta, dai tecnici dell'Ato Gesa Ag2,Redazione24 dicembre 2013 MunicipioUn altro importante passo per avviare autonomamente la nuova gestione sui rifiuti. Esprime soddisfazione il sindaco, Giacomo Di Benedetto, il quale annuncia: “Non appena sarà approvato dalla Regione, in particolare dal dipartimento acque e rifiuti, procederemo all’avvio delle operazioni di gara per l’affidamento del servizio”.Il piano, realizzato a costo zero per il Comune, perché predisposto, su incarico della giunta, dai tecnici dell’Ato Gesa Ag2, prevede: la copertura del servizio sull’intero territorio comunale, il mantenimento degli attuali organici di personale, la raccolta, stoccaggio e smaltimento degli ingombranti, il censimento e fornitura capillare a tutte le famiglie di appositi contenitori per la differenziata, la campagna di sensibilizzazione, informazione e formazione sulla raccolta differenziata, la raccolta differenziata porta a porta, l’eliminazione dei cassonetti per le vie, lo spazzamento manuale e meccanizzato sull’intero territorio urbano, il funzionamento del CCR (centro comunale di raccolta) e migliore servizio e tutela dell’ambiente.Sempre nel corso dell’ultima seduta del Consiglio, è stata deliberata, su proposta dell’amministrazione attiva, la  dismissione delle partecipazioni del Comune nel patto territoriale “Empedocle” in considerazione della sua inutilità, nella  società Voltano SPA, ritenuta non utile al fine del perseguimento dei fini istituzionali del comune di Raffadali. “Tale importante decisione  si aggiunge alle molteplici iniziative da me intraprese in precedenza – spiega il sindaco -  finalizzate a chiudere una società ritenuta inutile e fonte di sprechi. Occorre ricordare che ho già chiesto la convocazione di una seduta straordinaria dei soci del Voltano, con all’ordine del giorno lo scioglimento della società e la nomina dei liquidatori. Parallelamente avvieremo le procedure di fuoriuscita”.Altri punti approvati dal Consiglio comunale riguardano un debito fuori bilancio per rapporti contratti con un’impresa, senza alcuna copertura finanziaria, dalla passata amministrazione, e l’aggiornamento, con nuovi progetti, del programma triennale delle opere pubbliche.
http://m.raffadali.agrigentonotizie.it/piani-aro-rifiuti-comune-raffadali-24-dicembre-2013.html

RIFIUTI, RIVOLUZIONE IN VISTA: INIZIA LA CORSA ALLA DIFFERENZIATA RIFIUTI, RIVOLUZIONE IN VISTA: INIZIA LA CORSA ALLA DIFFERENZIATA

Il countdown sta per scadere. Tra le prime risposte del nuovo anno, ci sarà quella che riguarda la forte accelerazione che la Regione siciliana cerca di produrre in materia di smaltimento di rifiuti. Ma se tra sigle e vecchie società d’ambito, c’è ancora da fare chiarezza, gli Ato diventano Aro, ed erediteranno i rapporti con le discariche e le piattaforme di conferimento ambiti di raccolta ottimali. Un’importante scadenza sta per avvicinarsi.Chi gestisce discariche, sarà chiamato infatti a realizzare impianti di pretrattamento al fine di aumentare il volume della raccolta differenziata e del recupero di materiali riciclabili. Lo prevede una circolare della Regione siciliana. Il termine entro il quale i gestori possono chiedere l’autorizzazione a realizzare gli impianti di pretrattamento, è in avvicinamento, il 31 dicembre prossimo.L’obiettivo, più che un auspicio, fissato dalla legge è quello di raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata ed il 50% di materiale riciclabile. È contenuto nelle prossime gare bandite dai Comuni, l’obbligo di prevedere regole che aumentino esponenzialmente la raccolta differenziata.Intanto, un secondo momento che concerne la raccolta porta a porta, che si aggiunge al precedente avviato negli anni scorsi, riguarderà le zone Centro Storico, Brancaccio, Politeama, Borgo Vecchio e Strasburgo. L’iniziativa coinvolgerà oltre centomila residenti. L’impegno economico sarà di 12 milioni, fondi stanziati dal ministero dell’Ambiente in accordo con la Regione.Il servizio sarà avviato dal prossimo febbraio con la distribuzione del kit e la fase di start up. A marzo l’attivazione su un campione di 10 mila abitanti. Si procederà per step successivi di 10 mila e 20 mila abitanti fino ad arrivare a regime, nell’arco di un anno.

Il countdown sta per scadere. Tra le prime risposte del nuovo anno, ci sarà quella che riguarda la forte accelerazione che la Regione siciliana cerca di produrre in materia di smaltimento di rifiuti. Ma se tra sigle e vecchie società d’ambito, c’è ancora da fare chiarezza, gli Ato diventano Aro, ed erediteranno i rapporti con le discariche e le piattaforme di conferimento ambiti di raccolta ottimali. Un’importante scadenza sta per avvicinarsi.Chi gestisce discariche, sarà chiamato infatti a realizzare impianti di pretrattamento al fine di aumentare il volume della raccolta differenziata e del recupero di materiali riciclabili. Lo prevede una circolare della Regione siciliana. Il termine entro il quale i gestori possono chiedere l’autorizzazione a realizzare gli impianti di pretrattamento, è in avvicinamento, il 31 dicembre prossimo.L’obiettivo, più che un auspicio, fissato dalla legge è quello di raggiungere entro il 2015 il 65% di raccolta differenziata ed il 50% di materiale riciclabile. È contenuto nelle prossime gare bandite dai Comuni, l’obbligo di prevedere regole che aumentino esponenzialmente la raccolta differenziata.Intanto, un secondo momento che concerne la raccolta porta a porta, che si aggiunge al precedente avviato negli anni scorsi, riguarderà le zone Centro Storico, Brancaccio, Politeama, Borgo Vecchio e Strasburgo. L’iniziativa coinvolgerà oltre centomila residenti. L’impegno economico sarà di 12 milioni, fondi stanziati dal ministero dell’Ambiente in accordo con la Regione.Il servizio sarà avviato dal prossimo febbraio con la distribuzione del kit e la fase di start up. A marzo l’attivazione su un campione di 10 mila abitanti. Si procederà per step successivi di 10 mila e 20 mila abitanti fino ad arrivare a regime, nell’arco di un anno.
http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/65220/rifiuti-rivoluzione-in-vista-inizia-la-corsa-alla-differenziata

lunedì 23 dicembre 2013

Sicilia, Rifiuti: “Riforma flop, governo faccia chiarezza

“Il flop del governo regionale sulla riorganizzazione del servizio di gestione della raccolta rifiuti nell’Isola è ormai certificato da ciò che sta succedendo nella stragrande maggioranza dei comuni della Regione: lavoratori licenziati come ad esempio i 180 del Coinres, altri in attesa continuamente del pagamento degli stipendi, frammentazione del sistema e il ritorno alle logiche ‘mafiose’ degli anni ’80 con servizi ‘consegnati a prenditori improvvisati’ che riducono i costi fuori dalle logiche di mercato, con effetti dirompenti sia sulla salute pubblica che sull’incremento del lavoro nero”.Cosi la Fit Cisl Sicilia per voce del Segretario generale Amedeo Benigno e del Segretario regionale Fit Cisl AmbienteDionisio Giordano, interviene sulla vertenza rifiuti denunciando “Avere annunciato e poi certificato il ritorno ai comuni del servizio di Igiene ambientale, senza avere conseguenzialmente imposto ai primi cittadini il rispetto delle linee guida del passaggio dal vecchio al nuovo sistema, dagli Ato alle Srr e agli Aro, è responsabilità politica di questo governo. Gli Aro sono un fallimento, hanno creato già disoccupazione e confusione, finora sono soltanto 30 i progetti approvati per soli 60 comuni dell’Isola”.“Ci chiediamo, se i comuni non sono riusciti nel corso degli anni a pagare i servizi agli Ato, creando enormi buchi nel sistema, come potrebbero essere in grado oggi di gestire direttamente da soli il servizio con gli Aro con puntualità e regolarità”.Benigno e Giordano aggiungono “piuttosto in molti comuni si sta procedendo licenziando i lavoratori e assegnando il servizio a ditte amiche. Un fallimento che certifica l’assenza di una governance, che ha avuto solo l’esigenza di far si che la Regione si svincolasse economicamente da un sistema che certamente ha creato un buco economico non indifferente, richiedendo una riorganizzazione, ma che almeno sul piano della legalità, ha consentito ai lavoratori di essere regolarizzati e alle imprese di gestire servizi su logiche almeno provinciali e non da condominio”.Benigno e Giordano concludono “con questa confusione sui passaggi agli Aro, il governo si assume la responsabilità dei licenziamenti dei lavoratori del settore. Chiediamo un atto di chiarezza da parte del governo e un controllo sull’operato dei sindaci, si faccia presto a rischio ci sono i posti di lavoro del settore e la tenuta delle condizioni igienico-ambientali dei comuni dell’Isola”.
http://www.ilmoderatore.it/2013/12/23/sicilia-rifiuti-riforma-flop-governo-faccia-chiarezza-50843/

venerdì 20 dicembre 2013

Rifiuti, Aro ci siamo quasi: lunedì Terrasini, Cinisi e Borgetto firmeranno la convenzione

L'appuntamento è lunedì 23 dicembre 2013 alle 9 presso il Comune di CinisiUfficio stampa Comune di Terrasini20 dicembre 2013 Comunicato StampaDopo l’approvazione da parte dei rispettivi consigli comunali, i sindaci diTerrasini, Cinisi e Borgetto firmeranno la convenzione per il progetto ARO per la gestione comune del servizio di raccolta rifiuti.Gli ARO, infatti, sono “Aree di Raccolta Ottimale” formate da Comuni per la gestione in forma associata dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti.L’appuntamento è fissato presso il Comune di Cinisi per lunedì 23 dicembre 2013, alle ore 9,00. Successivamente il progetto sarà trasmesso alla Regione Siciliana per l’approvazione definitiva. Anche in questo caso si tratta di un passo avanti per il ritorno della gestione dei rifiuti ai Comuni.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-cinisi-terrasini-borgetto-firma-aro.html

mercoledì 18 dicembre 2013

Rifiuti, nasce "Palermo area metropolitana": raggrupperà 22 comuni

Sarà la società per la regolamentazione del servizio gestione dei rifiuti più grande della Sicilia: sono 22 i comuni inglobati nella nuova Srr. Il vicesindaco Cesare Lapiana sarà il presidente, a fianco di Roberto Celiaco (vice presidente) e Antonino OddoAlessia Cannizzaro18 dicembre 2013 Il vicepresidente del cda, Roberto CeliacoComunicato StampaCostituita questa mattina la società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti che raggrupperà i 22 comuni della fascia costiera, da Partinico a Santa Flavia. La Srr "Palermo Area Metropolitana" sarà la più grande della Sicilia in quanto si occuperà della regolamentazione dei servizi dei rifiuti di oltre un milione di abitanti. Contestualmente alla costituzione della ocietà, il cui incontro si è svolto a Palazzo Comitini, è stato eletto anche il consiglio d’amministrazione.Il vicesindaco Cesare Lapiana è stato eletto Presidente della Srr, l’ingegnereRoberto Celico, attuale liquidatore e rappresentante legale del Coinres Ato Pa4 sarà invece il vicepresidente. Eletto anche il commissario prefettizio del Comune di Montelepre, Antonino Oddo, in qualità di terzo membro del cda. Con la costituzione della Srr “Palermo Area Metropolitana” si è conclusa la prima parte della riforma dei rifiuti fortemente voluta dal presidente della Regione sicilianaRosario Crocetta.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-costituita-srr-palermo-area-metropolitana.html

mercoledì 11 dicembre 2013

Rifiuti: audizione assessore Sicilia in commissione Antimafia, discariche ai raggi X

Audizione in commissione Antimafia all'Asssemblea regionale siciliana dell'assessore regionale all'Energia della Sicilia, Nicolò Marino. Al centro dei lavori il tema delle discariche nell'Isola. "E' stata la commissione all'unanimità nell'ultima seduta - spiega il presidente dell'organismo, Nello Musumeci - a decidere di accendere i riflettori sulla problematica legate alle discariche". L'esponente del Governo Crocetta, al centro di una dura polemica con il numero due di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, proprio sulla gestione dei rifiuti nell'Isola, era già stato sentito lo scorso ottobre dalla commissione Antimafia dell'Ars. Allora al centro dell'audizione c'era stata la vicenda legata ai termovalorizzatori. "Si tratta per noi di normale attività di indagine, in relazione alle competenze specifiche della Regione e degli enti ad essa sottoposti" spiega Musumeci.(10 dicembre 2013 ore 19.02)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/18:48/4438774

Rifiuti e favori: la DDA accusa i vertici dell'Aimeri e dell'Ato. Coinvolto l'ex senatore Papania

Martedì 10 Dicembre 2013 17:28E' scoppiato ieri lo scandalo sullo smaltimento dei rifiuti in provincia di Trapani. Un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha scoperto le carte. A finire sotto inchiesta, ci sono 8 nomi noti: l'ex senatore del PD, Nino Papania (nella foto), i responsabili della Sicilfert di Marsala, Michele, Pietro e Caterina Foderà, il direttore generale prima e liquidatore poi della società Ato Tp 1 Terra dei Fenici, Salvatore Alestra, il direttore Area Sud dell'Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, il...capo dell'impianto di Trapani gestito dalla stessa società, Salvatore Reina, l'amministratore dell'Agesp (subappaltatrice per conto dell'Aimeri), Gregory Bongiorno. Tutti rispondono di omissione di controllo e violazione delle norme in materia ambientale ed hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Secondo l'accusa, non sarebbero stati smaltiti a dovere i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata in una sfilza di comuni della nostra Provincia: Marsala, Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Pantelleria, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice. I rifiuti, regolarmente differenziati dai cittadini, sarebbero stati invece ammassati nel centro di compostaggio gestito dalla Sicilfert proprio a Marsala. In particolare, appaiono alquanto delicate le posizioni di Alestra, Colimberti e Papania che sono accusati di corruzione, concussione e omissione in atti d'ufficio in concorso tra di loro. Alestra e Colimberti per non aver vigilato sul corretto smaltimento dei rifiuti nel periodo che va dal 2010 al 2012, l'ex senatore del PD, risulta invece indagato per corruzione. In cambio dei mancati controlli sulla gestione del servizio, si sarebbe arrivati a chiedere posti di lavoro. A tal proposito, il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato ed i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella, hanno chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di inoltrare al Senato della Repubblica, la richiesta di utilizzare le intercettazioni delle conversazioni di Papania, quando questi occupava un seggio a Palazzo Madama. Secondo l'accusa, il democratico avrebbe ottenuto l'assunzione di numerose persone “A lui gradite e da lui segnalate”. “Non sapevo di essere indagato – sono state le prime parole di Papania –, sapevo solo che un avviso di garanzia sarebbe arrivato ad altri ma non a me. Replicherò quando prenderò visione degli atti”. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Papania avrebbe fatto prevalere il suo ruolo di parlamentare per fare “pressioni” sul direttore dell'Ato, Alestra, affinchè quest'ultimo attenuasse i controlli sul lavoro dell'Aimeri, dietro richiesta di Colimberti. Papania peraltro, è indagato dalla Procura di Trapani anche per un presunto caso di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni amministrative ad Alcamo. L'indagine scaturisce da quella in cui l'ex parlamentare risulta parte lesa per via di alcune intimidazioni subite. Papania infatti, fu oggetto di attentati da parte di soggetti impiegati nella campagna elettorale che avrebbero preteso garanzie per essere assunti presso l'Aimeri. In cambio, sia Papania che Alestra, avrebbero ottenuto assunzioni nella ditta Aimeri Ambiente. Per Salvatore Alestra, ieri, è intervenuto il suo legale, l'avvocato Massimo Mattozzi: “Il mio assistito è estraneo ai reati che gli vengono contestati e considerato il suo ruolo di direttore non è responsabile di eventuali ipotesi di inquinamento. Il reato di corruzione che gli viene contestato è inesistente e lo dimostra il fatto che è stato lo stesso Alestra ad applicare delle pesanti sanzioni penali all'Aimeri. Sono stati decurtati dei soldi dai pagamenti eseguiti dall'Ato in favore della stessa ditta”. La difesa di Orazio Colimberti – peraltro già coinvolto in inchieste giudiziarie quando era dirigente dell'Amia di Palermo – sta valutando l'ipotesi di chiedere un interrogatorio per il suo assistito. “Non ci sono gli estremi per la contestazione dei reati ambientali – ha spiegato l'avvocato Valentina Castellucci – visto che Colimberti non aveva alcun ruolo operativo nel controllo dei rifiuti conferiti. Sulla ipotesi di corruzione riteniamo che basti citare il fatto che esiste un contenzioso civile per le pesanti penali applicate all'Aimeri”. Ora la parola spetta al GIP che deve decidere se chiedere o meno al Parlamento italiano l'autorizzazione ad utilizzare il materiale probatorio che riguarderebbe Papania. I Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente che ascoltavano le conversazioni di Alestra e Colimberti, si sono imbattuti in 13 conversazioni e ben 69 messaggi del senatore. Nel maggio 2013, nel corso di una perquisizione effettuata negli uffici dell'Aimeri Ambiente, sono stati sequestrati dei documenti da cui emergerebbero le indicazioni delle persone che Papania avrebbe chiesto di assumere a Colimberti. L'avvocato marsalese Paolo Paladino respinge invece le accuse mosse a Salvatore Reina: “Siamo certi che non ha avuto alcuna responsabilità anche per la qualifica rivestita, ma ci riserviamo di esprimere la nostra posizione dopo avere letto tutti i 19 faldoni delle indagini”. Per Michele, Pietro e Caterina Foderà, è intervenuto il legale lilybetano Giuseppe Cavasino che ha specificato che “... ogni volta che i camion trasportavano rifiuti non conformi i Foderà hanno rispedito indietro gli stessi impedendo il conferimento”. Nell'inchiesta, solo per i presunti illeciti ambientali, è coinvolto anche Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, che con la sua Agesp ha ottenuto alcuni lavori in subappalto dall'Ato: “Ho chiesto di essere sentito dai magistrati – ha fatto sapere Bongiorno – con la convinzione di potere dimostrare l'estraneità della ditta. Se il cittadino getta la plastica fra i rifiuti inorganici la selezione diventa impossibile”. Come era prevedibile, la vicenda ha finito per condizionare la prima parte della seduta del Consiglio comunale di Marsala che in questi giorni si riunisce quasi quotidianamente in vista dell'approvazione del Bilancio. “Per una volta tanto la politica è arrivata prima della Magistratura – ha detto il capogruppo del PSI, Michele Gandolfo nella sua veste di presidente della Commissione d'Inchiesta sull'Ato –. Avevamo chiesto all'Ato dei chiarimenti sul ruolo di Alestra, inoltre siamo in possesso delle carte che dimostrano come il comune di Marsala abbia sottovalutato la cosa. Nel corso di una riunione il comune di Trapani aveva sollevato la questione su presunti di favoreggiamenti in cambio di assunzioni ma, per responsabilità dei rappresentanti lilybetani, la cosa fu fatta cadere nell'oblio”. Come si ricorderà le conclusioni della Commissione d'Inchiesta sull'Ato, furono contestate dal Presidente del Consiglio comunale, Enzo Sturiano, in quanto erano diventate di minoranza perchè le firme a sostegno della relazione stessa erano soltanto cinque. Nelle scorse settimane, alla Commissione fu concessa una proroga di ulteriori 90 giorni. “Ho convocato la Commissione nei giorni 17 e 20 dicembre – ha detto Gandolfo – ma potrebbero essere le ultime riunioni in quanto mi trovo davanti ad un muro di gomma. Chiedo i documenti all'Ato ed al Comune ma non arrivano. Addirittura l'Ato mi ha risposto che le carte da noi richieste sono state sequestrate dall'Autorità giudiziaria ed inoltre la società d'ambito ha un solo dipendente che non può assolvere a tutta la mole di lavoro. Se così fosse, dopo queste due sedute, invierò gli atti alla Commissione nazionale Anticorruzione.
http://www.marsalace.it/web/politica/9814-rifiuti-e-favori-la-dda-accusa-i-vertici-dellaimeri-e-dellato-coinvolto-lex-senatore-papania

martedì 10 dicembre 2013

Rifiuti, da luglio senza stipendio: 300 netturbini in sciopero nel trapanese

La mobilitazione è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uilcommenta  0     vota  1    invia     stampa                Palermo, 9 dic. - (Adnkronos) - Netturbini sul piede di guerra nel trapanese. Ha preso il via oggi lo sciopero di due giorni dei 300 lavoratori della Belice Ambiente Spa, che reclamano il pagamento degli stipendi di luglio, agosto e settembre. La mobilitazione è stata proclamata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil (settore ambiente), rispettivamente rappresentate da Nicola Del Serro, Giovanni Montana e Giorgio Macaddino.''La nostra posizione - affermano i sindacalisti - è durissima circa la possibilità di procedere al pagamento di fatture verso i fornitori con le somme messe a disposizione dalla Regione siciliana". I sindacati chiedono l'intervento del prefetto di Trapani per dissuadere il liquidatore della società nel procedere alla gestione di tali anticipi dalla Regione in favore del comune di Petrosino per saldare debiti verso i fornitori."Chiediamo con fermezza l'uso di tali somme per far fronte al legittimo pagamento delle mensilità pregresse. Ci riserviamo infine - concludono - di mettere in atto ulteriori strategie e attività democratiche per far valere le ragioni dei lavoratori''.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sicilia/Rifiuti-da-luglio-senza-stipendio-300-netturbini-in-sciopero-nel-trapanese_32967886483.html

giovedì 5 dicembre 2013

Ato Rifiuti Pa 1. Ratificato accordo su assorbimento personale

Confermato, con atto deliberativo, l’accordo raggiunto il 24 settembre scorso tra i sindaci soci dell’ambito territoriale ottimale Palermo 1 in liquidazione, sulla ripartizione del personale dipendente e dei lavoratori interinali. Ad eccezione dei distinguo sollevati dai commissari prefettizi che guidano il comune di Isola delle Femmine e dal sindaco di Capaci Sebastiano Napoli, i quali sostengono di potere fare a meno rispettivamente di 8 e di una unità, la proposta, che prevede l’assorbimento in toto dei 215 dipendenti che, tra amministrativi ed operai, dagli enti locali erano transitati nella Servizi Comunali Integrati, e dei 102 lavoratori in affitto, è stata approvata a larga maggioranza. Un atto formale che dovrebbe garantire, nel passaggio alle costituende srr o liberi consorzi, l’occupazione di quanti in questi anni hanno garantito il servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio dei 12 comuni del comprensorio. Carini assorbirà 81 unità: 45 dipendenti e 36 interinali; Partinico 65, Terrasini 30, Cinisi 29, Capaci 28, Isola delle Femmine 22, Balestrate 14, Borgetto 13, Montelepre 11, Torretta e Trappeto 8 ciascuno, e infine, Giardinello: 4. La suddivisione della forza lavoro è stata suddivisa in proporzione alle quote societarie finora rappresentate in seno alla Servizi Comunali Integrati che dal 31 dicembre cesserà di esistere. Nel corso della riunione di ieri, infine, gli amministratori si sono impegnati a garantire già da oggi in versamenti necessari per pagare i fornitori, ma soprattutto per garantire la copertura finanziaria per corrispondere lo stipendio della mensilità in corso ai lavoratori interinali. - See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/?p=41091#sthash.CvzxYJcz.dpuf

martedì 3 dicembre 2013

Rifiuti, Marino su Catanzaro: “Tracotanza che supera ogni limite”

Ambiente 03 dicembre 2013di Redazione“Ritengo che la tracotanza di gestori privati di discariche, non esercenti una mera attività di impresa ma concessionari di un servizio pubblico, spesso in regime di monopolio, abbia superato il limite. Non siamo più disponibili ad accettare tutto ciò“.Il destinatario del commento al vetriolo di Nicolò Marino, assessore regionale all’Energia è Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Siciliache la scorsa settimana ha querelato l’ex pm a causa di “calunniose esternazioni pubbliche”.GUARDA IL VIDEO
Clima sempre più teso dunque tra l’assessore e il numero 2 di Confindustria Sicilia. I rapporti fra Marino e Catanzaro non erano mai stati buoni ma lo scontro vero e proprio inizia con l’inchiesta del’Espresso sul ciclo dei rifiuti. In quella occasione Marino lanciava le sue accuse sostenendo che fare l’assessore ai rifiuti è pericoloso tanto quanto indagare sulle stragi di mafia. Da lì in poi un escalation di accuse a chi cerca di isolarlo, allontanarlo dal Presidente della regione e tutelare gli interessi privati nel ciclo dei rifiuti.Marino, rispondendo al giornalista de L’Espresso parlava di una sua circolare che impone modifiche alle 4 discariche private esistenti in Sicilia. Senza far nomi, poi, aggiungeva “se vuole comprendere di chi parlo guardi chi ci attacca sui giornali”.Fra le 4 discariche private in Sicilia c’è anche quella di Siculiana gestita dai fratelli Catanzaro, Giuseppe e Lorenzo. Adesso Marino torna sulla questione, con alcune puntualizzazioni che dichiarano guerra a Catanzaro: “Non accadrà più che l’amministrazione della cosa pubblica in Sicilia determini condizioni di oligopolio o monopolio privato. Stiamo valutando gli atti amministrativi che hanno scelleratamente consentito questa anomalia del sistema“.
http://agrigento.blogsicilia.it/rifiuti-marino-su-catanzaro-tracotanza-che-supera-ogni-limite/225147/

Sicilia: rifiuti in mare, sequestrato impianto di smaltimento Profineco a Termini Imerese

3 dicembre 2013 Di Ciro Formisano -Colpo grosso nell’attivita’ di contrasto all’illeciti ambientali, gli uomini della guardia costiera di Termini Imerese e dell’Arpa di Palermo hanno portato a termine una importante attivita’ di repressione allo smaltimento illecito di rifiuti, sequestrando l’impianto di depurazione di proprieta’ della Profineco s.p.a. sito nella zona industriale di Termini Imerese.Si tratta di un impianto importante nel territorio dell’isola, nel quale sono state smaltite quantita’ rilevanti di percolato proveniente dalla discarica di Bellolampo ed altri rifiuti liquidi di vario genere provenienti anche dalla raffineria di gela. L’attivita’ di indagine ha preso le mosse da alcune verifiche effettuate dal personale della guardia costiera sul litorale – proprio nei pressi della zona industriale – dove e’ stato accertato lo sversamento in mare di liquami altamente inquinanti.Eseguite quindi le analisi a cura dell’arpa di Palermo si e’ risaliti proprio alla Profineco che, anziche’ effettuare il previsto trattamento di depurazione dei rifiuti, riversava i liquidi nella condotta di acque bianche di proprieta’ dell’Irsap (ex consorzio asi) per poi sfociare in mare.Nello scorso novembre e’ stato pertanto eseguito un controllo congiunto presso l’impianto Profineco al quale hanno partecipato oltre i tecnici dell’arpa anche i rappresentati dell’ufficio rifiuti della provincia regionale di Palermo.In quella occasione i tecnici intervenuti hanno potuto verificare il sostanziale malfunzionamento dell’impianto nel suo complesso e l’immissione dei suddetti rifiuti liquidi nella condotta di acque bianche (e quindi direttamente in mare).Intervenuto pertanto il personale della guardia costiera, si e’ ritenuto di dovere procedere al sequestro di tutte le strutture per evitare il permanere del grave stato di contaminazione ambientale e deferire alla procura della repubblica di Termini Imerese il legale rappresentante della societa’ per violazione delle norme ambientali. Il sequestro e’ stato convalidato dal gip di Termini iIerese e l’assessorato regionale all’energia ha sospeso per almeno sei mesi l’aia (autorizzazione integrata ambientale) di cui e’ in possesso Profineco.- See more at: http://www.resapubblica.it/cronaca/sicilia-rifiuti-in-mare-sequestrato-impianto-di-smaltimento-a-termini-imerese/#sthash.nSz9l9jE.dpuf
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lunedì 2 dicembre 2013

Rifiuti tossici

Il Procuratore Lari: "Siamo vicini alla verità"di Giorgio Bongiovanni - 2 dicembre 2013Da quando sono state desecretate le dichiarazioni del pentito di Camorra, Carmine Schiavone, risalenti al 1997, durante un'audizione della commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie, diverse Procure d'Italia, dalla Campania alla Puglia fino alla Sicilia, hanno iniziato ad avviare alcune verifiche. “Il sistema - raccontava Schiavone - era unico, dalla Sicilia alla Campania... Non è che lì rifiutassero i soldi. Che poteva importargli, a loro, se la gente moriva o non moriva? L'essenziale era il business”.In realtà le parole dell'ex boss dei Casalesi non colgono totalmente di sorpresa. L'ultimo rapporto “Ecomafie” di Legambiente parla di affari per 16,7 miliardi di euro l'anno, basato solo sui reati accertati. Il che significa che il giro monetario è in realtà spaventosamente maggiore. Non bisogna poi dimenticare le rivelazioni che il pentito Leonardo Messina, che oltre ad essere mafioso lavorava come caposquadra nella miniera di sali potassici al confine fra Enna e Caltanissetta, riferì al giudice Paolo Borsellino, il 30 giugno 1992, in merito alle scorie nucleari sotterrate a Pasquasia. “Cosa Nostra usava dal 1984 le gallerie sotterranee per smaltirle”. Un caso, quest'ultimo, di cui ci siamo occupati in passato con un cospicuo dossier, che mette in luce inquietanti verità.Non solo la “Terra dei fuochi”, quindi, è al centro di questo scandalo nazionale ed internazionale, dato che molti rifiuti provengono anche dal nord Europa. In Campania, come in Puglia, la Dda ha iniziato ad effettuare alcune verificheproprio alla luce delle rivelazioni di Schiavone ed anche in Sicilia diverse Procure hanno iniziato ad approfondire la questione. Ed ancora, secondo Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sel, “per anni un traffico di rifiuti speciali ha interessato la Sicilia, usata come enorme pattumiera con ingenti guadagni per i clan mafiosi, in un contesto di silenzio generale delle autorità preposte al controllo del territorio. Appare logico ipotizzare che l’area mineraria dismessa tra le province di Enna e Caltanissetta, a causa della totale mancanza di vigilanza, possa essere identificata come l’area finale dello stoccaggio illegale dei rifiuti speciali. Anche per via di una forte presenza mafiosa nel territorio”. Palazzotto, lo scorso 22 maggio, ha depositato una interrogazione parlamentare sui misteri della miniera nissena di Bosco Palo, tra Serradifalco e San Cataldo, legata a presunti traffici illeciti di rifiuti ospedalieri oltre che a una escalation di dati preoccupanti su salute e ambiente. Secondo Palazzotto altre miniere abbandonate ma anche terreni agricoli potrebbero benissimo ospitare tonnellate di scorie e veleni.La Procura di Caltanissetta, sta provvedendo a far luce proprio sulle miniere di Serradifalco (definite come la “Chernobyl del Vallone”). A coordinare l'inchiesta, fascicolo aperto contro ignoti, è lo stesso Procuratore Capo Sergio Lari, coadiuvato dal sostituto procuratore Lia Sava, che nei giorni scorsi ha detto: “Siamo a una fase decisiva, la verità è vicina”. Si parla di rifiuti tossici (amianto e residui ospedalieri di certo, ma c’è anche l’ipotesi di scorie nucleari) che riguarda soprattutto l’ex miniera di sali potassici di Bosco Palo, dismessa dal 1988, ma anche altre strutture della zona. A parlare dell'indagine è il giornale La Sicilia.Sarebbe partita nel 2012 e si muoverebbe nell'ambito di tre filoni, quello del traffico illecito di rifiuti, disastro ambientale e omissione di atti di ufficio da parte di alcune istituzioni. “Siamo a buon punto – prosegue Lari – e aspettiamo l’esito degli ultimi accertamenti tecnici del Noe dei carabinieri, oltre che i risultati di altre perizie che abbiamo chiesto a specialisti in materia. Entro Natale dovremmo avere gli elementi che ci servono”. Importanti per le indagini le denunce di Totò Alaimo, che il quotidiano definisce come “l’Erin Brockovic del Vallone”, il quale ha raccolto una enciclopedica documentazione su ciò che è accaduto nell’ultimo trentennio in questi luoghi che davano lavoro e adesso dispensano solo morte. Basandosi sul Registro dei Tumori di Ragusa e Caltanissetta è infatti emerso che negli 11 comuni del Vallone si muore molto di più che nella Gela del famigerato Petrolchimico, il 43% contro l’11%; i tumori al sangue sono quelli più in crescita: +108% nella zona delle miniere a fronte di un +42% della zona industriale. Del resto lo aveva detto anche il pentito Schiavone, riferendosi ai rifiuti tossici del Casertano: “Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni rischiano di morire tutti di cancro”. E se i rifiuti sono stati seppelliti in più angoli d'Italia non è che gli altri abitanti siano immuni. E' lecito quindi pensare che il sud, la Campania, la Sicilia e forse altre Regioni del Mezzogiorno, sono divenute le discariche d'Italia, in grado di causare morte e dolore. Sicuramente Cosa nostra in Sicilia si è macchiata anche di questo delitto, di questa strage. Ma la mafia non avrebbe potuto fare niente senza l'alleanza e la complicità dei politici che hanno governato l'Isola da decenni, né tanto meno di quelli appartenenti al governo nazionale che sapevano ed hanno taciuto, sinistra compresa. Una forza politica anch'essa, a parte qualche eccezione come Pio La Torre (e pochi altri ndr), debole, nella migliore delle ipotesi, o complice, nella peggiore.
http://www.antimafiaduemila.com/2013120246494/giorgio-bongiovanni/rifiuti-tossici-e-patto-cosa-nostra-camorra.html

Rifiuti, gestione consorziata per Cinisi, Terrasini e Borgetto

Il consiglio comunale di Terrasini ha giá detto sì al progetto dell'Aro. Martedì toccherá a Cinisi. Una volta che anche Borgetto avrá superato la fase del passaggio in aula sarà la Regione a dover dare l'ok definitivoMaria Carola Catalano 2 dicembre 2013 Nel 2014 si cambia. La gestione dei rifiuti nei Comuni di Cinisi, Terrasini e Borgetto non sará più affidata all'ambito territoriale Palermo 1 ma ad una nuova società esterna che verrà scelta tramite bando pubblico e che si occuperà del servizio di raccolta nei tre Comuni.I tre comuni, benché consorziati - si legge nella relazione generale del piano di intervento per l'organizzazione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto rifiuti - stipuleranno contratti autonomi con la societá appaltatrice per evitare che la morosità o le difficoltà di un comune possano ripercuotersi sugli altri.Come funzionerà il servizio - Oltre all'introduzione della raccolta porta a porta, che già nel primo anno dovrebbe portare i tre comuni a raggiungere quota 50% di differenziata,al fine di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, si prevede il compostaggio domestico che si sposa benissimo con la presenza di villette a schiera e case sparse nel territorio. Spariranno, inoltre, i cassonetti della spazzatura con conseguenze positive per il decoro urbano.Nasceranno infine un centro di raccolta comunale  in via Falcone a Cinisi, vicino lo svincolo autostradale; un'isola ecologica in contrada Monaci, a Borgetto e un autoparco in contrada Zucco-Paternella a Terrasini, all'interno della discarica oggi in gestione post mortem.Questa nuova gestione del servizio, secondo gli amministratori firmatari del progetto porterebbe ad un risparmio del 20% rispetto alla precedente gestione Ato. Avrebbe inoltre un altro vantaggio: la certezza della spesa, dei costi che i tre Comuni dovranno sostenere senza il rischio di subire costi extra imprevedibili, che annualmente venivano rendicontati dalle società d'ambito.Personale. Saranno 73 in tutto i lavoratori dell'Aro: 30 unità in servizio a Cinisi, altre 30 a Terrasini e 13 a Borgetto. Il loro costo annuo sará di poco più di tre milioni di euro.Il consiglio comunale di Terrasini ha giá detto sì. Martedì toccherá a Cinisi. Una volta che anche Borgetto avrá superato la fase del passaggio in aula sarà la Regione a dover dare l'ok definitivo.Nel frattempo che l'iter venga completato a gestire la raccolta é ancora l'ambito territoriale Palermo 1, commissionato, nei confronti del quale abbiamo ancora dei debiti da saldare, entro e non oltre il 5 dicembre, il cui importo non è dato sapere.
http://m.palermotoday.it/cronaca/rifiuti-progetto-aro-cinisi-terrasini-borgetto.html


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