Translate

Cerca nel blog

domenica 29 marzo 2015

Rifiuti, “bandi su Aro fuori norma” A rischio lavoratori e servizi

Crescono le preoccupazioni dei sindacati sul mantenimento dei livelli occupazionali sulla qualità e sulla trasparenza dei servizi nel settore della gestione rifiuti in Sicilia, dopo la pubblicazione di alcuni bandi di gara nei comuni della provincia di Catania, Messina Palermo e Caltanissetta. “Molti dei piani di intervento degli Aro sulla base dei quali sono stati redatti i bandi – spiegano i segretari di Fp Cgil Fit Cisl Ambiente e Uiltrasporti, Claudio Di Marco, Dionisio Giordano, Pietro Caleca – non rispettano le norme e le stesse circolari emesse dal Dipartimento Rifiuti e soprattutto le prescrizioni sul trasferimento del personale, che prevedono l’obbligo da parte dei comuni di convocare i sindacati prima di emanare i bandi per l’affidamento del servizio. Così facendo invece non abbiamo nessuna idea sulle sorti del personale degli attuali Ato”. “Eppure – aggiungono – nel corso degli incontri con l’assessore regionale Energia e Rifiuti e l’Anci Sicilia si era convenuta l’emanazione di una direttiva cosiddetta ‘blocca Aro’ considerato che gli Ambiti raccolta ottimale, frammentando di fatto il sistema di gestione dei rifiuti, allontanano la Sicilia da logiche industriali del settore e determinano come conseguenza immediata la scarsa qualità del servizio, i licenziamenti dei lavoratori, e una corsia preferenziale per le ditte del malaffare”. I sindacati concludono “chiediamo all’assessore Contraffatto di mantenere l’impegno assunto nei tavoli e di emanare con urgenza la direttiva per agevolare condizioni di un sistema di gestione rifiuti dalle dimensioni territoriali più ampie, in grado, attraverso la realizzazione degli impianti , di incrementare la raccolta differenziata e quelle econome di scala necessarie ad avviare la riforma del settore prevista già da cinque anni dalle legge 10 e ad oggi rimasta lettera morta”.

venerdì 27 marzo 2015

"I lavoratori stringano i denti Oppure Rap fallirà come Amia"

Audizione a Sala delle Lapidi del presidente dell'azienda: "La Tari? Non è vero che è più alta che altrove".

Un anno o forse due di sacrifici per i lavoratori, altrimenti la Rap fallirà esattamente come l’Amia. L’avvertimento è del presidente Sergio Marino che oggi, a Sala delle Lapidi, è stato protagonista di un serrato botta e risposta con l’Aula. Un confronto voluto dagli inquilini di piazza Pretoria per capire perché l’azienda non funziona sempre al meglio.

“Abbiamo 110 portieri, 60 persone che usufruiscono dei permessi sindacali e alcuni si assentano per le partite - ha detto Marino nella sua relazione - i sindacati fino a dicembre sono stati zitti, ora vogliono tutto e subito ma non è possibile. Gli spogliatoi sono in pessime condizioni, ma lo erano anche prima e continueranno a esserlo finché non provvederà la curatela. I dispositivi per la sicurezza arriveranno, così come i nuovi mezzi che saranno pronti entro l’anno grazie anche al nuovo porta a porta”.

I sindacati hanno chiesto tavoli separati, continua Marino, “ma così non arriveremo a nulla: non possiamo volare alto, bisogna stringere i denti. Non va bene? Sono pronto a dimettermi e a lasciare il posto. Ma finché ho la fiducia del sindaco, resto. Bisogna sopportare ancora sacrifici, altrimenti dovrò portare i libri in tribunale”. La Rap, inoltre, a giugno potrebbe perdere il servizio di pulizia delle sedi giudiziarie che da solo vale 4,5 milioni.

Altro problema è lo scarso funzionamento dei mezzi. “Ho chiesto chiarimenti all’azienda che se ne occupa, ma i guasti sono frequenti anche perché i mezzi sono vecchi e gli autisti poco attenti - ha detto Marino - piazzeremo 250 campane per la carta, ne compreremo di nuove per la plastica. Le squadre gireranno, ho bloccato tutti i trasferimenti: tutti gli spazzini vorrebbero andare a Bellolampo o al notturno, ma non è possibile. Non posso pagare certe prestazioni come una volta, l’azienda fallirebbe. La Tari? Non è vero che a Palermo è alta, anzi è più bassa che altrove”.

"Dal dibattito in Consiglio - dice Rosario Filoramo del Pd - è emerso che noi del Pd avevamo ragione nel segnalare le criticità che hanno portato all’operazione di salvataggio della ex Amia con la Rap. Un'operazione che è costata e sta costando troppo ai cittadini che pagano la Tari ed è costata alle imprese coinvolte nel fallimento Amia che hanno ribaltato sui loro dipendenti la crisi nata nell’Amia. Nel contempo il servizio è obiettivamente un po’ più efficiente di quello reso dalla stagione Amia, peggio era obiettivamente impossibile fare, ma l’idea conduttrice della corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti è ancora distante dagli obiettivi europei. Rap a differenza di Amia raccoglie i rifiuti con regolarità, ma al pari della vecchia partecipata comunale è ancora una ditta di trasporti dei rifiuti, che finiscono quasi totalmente nella discarica di Bellolampo. Non cambierà nulla sino a quando una buona organizzazione consentirà ai cittadini di partecipare alla differenziata, con premi economici per i cittadini virtuosi e pesanti sanzioni nei confronti di coloro che non rispettano le regole. Adesso serve stare vicini all’Azienda, serve accompagnare gli sforzi organizzativi con politiche di controllo e sanzioni contro chi non lavora e contro i cittadini scorretti, serve modificare il regolamento Tari per premiare con sconti concreti i cittadini che partecipano alla differenziata".

http://m.livesicilia.it/2015/03/26/i-lavoratori-stringano-i-denti-oppure-rap-fallira-come-amia_610268/

Sindacati preoccupati per sistema gestione rifiuti in Sicilia

"A rischio livelli occupazionali, servizi e legalità"

Crescono le preoccupazioni dei sindacati sul mantenimento dei livelli occupazionali sulla qualità e sulla trasparenza dei servizi nel settore della gestione rifiuti in Sicilia, dopo la pubblicazione di alcuni bandi di gara nei comuni della provincia di Catania, Messina, Palermo e Caltanissetta. "Molti dei piani di intervento degli Aro sulla base dei quali sono stati redatti i bandi - hanno spiegato i segretari di Fp Cgil Fit Cisl Ambiente e Uiltrasporti, Claudio Di Marco, Dionisio Giordano, Pietro Caleca - non rispettano le norme e le stesse circolari emesse dal Dipartimento Rifiuti e soprattutto le prescrizioni sul trasferimento del personale, che prevedono l'obbligo da parte dei comuni di convocare i sindacati prima di emanare i bandi per l'affidamento del servizio. Così facendo invece non abbiamo nessuna idea sulle sorti del personale degli attuali Ato".

http://www.askanews.it/regioni/sicilia/sindacati-preoccupati-per-sistema-gestione-rifiuti-in-sicilia_711462928.htm

Rifiuti, il presidente della commissione d'inchiesta parlamentare: "Un disastro in Sicilia"

Parla di "emergenza non dichiarata", punta il dito sul flop della differenziata e le infiltrazioni della malavita organizzata nel business dei rifiuti e boccia la nomina di Crocetta come commissario per l'emergenza. Il parlamentare ha relazionato stamane in prefettura a Palermo

Descrive una situazione disastrosa di "emergenza non dichiarata", punta il dito sul flop della differenziata in Sicilia e le infiltrazioni della malavita organizzata nel business dei rifiuti e boccia la nomina di Crocetta come commissario per l'emergenza. Il presidente della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti, al termine di audizioni tenuta in prefettura a Palermo, ha bacchettato "il sistema delle discariche soprattutto privabratti
commissione d'inchiesta parlamentare
te, non in linea con quelli che sono gli orientamenti più moderni".

Bratti ha bocciato tutto il ciclo ordinario della raccolta dei rifiuti: "C'è una situazione di emergenza non dichiarata e, dagli elementi che abbiamo raccolto dal 2010 a oggi, anno dell'ultimo report fatto dai nostri predecessori, non ci sono stati cambiamenti". Sotto accusa c'è soprattutto l'incapacità di prevedere soluzioni alternative alle discariche: "Gli impianti di compostaggio avrebbero potuto essere una soluzione ma adesso non funzionano. C'è una gestione del percolato molto complicata e problematica che ancora non trova impianti importanti in Sicilia. Complessivamente la situazione è molto grave". Ma a preoccupare di più il commissario è altro: "Non è partito il sistema delle Srr, le società d'ambito che avrebbero dovuto sostituire gli Ato - ha proseguito - e in alcuni Ato ci sono infiltrazioni mafiose, favorite dalla disorganizzazione".

"Quando il sistema della raccolta dei rifiuti non funziona e in Sicilia sono anni che non va - ha ribadito - le infiltrazioni malavitose ci sono, compresi i noti fenomeni corruttivi all'interno delle strutture pubbliche come la Regione, una situazione che abbiamo definito sconcertante".  "Ad esempio - ha affermato il parlamentare - la situazione del Coinres che fa perno su Bagheria e che è stata pesantemente colpita da infiltrazioni mafiose e nel Trapanese vicende che riguardano altre società come Belice Ambiente. E poi nel Catanese dove ci sono state intimidazioni nei confronti di alcuni sindaci da quando hanno deciso di cambiare il gestore del servizio di spazzatura".

Sotto accusa c'è anche l'immobilismo della politica. "In Sicilia c'è una situazione di stallo o addirittura di peggioramento. La riforma con il passaggio dagli Ato alle Srr  (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) non è mai partita e adesso, con il passaggio dalle Province alle città metropolitane, si potrebbe cambiare una riforma che non ha ancora visto la luce. Complessivamente c'è una situazione di grande confusione, che non è cambiata nonostante le gestioni politiche siano state differenti".

Il parlamentare parla anche della crisi della discarica palermitana. "Siamo stati anche nell'impianto di Bellolampo. Sicuramente c'è stato un miglioramento della situazione precedente, soprattutto per quanto riguarda la formazione di percolato. Ci sembra che la gestione della sesta vasca sia più soddisfacente di prima, ma rimane il problema relativo al suo riempimento, sempre più veloce visto che lì conferiscono oltre a Palermo altri 52 Comuni".

Sulla possibilità di commissariare l'Isola affidando la gestione del problema direttamente a Rosario Crocetta è scettico: "La gestione di emergenza, con commissariamenti, non ha mai risolto un problema. Questo ci dice la nostra esperienza. La Sicilia, la Campania e la Calabria hanno speso molti soldi con commissariamenti senza risolvere tutto. Un conto è il commissariamento su questioni specifiche, come un singolo impianto, un conto è commissariare l'intera gestione regionale"

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/palermo/cronaca/2015/03/27/news/rifiuti_il_presidente_della_commissione_d_inchiesta_parlamentare_un_disastro_in_sicilia_-110617285

giovedì 26 marzo 2015

L'Assessorato ai Servizi di pubblica utilità ha approvato il Piano ARO: Menfi potrà gestire direttamente i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti!

Immagine: L'Assessorato ai Servizi di pubblica utilità ha approvato il Piano ARO: Menfi potrà gestire direttamente i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti!
Presto  il Comune di Menfi potrà gestire direttamente l'intero settore dei rifiuti urbani implementando una strategia tesa a rendere efficienti i servizi e a creare opportunità di lavoro e di sviluppo locale!
Con Decreto n. 250 del 11-03-2015, infatti,  l'Assessorato Regionale dell'Energia e dei Sevizi di Pubblica Utilità ha approvato il Piano di Intervento per l'organizzazione e la gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nell'ARO (Ambito di Raccolta Ottimale) coincidente con il Territorio del Comune di Menfi.
Il nostro Comune è di fronte ad una sfida importante che sarà affrontata con responsabilità e rigore, ponendo al centro la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza e la possibilità di uno sviluppo economico e sociale del nostro territorio.
http://welcometomenfi.it/it/notizie/ambiente/lassessorato-ai-servizi-di-pubblica-utilita-ha-approvato-il-piano-aro-menfi-potra-gestire-direttamente-i-servizi-di-raccolta-e-trasporto-dei-rifiuti/

Nicola Cristaldi: "In Sicilia siamo al dramma e al ridicolo"

“La Sicilia affoga tra i rifiuti e Crocetta deve ancora decidere il da farsi. Tutte le città sono colme di rifiuti che non si sa dove mettere. Le discariche aprono e chiudono e siamo sempre in emergenza. La proroga è l'unico metodo in uso presso il governo Crocetta e tutto è diventato drammatico e ridicolo al tempo stesso. C'è una sorta di silenzio diffuso preoccupante che lascia intravedere interessi poco chiari intorno alla gestione del sistema rifiuti in Sicilia”. Lo dichiara il Sindaco di Mazara del Vallo e Responsabile Nazionale delle Politiche Territoriali di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale, on Nicola Cristaldi, commentando lo stato della raccolta dei rifiuti nell’intera isola. “Perché – continua Cristaldi - non si costruiscono impianti di trasformazione dei rifiuti in energia? Perché non si fa della raccolta differenziata una vera politica? Perché dobbiamo chiedere il favore ai proprietari delle discariche di prendersi i nostri rifiuti pur pagandoli a peso d'oro? Perché si nominano commissari negli Ato che non hanno alcuna competenza specifica sulla materia e al tempo stesso non si da' loro l'autonomia decisionale? La nostra Sicilia – conclude il già Presidente dell’Ars - per avere un futuro deve difendere l'ambiente e la natura ma deve cominciare a darsi una pulita e una strategia nella raccolta e nello smaltimento della spazzatura”.
http://www.tele8tv.com/news/13390/rifiuti-nicola-cristaldi-in-sicilia-siamo-al-dramma-e-al-ridicolo

Carini sommersa dai rifiuti La video denuncia di un filmaker

Carini sommersa dai rifiuti. Non funziona la raccolta e i rifiuti restano in strada come denuncia un video girato appena 9 giorni fa da Enrico Montalbano e Letizia Porcaro.

Il video mostra la situazione di assoluto degrado e l’enorme quantità di rifiuti che restano in strada ma non si ferma a questa denuncia.
Nella seconda parte della video denuncia si parla di un ampio tratto di costa negata perché trasformata in pericolosa discarica anche di amianto. una situazione nota da decenni ma mai affrontata e risolta

http://palermo.blogsicilia.it/carini-sommersa-dai-rifiuti-la-video-denuncia-di-un-filmaker/291778/

Valguarnera. Approvato da Dipartimento acqua e rifiuti il piano che prevede la raccolta differenziata

Con Decreto del Direttore del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, n. 245 del 15/3/2015, è stata approvato il Pino d’intervento, predisposto dall’Ufficio Tecnico. comunale che prevede la spazzamento, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Grande soddisfazione perché Valguarnera è tra i pochi Comuni della Sicilia ad avere approvato il Piano da Parte della Regione.
Questo decreto consentirà la gestione diretta del Sevizio e l’avvio del sistema di differenziare i rifiuti in frazioni, perché gli stessi diventino risorse e quindi risparmi.
Questa la dichiarazione del primo cittadino, Sebo Leanza: “Il mio impegno di Sindaco e di Presidente della SRR, che dovrrà sostituire la vecchia ATO va nella direzione tracciata dai Sindaci: economizzare le spese, riducendo il costo del personale, razionalizzare il Servizio e utilizzare al meglio gli impianti in dotazione. I nostri obiettivi vanno nella direzione di mettere in funzione la discarica di Cozzo Vuturo, fare funzionare i centri di raccolta comunale in tutti i Comuni della Provincia, dimensionare il costo del personale, rimettendo in discussione i livelli retributivi, applicando per il personale amministrativo, alle dipendenze delle società pubbliche, il contrato degli Enti locali e fare funzionare gli impianti esistenti. Questo consentirebbe di raggiungere l’obiettivo di ridurre gli attuali costi sostenuti dall’ATO, garantire la forza lavoro e garantire agli operatori di cantiere il vigente contratto di lavoro, demandando ai Comuni la facoltà di trasformare il rapporto di lavoro da part/time a full/time. Per questo ci riteniamo fortemente impegnati per evitare che si torni indietro, rispetto alla strada già tracciata”.
http://www.vivienna.it/2015/03/25/valguarnera-approvato-da-dipartimento-acqua-e-rifiuti-il-piano-che-prevede-la-raccolta-differenziata/

San Cataldo, arrivano i salari arretrati per gli operatori - Giornale di Sicilia

San Cataldo, arrivano i salari arretrati per gli operatori - Giornale di Sicilia

Rifiuti, il Governo bacchetta la Sicilia: “cinque anni di non progresso”

Commissione parlamentare: nulla è cambiato rispetto al 2010, anno dell’ultima relazione. A darne conferma sono i risultati dei sopralluoghi fatti dalla Commissione in diverse province siciliane, durante tutto il mese di marzo

Di Alessandra Principe

Passano gli anni, aumentano le denunce ma nulla cambia: l’emergenza rifiuti in Sicilia resta. Si conclude oggi il tour della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’onorevole Pd Alessandro Bratti, per vagliare lo stato di emergenza rifiuti in termini di gestione delle discariche pubbliche e private, impiantistica, struttura amministrativa.

Cosa è cambiato rispetto al 2010, anno dell’ultima relazione della commissione? Poco o nulla. “Cinque anni di non progresso”, li definisce Bratti. A darne conferma sono i risultati dei sopralluoghi fatti dalla commissione in diverse province siciliane, durante tutto il mese di marzo.

Prima tappa è stata Catania, dove la Commissione si è occupata anche delle province di Ragusa, Enna, Messina, Caltanissetta, Agrigento e Siracusa, con risultati sconfortanti. A destare preoccupazione è l’assodato coinvolgimento della criminalità organizzata nella gestione degli impianti, a eccezione della provincia di Caltanissetta. Non è un caso, infatti, che gran parte dei rifiuti dell’Isola confluisca nelle discariche catanesi. La commissione ha effettuato sopralluoghi in diverse discariche della Sicilia Orientale: Oikos (Motta San’Anastasia), Sicula Trasporti (Lentini), Ofelia Ambiente (Caltagirone). In tutte, grosso modo, sono state riscontrate perplessità sulla gestione interna degli impianti.

Anche in provincia di Trapani la situazione non è delle migliori. “C’è un emergenza imminente, il sistema impiantistico non si è migliorato e credo che Trapani rientra in questo meccanismo. Dalla documentazione acquisita attraverso Prefettura, Procura e Questura emerge uno scenario complesso”, denuncia Bratti.

Si chiude questa settimana a Palermo l’attività di controllo della Commissione, con un sopralluogo nella discarica di Bellolampo e le audizioni in Prefettura. “Discariche sature, immondizia per le strade, bollette salate o irrimediabilmente non pagate”. Perplessità anche sul trattamento dei rifiuti, in mano ad impianti privati.

“Il sistema- annota Bratti- è fondato sulle discariche private, da cui dipende il 65 per cento dello smaltimento dei rifiuti. Ma i siti si avviano all’esaurimento e una commissione nominata dall’ex assessore Nicolò Marino ha denunciato che le autorizzazioni date erano in parte irregolari”. La commissione ha ascoltato anche la voce dei sindaci che all’unanimità lamentano l’emergenza in cui versa la gran parte dei comuni siciliani.

http://www.resapubblica.it/politica/rifiuti-il-governo-bacchetta-la-sicilia-cinque-anni-di-non-progresso/

mercoledì 25 marzo 2015

Giustizia, Politica, Rifiuti, Discariche, Affari e un mondo di "mezzo"?

Ex Assessore Marino : "discarica Siculiana fuori legge da anni".
Ma ad essere commissariata è Oikos e il titolare Domenico Proto agli arresti domiciliari, per presunta corruzione, da oltre otto mesi.

di Ignazio De Luca

Nella terra di Pirandello il 18 luglio 2014, la Procura di Palermo con l'operazione "Terra mia",  avrebbe individuato negli imprenditori: Proto, nei fratelli Sodano, nell'amministratore Antonioli e nel funzionario Regionale Cannova, questi in carcere, mentre i primi quattro agli arresti domiciliari, responsabili, secondo le risultanze investigative, di un collaudato sistema di corruzione (?) per ottenere, gli imprenditori, vantaggi, forse, per il rilascio delle autorizzazioni ambientali .

Per i Sodano, Proto e Antonioli, la Magistratura aveva disposto anche il sequestro delle discariche e il conseguente commissariamento.

Ebbene mentre succedeva tutto quanto sopra, sin dal suo insediamento sulla poltrona di assessore Regionale all'Energia fine 2012, memorabili ed eclatanti sono statele le invettive di Marino, con accuse circostanziate, alla Catanzaro Costruzione, gestore della discarica di Siculiana, per essere Giuseppe Catanzaro, anche vice presidente di Confindustria Sicilia.

Addirittura nella recente audizione innanzi la Commissione Nazionale antimafia del 23 febbraio 2015, l'ex assessore Regionale aveva dichiarato  - "tutta la storia della discarica di Siculiana, è zeppa di errori, probabilmente anche della Prefettura, ...sul problema autorizzativo ci sono casi di scuola con palesi violazioni della normativa, gravissime violazioni di leggi poste in essere dal territorio e ambiente a favore della Catanzaro costruzioni - anzi - prosegue Marino" ad certo punto l’assessorato al territorio e ambiente correttamente impose per l’ampliamento della vasca V3 l’impianto di biostabilizzazione, che non verrà mai fatto. A distanza di un anno Catanzaro chiede un altro ampliamento, e lo chiede dove sarebbe dovuto sorgere l’impianto di biostabilizzazione, la Regione Siciliana lo dimentica e gli dà l’ulteriore ampliamento" ( Dal blog di Roberto Gallulo sul Sole 24 ore)tralasciamo il resto della lunga trascrizione per trarre qualche riflessione.

Confindustria Sicilia, ormai da quasi otto anni, principale azionista della maggioranza di Governo Regionale, nei governi prima di Raffaele Lombardo e poi di Rosario Crocetta, riesce ad assumere la summa delle contraddizioni, una tra tutte quella che il vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, è il titolare della discarica di Siculiana, una discarica che era pubblica prima di divenire di proprietà della famiglia Catanzaro http://www.peppinoimpastato.com/visualizza.asp?val=1867

Durante questi otto anni il potere di Confindustria sul governo Regionale si è andato via via consolidato attorno ad alcune figure cardine di un sistema di potere fatto di proclami rivoluzionari declamatori, ma il tempo come si sa è galantuomo e qualcosa nel sistema di potere imbastito da Confindustria comincia a scricchiolare.

Per un Montante, di questi tempi un po' in affanno per le "cantate dei collaboratori di giustizia, un Lumia, etichettato con grande intuizione da Live Sicilia "Il senatore ( della Repubblica) della porta ( quella di Palazzo D'Orleans) accanto" per il marcamento stretto sul Governatore Crocetta  e dulcis in fundu il massone in "Assonnamento"  Lo Bello, vedi http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=512 , vice presidente di Confindustria Nazionale, che a metà luglio 2015 dovrebbe portarsi come segretaria a Roma, Linda Vancheri, attuale assessore Regionale, che segnerebbe il primo passo di un graduale sganciamento della lobby confindustriale, dalla stanza dei bottoni del Governo Regionale. Lasciando Crocetta al suo destino, sicuramente forzoso dimissionario, per andare in autunno verso nuove elezioni.

Le veementi e circostanziate accuse di Marino nei confronti della Catanzaro Costruzioni, risulteranno letali per l'assessore, che verrà letteralmente cacciato dalla Giunta Regionale nell'aprile del 2014,
con polemiche che ancora non si sono sopite.
Marino, oggi Giudice a Roma, per mesi ha sbraitato, con carte alla mano che la discarica di Siculiana, gestita dai fratelli Catanzaro, uno Giuseppe vice presidente Confindustria Sicilia, ha operato ed opera da anni fuori legge.

Le indagini della Magistratura palermitana, invece, hanno individuato in Mimmo Proto, un corruttore. Un corruttore, certamente sui generis, perché non farebbe nulla per non farsi scoprire, anzi paga con la sua carta di credito e fa fatturare a nome della Oikos, i regali a Cannova, funzionario e non dirigente Regionale. Cannova, infatti da funzionario non ha potere di firma per il rilascio delle autorizzazioni, ma solo quello di istruire le pratiche per la firma del dirigente che potrebbe, riscontrando anomalie, non firmarle.

Eppure, mentre secondo le dichiarazioni di Marino " la discarica (confindustriale n.d.a.) di Siculiana è fuori legge da anni", la Magistratura palermitana ha " occhi " solo per altre discariche tranne quella gestita dal vice presidente di Confindustria. Misteri siciliani?

Un altra cosetta molto incomprensibile.Riguarda coloro che più di tutti avevano tuonato contro le discariche, il malaffare, gli abusi del ciclo dei rifiuti e blablabla, Crocetta e Di Guardo, questi sindaco PD di Misterbianco.

Ebbene i due sanguigni personaggi, riusciranno, con straordinaria sagacia, a NON costituirsi parte civile nel processo "Terra Mia", mentre il sindaco Carrà di Motta Sant'Anastasia, che i Comitati No discarica considerano, brutto, sporco e cattivo, beh lui si è costituito, forse perché, malgrado la più volte dichiarata amicizia col dottore Domenico Proto, non ha nessuno interesse da difendere o da proteggere?

Chiudiamo, per ora,  queste riflessioni con alcune considerazioni.

Agli arresti domiciliari, da oltre otto mesi, il dottor Domenico Proto, per una presunta corruzione di un funzionario Cannova, lui in carcere da più di otto mesi, che non aveva poter di firma per rilasciare le autorizzazioni.
Diciamo pure che l'azienda OIKOS, del dottor Proto è commissariata da ben tre amministratori di alto rango.

Infine non possiamo esimerci dal fare qualche rilievo tecnico alla difesa   del dottore Proto. Non si comprende bene, essendo esclusa l'ipotesi di inquinamento di prove, con l'azienda controllata da tre commissari, per quale esigenza cautelare il dottor Proto, debba ancora patire gli arresti? Forse espiazione anticipata della pena per un reato tutto ancora da dimostrare? Ci chiediamo che aspetta il dottor Proto a cambiare il collegio di difesa?

http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=5630

Mezzi senza licenza, stop della raccolta a Mazara - Giornale di Sicilia

Mezzi senza licenza, stop della raccolta a Mazara - Giornale di Sicilia

sabato 21 marzo 2015

Un caos organizzato

I rifiuti sono un grande business che porta potere, soldi e assunzioni facili, quindi voti. La commistione illecita tra rifiuti, imprese e politica è spesso la regola. E il caos è ben organizzato. ‘‘In Sicilia i rifiuti sono in mano alla mafia e bisogna in qualche modo soccombere alle decisioni della mafia. I netturbini poi sono in parte assunti su indicazione dei clan che possono anche provocare rivolte o creare emergenze all’interno del cantiere” – così ci dice il sindaco di Adrano, che abbiamo ascoltato insieme ai sindaci del catanese oggetto di minacce.
Amministratori minacciati o amministratori compiacenti, cittadini assunti in massa in aziende di gestione dei rifiuti o cittadini che hanno capito il business malato che c’e’ dietro i rifiuti e reagiscono non pagando la tassa sui rifiuti. Soldi puliti o soldi sporchi. Tanto ruota intorno ad una buca riempita di pattume senza rispettare le regole. È difficile capire chi è in buona fede chi no. Tre giorni di full immersion in Sicilia (dal 10 al 13 marzo) sono devastanti e lasciano il segno. Giornate intere di visite, incontri,audizioni, domande, risposte. Sono arrivato a scrivere 25 pagine di appunti (molte di informazioni non divulgabili per ovvie ragioni di segretezza delle indagini) e più le orecchie ascoltavano, più le mie dita si gonfiavano mentre scrivevano.

In Sicilia non esiste un piano rifiuti regionale definito, ma questo caos, che non prevede una pianificazione lungimirante nel rispetto dell’ambiente, probabilmente è occultamente ben organizzato da tempo. Prendiamo il settore della raccolta dei rifiuti che ci hanno illustrato sopratutto i sindaci del catanese: in ogni comune si presenta ad ogni bando una sola ditta. Sarà un caso o c’e’ una regia? Guai a voler cambiare o decidere in autonomia, si rischia di ritrovare la propria macchina incendiata (sarà la Magistratura a stabilire l’eventuale nesso) oppure, se fortunato, di avere solo un piccolo esercito di netturbini in sciopero, come è successo a Biancavilla CT. In questo caso, la ditta a fine contratto era la cerroniana Gesenu perciò mi sono subito sentito malinconicamente a casa (Gesenu fa parte al 10% della TirrenoAmbiente proprietaria di una discarica messinese sotto sequestro e anche del consorzio SIMCO oggetto di interdittiva antimafia, un complesso sistema di compartecipazioni che vale la pena approfondire). In questa mia esperienza in giro per l’Italia ho constatato che alcune grandi società ricorrono (direttamente o indirittamente) in molte regioni. Tra queste anche la società Aimeri, coinvolta in diverse inchieste sopratutto riferite al proprio personale, legato al clan dei Cinturino. Secondo la Procura l’organizzazione riusciva ad ottenere notevoli profitti attraverso la falsificazione dei formulari relativi alla raccolta e al conferimento in discarica dell’umido e della differenziata facendo credere che il servizio, in realtà inesistente, funzionasse alla perfezione.  All’arresto di Russo (esponente del clan dei Cinturino) segnalati anche degli incendi all’interno della Aimeri. Inutile dire che il monopolio delle discariche non lascia spazio a velleitarie raccolte differenziate, che o non vengono fatte oppure volutamente fatte male e rimesse in discariche spesso abusive.
Per le immense buche che accolgono rifiuti senza pretrattamento adeguato basta leggere gli stenografici della nostra commissione o aspettare tra pochi mesi la nostra ufficiale relazione inoltre cercare semplicemente su Internet le varie info. Un caso emblematico in questa prima missione siciliana a Catania è la commissariata discarica di Motta S. Anastasia gestita dalla OIKOS, a seguito di una interdittiva antimafia e diversi capi di imputazione a carico della famiglia Proto, che ne è proprietaria. Allarmante la denuncia del sindaco di Misterbianco che ci ha raccontato dell’amicizia tra il Proto e il Senatore Sudano che si sentivano padroni anche alla festa patronale del suo Comune. In seguito ad un diverbio con loro trovò una tanica di benzina sotto casa. Alla Procura stabilire se ci sia un nesso oppure no. Come tutte le indagini, non spetta certo a noi dare sentenze.
La provincia catanese è forse l’unica ad avere un minimo di impiantistica per il pretattamento e stabilizzazione dei rifiuti indifferenziati prima del conferimento in discarica ma è comunque anomalo che riceva circa la metà dei rifiuti siciliani e che la regione sia percorsa da infiniti viaggi dei camion che trasportano rifiuti.

Abbiamo sentito anche i comitati che ci hanno spiegato come la famiglia Proto abbia dispensato soldi e assunzioni a tutto il paese ( in una puntata della trasmissione ” Presa diretta”, si vede Proto intervistato in macchina). Sentire i comitati è per me sempre emozionante visto che mi riporta a dove sono venuto e dove mi sento ancora col cuore. Mai come questa volta avevo gli occhi lucidi ad ascoltare il loro punto di vista disperato ma puntuale.
Delle grandi discariche private è difficile trovarne una in regola. Sopratutto è allucinante scoprire come le autorizzazioni vengano date senza il rispetto delle regole e spesso i lavori inizino ancor prima di esse.
Come nel caso della discarica di Siculiana (AG) nata pubblica ma divenuta privata, gestita dalla ditta Catanzaro Costruzioni, in un complesso e lacunoso iter amministrativo. Nel quale perfino il terreno dove si autorizzava sulla carta un impianto di pretrattamento viene trasformato, con il benestare dalla Regione stessa, in un allargamento della discarica per accogliere rifiuti non trattati (l’Europa lo vieta dal 1999). Il sospetto (anche per alcuni in Procura e per le denunce dell’ex ass.Marino) che si chiuda un occhio sopratutto sulle discariche private è tangibile. Emblematico è stato sentire il comandante della Forestale Dott. Gullo (che risentiremo a Palermo), ma sopratutto ex funzionario dell’assessorato all’Ambiente; Gullo si è trovato al centro delle polemiche quando, nel tentativo di ricostruire la sua firma che bloccava le autorizzazioni ad una discarica pubblica, ha affermato: ” Io sono stato nominato all’Ambiente senza saperlo subito e senza essere un esperto, ma non potevo rifiutarmi. Mi sono messo a studiare molto, anche senza avere uno staff a disposizione. Ho messo quella firma senza leggere l’ultima riga che sospendeva l’autorizzazione”. Imbarazzante. Difficile è stato trattenermi e mantenere un “atteggiamento consono” come dice spesso la Boldrini. Meglio non commentare su come sia amministrata la Sicilia e non entrare nella palese guerra interna, anche tra diversi assessorati. Per il resto basta dire che la Procura sta indagando sulla vecchia amministrazione e tiene giustamente il riserbo su quella attuale.

Una delle origini del disastro finanziario (oltre che ambientale) della gestione dei rifiuti è stata la decisione di istituire ben 27 ATO (sostituite da SRR solo sulla carta), per di più sotto la forma giuridica di società per azioni che sottratte al controllo pubblico hanno creato debiti immensi (le amministrazioni non riescono nemmeno a calcolarlo figuriamoci a trovare una soluzione) senza fornire un servizio, oltre le buche incontrollate dove mettere i rifiuti e fare assunzioni facili e ridondanti. La Corte dei Conti ci ha segnalato la propria difficoltà ad intervenire (vista la natura privata delle ATO) ma che, grazie anche all’esposto dei rappresentanti del MOVIMENTO 5 STELLE siciliano, sta provando a battere la pista attraverso l’inadempienza dei Comuni nell’ottemperare agli obblighi di legge sulla raccolta differenziata.
Emblematica la vicenda del bando di gara dei 4 cancrovalorizzatori previsti dal piano rifiuti Cuffaro.  Nemmeno la sentenza di nullità, da parte della Corte di Giustizia Europea per irregolarità, ha scoraggiato la Regione Sicilia nel provare a garantire i vincitori (illegittimi) della gara truccata. Fortunatamente alla fine nulla andò in porto.
Ci siamo resi conto che i reati ambientali sui rifiuti non si esauriscono con le mega discariche dei grandi proprietari privati (prezioso e inascoltato il lavoro della commissione dell’ex ass.Marino), ma anche in una numerosa presenza di piccole ex discariche comunali (ex art.13) autorizzate negli anni ’90 con ordinanze urgenti e senza il minimo criterio ambientale. Anche se dismesse  oggi creano numerosi problemi senza una adeguata bonifica.
C’é’ anche una nuvola indefinita di micro-imprese personali con piccoli impianti (gestiti da autorizzazioni in regime semplificato) che producono o gestiscono rifiuti e che si fa fatica a controllare.
Nemmeno in un film si possono immaginare dei camion pieni di Eternit che riescano indisturbati a scaricare all’interno del parco urbano di Catania. Nella realtà invece è accaduto.
A Trento ho conosciuto due ragazze siciliane che avevano ricevuto un fondo dalla Regione Trentino (ma non dalla Sicilia) per lo start up di un loro brevetto finalizzato a trasformare i rifiuti della lavorazione delle arance in un tessuto di pregio e con caratteristiche superiori alla seta. Invece in Sicilia il traffico illecito di questi rifiuti é un business di milioni di euro legato alle famiglie mafiose barcellonesi. Buttati abusivamente nei campi, questi scarti acidi alterano il ph del terreno e ne distruggono l’equilibrio.
Per il problema delle ex miniere di sali potassici ci sono in corso indagini importanti e delicate da parte della Procura sia per il sito di Pasquasia che di Bosco Palo.
Non poteva mancare nemmeno la Edison in un’ indagine sui pozzi non attivi a Pozzallo, riempiti abusivamnte da loro con gli scarti di lavorazione del petrolio. Basti pensare che il nucleo NOE dei Carabinieri , tra i più specializzati in reati ambientali, è formato  solo  da 7 persone. Non è solo il NOE a lanciare un allarme. Ognuno lamenta qualcosa, compresa la Procura che sui reati ambientali si sta specializzando da troppo poco tempo e la legislazione non l’ aiuta di certo (ricordo che la legge sui reati ambientali non è ancora stata aprovata). Un caos probabilmente organizzato, ma di diffcile lettura per chi deve controllare…e vi assicuro che è duro e faticoso decifrare ogni dettaglio e cercare una soluzione ed una via d’ uscita in questa emergenza, ordinaria da almeno 15 anni.
Chiudo con il problema della depurazione delle acque: i reflui industriali e civili vanno tutti in mare senza depurazione, in barba a tutte le norme e al buon senso. Abbiamo constatato che nessuno controlla, neanche le istituzioni preposte, come l’ARPA.. E  in una terra che amo e che é tradizionalmente legata al mare questo crimine autolesionistico è ancora più grave.

http://www.stefanovignaroli.it/2015/03/13/sicilia-e-rifiuti-un-caos-organizzato/

venerdì 20 marzo 2015

Discarica a cielo aperto.

Negli ultimi dieci anni sono stati sotterrati oltre 20 milioni di tonnellate di rifiuti, i siti quasi mai bonificati. La Regione vuole abbancarne altre, altrove producono energia e calore.

Era una bomba a tempo da disinnescare fino a qualche anno fa, adesso siamo in attesa della deflagrazione. Il timer della gestione dei rifiuti nell’Isola è ormai azzerato, lo testimonia il periodo più difficile della recente storia isolana nell’organizzazione dei flussi di rsu provenienti da comuni in seguito alla chiusura di diverse discariche. A preoccupare è anche l’assenza di alternative – le discariche restano l’unica alternativa di smaltimento – e la lentezza della Regione nell’attivazione di un sistema che prenda in considerazione la gerarchia europea del rifiuto.
Sul groppone dei siciliani resteranno, come al solito, le macerie che si concretizzano nei costi di un necessario smaltimento transfrontaliero e nell’assenza di risparmi e guadagni che potrebbero derivare da un impiantistica che possa produrre ricchezza dal riciclo, così come avviene in gran parte d’Italia e d’Europa.

http://www.qds.it/18887-sicilia-discarica-a-cielo-aperto.htm

A Ragusa e a Vittoria 2 impianti compostaggio

Entreranno in funzione già da questa estate

L´assessore all´energia Vania Contrafatto (foto) corre ai ripari per far fronte all´emergenza rifiuti. Le discariche siciliane sono al limite della capienza e la raccolta differenziata è al palo, molti i siti da bonificare perchè inquinati e l´Europa incalza la Sicilia con multe salatissime. L´assessore intende dare delle risposte ed ha programmato l´attivazione di impianti di compostaggio. Saranno 18 in tutta la Sicilia, di cui nove finanziati ma mai entrati in funzione. Da quest´estate quelli disponibili dovranno entrare in funzione e nel´elenco dei siti da aprire ci sono la discarica di Cava dei Modicani a Ragusa e di Pozzo Bollente a Vittoria. L´assessore ha annunciato l´avvio dell´iter perla gestione delle due discariche e dice: "L´apertura della struttura di Ragusa, con una potenzialità di 15mila tonnellate di rifiuti l´anno, e quella di Vittoria, capace di stoccarne 5,5 mila s´inquadra fra le iniziative che abbiamo intrapreso per incentivare la differenziata e ridurre la produzione dei rifiuti. Dopo 6 anni finalmente abbiamo sbloccato questi impianti che, a pieno regime, consentiranno pure un abbattimento dei costi del 35%".

Il punto dolente, tuttavia, è che si debba fare una seria differenziata. Le aliquote sono ancora troppo basse sia nel capoluogo sia nell´ipparino e per funzionare questi impianti devono avere come carburante la cosiddetta frazione organica per produrre il compost, il concime impiegato in agricoltura

Proprio la raccolta differenziata è un´ossessione del governatore Rosario Crocetta, che promette una tassa per chi non separa l´immondizia: «La vogliamo inserire nella Finanziaria. Chi non differenzia, paga di più. Non è possibile che la Sicilia sia ferma al 10% di spazzatura riciclata".

http://www.corrierediragusa.it/articoli/attualit%C3%A0/ragusa/29890-a-ragusa-e-a-vittoria-2-dei-18-impianti-di-compostaggio-della-sicilia-per-far-fronte-alla-grave-emergenza-smaltimento-rifiuti.html

Previsti investimenti per 500 milioni di euro ....il piano fermo a Roma dal 2012 è ormai superato

L'emergenza spazzatura in Sicilia, in teoria, è finita nel 2013, quando il commissario statale nominato per risolverla ha concluso il suo mandato. Ma così non è. Lo dice Crocetta e lo dicono le percentuali della differenziata. Una svolta sarebbe la riforma della gestione dell'immondizia. Pronta, ma bloccata al ministero.
La Sicilia è in piena emergenza igienico-sanitaria. Lo afferma, a chiare lettere, il governatore Rosario Crocetta, in un'ordinanza del 10 marzo scorso. L’àncora di salvezza, secondo il presidente, è il piano regionale di gestione dei rifiuti - che prevede anche la creazione di impianti ad hoc per la raccolta differenziata - fermo a Roma. Sebbene siano passati quasi tre anni dalla sua approvazione con decreto del ministero dell’Ambiente, avvenuta l'11 luglio 2012. Un piano che, a leggerlo adesso, appare perfino anacronistico e di difficile attuazione in molti suoi punti. E che metterebbe, nelle casse della Regione, più di 500 milioni di euro, tutti destinati all'affaire spazzatura.

La parola fine sull’emergenza rifiuti in Sicilia è stata scritta il 31 dicembre 2013, con la mancata proroga del commissariamento. Eppure da allora continuano la sfilza di ordinanze emesse dal governatore, culminate in quella della scorsa settimana, in cui si legge che la suddetta emergenza «non può che aggravarsi nei prossimi giorni, con conseguenze dannose sulla salute pubblica e sull’ambiente». Il provvedimento ricorda pure come delle quattro gare avviate per piattaforme pubbliche per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti - a Enna, Gela, Messina e Palermo - solo nel capoluogo siano in corso i lavori di realizzazione. Scorrendo le 362 pagine del piano regionale emergono altre criticità. Retaggio, in qualche caso, della mancata applicazione del precedente piano, quello del 2002, nel quale, per la differenziata, si pone l’obiettivo del 60 per cento, con una soglia del 35 per cento da raggiungersi entro il 2011. Secondo il piano nuovo, invece, nel 2013 si sarebbe dovuto raggiungere il 45 per cento, per arrivare al 65 per cento nel 2015. Pura utopia se è vero che proprio di recente l’Arpa Sicilia ha certificato che solo l’otto per cento dei rifiuti dell’Isola viene differenziato.

Che quello al vaglio del ministero sia un documento scarsamente aderente alla realtà, non solo sociale ma anche politica, lo attestano altri due elementi. Da un lato vengono assegnate precise competenze alle Province regionali, a partire dalla bonifica e dal recupero delle discariche, a dispetto di una legge di riforma degli enti locali al momento tutt’altro che scritta. Dall’altro non si fa menzione alcuna delle Srr (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) fatte istituire da Raffaele Lombardo nel 2010, quindi prima del varo del nuovo piano dei rifiuti, la cui programmazione appare di vitale importanza.

Oltre che sulla minore produzione di rifiuti, il piano si regge sulla presenza di diversi impianti: di preselezione meccanica, di biostabilizzazione, di compostaggio, di recupero e discariche. Si prevedono anche tre strutture «per il trattamento del percolato prodotto dalle discariche», uno nella Sicilia occidentale, uno in quella centrale e uno in quella orientale. Per una spesa totale di 411 milioni di euro, di cui più della metà pubblici. La stima prevede di investire 147 milioni su Palermo (tutti a carico del pubblico), 28 su Catania (sempre a carico del pubblico), 60 su Messina (36 di iniziativa pubblica), 44 su Siracusa (23 a carico del pubblico), 34 su Ragusa (16,5 di iniziativa pubblica), 14 su Enna (5 a spese della Regione), 38 su Agrigento (21 a carico del settore pubblico), 26 su Caltanissetta (14 provenienti dalla Regione), 19,5 su Trapani (tutti di provenienza privata). In pratica, a carico di palazzo d’Orleans sarebbero gli impianti di compostaggio, uno per ogni singola provincia, esclusa Trapani dove non se ne prevedono. Oltre agli impianti di preselezione dei rifiuti indifferenziati (22,5 milioni), quelli di biostabilizzazione (28 milioni) e la discarica (25 milioni) di Palermo.

La spesa pubblica lievita a 480 milioni e 650mila euro sommando i progetti di riduzione e prevenzione di produzione dei rifiuti (cinque milioni), la riorganizzazione dei servizio di raccolta differenziata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (150 milioni), l’adeguamento dei centri di raccolta per il conferimento diretto da parte dei cittadini (oltre 17 milioni), la realizzazione delle stazioni di trasferimento (18 milioni). In tutto il piano, però, la Regione disporrebbe di una cifra più alta: 519 milioni e 162 mila euro. Un po' presi dalle casse dell'Isola e un po' presi da quelle europee. Ai quali si aggiungono 60 milioni di fondi del Cipe, che erano stati erogati per il trattamento dei rifiuti non pericolosi della discarica di Bellolampo. E altri 24 milioni di euro, che arrivano direttamente dallo Stato, destinati all’incremento della differenziata. Considerando che si fa fatica a trovare la quadra per la legge finanziaria, non resta che attendere segnali da Roma per capire quando davvero sarà operativo il piano e dove saranno scovate le necessarie risorse.

http://meridionews.it/articolo/32325/rifiuti-previsti-investimenti-per-500-milioni-di-euro-ma-il-piano--fermo-a-roma-dal-2012-e-ormai-superato/

giovedì 19 marzo 2015

Conferenza stampa Piano Aro dei Comuni di Castrofilippo Grotte e Racalmuto

Scritto da redazione AgrigentoEventi, On top, Provincia di Agrigentomercoledì, marzo 18th, 2015
Giovedì 19 marzo alle ore 12:00 nei locali del Municipio di Racalmuto si terrà una conferenza stampa per la presentazione del Piano ARO (Ambito di Raccolta Ottimale) dei Comuni di Racalmuto, Grotte e Castrofilippo.
Saranno presenti i sindaci Paolo Fantauzzo, Emilio Messana e Calogero Sferrazza insieme ai funzionari dell’ufficio Aro, l’arch. Piero Calì, l’arch. Savatore Cinquemani e il Geom. Ignazio Romano.
L’Assemblea dei sindaci ha deliberato, giovedì scorso, sugli atti di gara, bando e capitolato d’oneri, che ora saranno trasmessi ai rispettivi Consigli Comunali per l’approvazione.
“Il nuovo piano di intervento – dichiarano i sindaci – è organizzato sulla raccolta differenziata porta a porta e sull’utilizzo del centro comunale di raccolta. Con l’entrata a regime, si avranno notevoli riduzioni dei costi del servizio, attraverso l’abbattimento delle quantità di rifiuti da portare in discarica e la valorizzazione dei rifiuti differenziati da avviare al riciclaggio o al riuso, oltre ad una migliore efficienza del servizio sottoposto al diretto controllo dei Comuni dell’ARO. ”

http://www.perlacitta.it/2015/03/18/conferenza-stampa-piano-aro-dei-comuni-di-castrofilippo-grotte-e-racalmuto/

mercoledì 18 marzo 2015

Questione Piano ARO. La replica dei redattori al Consigliere Costantini

Questione Piano ARO. La replica dei redattori al Consigliere Costantini
Il consigliere Costantini aveva denunciato la presenza di gravi errori sulla compilazione del Piano
Il Piano d’Intervento del comune di Monreale, recentemente approvato dal Dipartimento regionale ai Rifiuti, ha suscitato una critica analisi da parte del Movimento 5 Stelle. Il consigliere comunale Fabio Costantini ha denunciato la presenza di gravi errori sulla compilazione del Piano.

Non tarda ad arrivare la replica da parte di tutti i redattori del Piano, costituito da otto progettisti, dipendenti dell’Alto Belice Ambiente, coadiuvati da un gruppo di lavoro esterno di cinque persone, di nomina comunale:

“Ci sarebbe una cifra che gravita attorno ad 1,5 milioni di Euro, che falserebbe il costo definitivo del Piano di Intervento per il servizio di raccolta, spazzamento e conferimento, elaborato dagli scriventi per conto del Comune di Monreale.

Queste “stranezze”, a detta del Consigliere Costantini, andrebbero a danno esclusivo dei cittadini e conseguentemente anche a danno dei lavoratori.

Il Piano è stato presentato all’Assessorato per la definitiva approvazione il 13.11.2014, dopo essere stato ufficialmente sottoposto ai consiglieri comunali in più di un’occasione, senza obiezione alcuna sui costi inseriti. Nemmeno il Consigliere Costantini, in quelle occasioni, mostrò perplessità sui conti economici del Piano.

Oggi il Piano risulta approvato dal Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti; un risultato molto importante, intanto per il proseguimento del servizio, poi per le certezze dei lavoratori ex ATO.

Ci chiediamo come mai solo oggi il consigliere Costantini “scopre” che il piano presenta gravi errori.

Ma andiamo per punti:

-       Relativamente ai costi del personale, il Piano è stato presentato come un piano di massima, elaborato attraverso i  dati acquisiti proprio dall’ufficio personale dell’ATO, che potrà e dovrà essere perfezionato al momento della predisposizione del Bando di Gara da parte del Comune.

-      Per ciò che riguarda invece i proventi della Raccolta Differenziata da parte dei Consorzi, il Consigliere ci accusa di “oscurare” circa 930.000€ che il Comune potrebbe percepire; ci duole dovere constatare che o “per culto della menzogna o per ignoranza grassa”, il Consigliere non abbia la benché minima idea di ciò che siano i risvolti pratici della Raccolta Differenziata. In effetti, nella tabella inserita nel Piano, per un mero errore di battitura, è stato inserito un compenso al Kg di € 0,50 per la Carta e il Cartone, come si legge dalla seguente tabella:

kg
Introiti

€/kg(media)

totali
IMB CARTA E CARTONE 2.030.145,00 €0,50 € 101.507,25
IMB PLASTICA 579.637,50 €0,23 € 131.577,71
IMB. VETRO 869.927,50 €0,05 € 43.496,38
RAEE 158.616,00 €0,05 € 7.930,80
METALLO 200.000,00 €0,04 € 8.000,00
TOTALE €292.512,14
Anche un occhio poco abituato alla lettura di queste tipologie di dati si accorgerebbe facilmente che poter pensare di ricevere € 0,50 per ogni Kg di Carta (o cartone), sia assolutamente inimmaginabile; è chiaro che compensi così alti indurrebbero chiunque a lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla raccolta della preziosissima carta: assisteremmo ad una delle più importanti svolte dell’economia mondiale. Tornando seri, a conferma della buona fede dei redattori, il prodotto inserito in tabella risulta corretto, infatti: il quantitativo di 2.030.145,00 viene moltiplicato per l’importo reale di € 0,05 (e non € 0,50) tanto da risultare € 101.507,25, e non 1.015.072,50 che, come sostenuto erroneamente dal Consigliere, porterebbe una ulteriore economia di circa 900.000,00 €.

Ecco come gli errori scompaiono, o forse come è facile poter svelare la logica di una politica diretta solo alla contestazione e priva di proposte migliorative per il bene comune.

Ci preme altresì smentire quanto dal Consigliere dichiarato nell’articolo pubblicato sulle testate locali: “A differenza del Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti che non entra nel merito del Piano Aro…”. A tal proposito invitiamo il Consigliere a leggere, o se l’ha già fatto, a rileggere con maggiore attenzione il D.D.G. n° 247 del 11.03.2015, con il quale il Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti ha approvato il Piano ARO di Monreale da noi redatto e precisamente la terza pagina del decreto, che così recita: “Ritenuto che la suddetta documentazione risulta completa ed esaustiva…”; consultando il vocabolario della lingua italiana, il termine “esaustivo” è relativo a qualcosa che tratta un argomento in tutti i suoi aspetti ed è sinonimo di: approfondito, minuzioso, completo. Ci dispiace dover contraddire ancora il Consigliere, ma il Dipartimento ha approvato il Piano ARO di Monreale proprio perché è entrato nel merito e nei contenuti di tutti gli elaborati e di tutta la documentazione del Piano, ritenendo il tutto appunto esaustivo.

Caro Consigliere, ci rendiamo tutti conto che oggi il volere apparire come unico paladino dei diritti dei cittadini sia estremamente semplice, specie se si specula sulla drammatica situazione dei lavoratori. Lei sa benissimo che ogni suo eventuale dubbio poteva essere istantaneamente chiarito nei tavoli ufficiali a cui abbiamo preso parte insieme. Se il suo fosse stato un sano intento, sarebbe bastata una semplice telefonata nei giorni scorsi, per chiarire il tutto. Dice bene lei quando sostiene che “in una situazione così critica non sono ammessi errori o incapacità da parte di chi amministra”: lei in questo caso è Amministratore; è doveroso infine ricordarle che il Piano che lei oggi tanto contesta, rappresenta la più concreta opportunità per quei lavoratori che sono attualmente sospesi e in attesa di definitive risposte da parte della politica".

- See more

http://www.filodirettomonreale.it/cronaca/questione-piano-aro-la-replica-dei-redattori-al-consigliere-costantini-2015/03/17.html

Commissione rifiuti, da tre giorni in Sicilia

Il diario del deputato M5s: «Un caos organizzato»

Tra la difficoltà a capire «chi è in buona fede chi no» e segnalazioni che non risparmiano nemmeno il parco urbano di Catania, Stefano Vignaroli, vicepresidente della commissione che ha effettuato la scorsa settimana il primo di tre sopralluoghi in Sicilia, racconta i nodi principali della crisi del settore. «È duro e faticoso decifrare ogni dettaglio e cercare una soluzione
«Tanto ruota intorno ad una buca riempita di pattume senza rispettare le regole. È difficile capire chi è in buona fede chi no». È il commento di Stefano Vignaroli, parlamentare del Movimento 5 stelle e vicepresidente della commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti che la scorsa settimana ha compiuto il primo di tre sopralluoghi previsti nell'isola. «Tre giorni di full immersion in Sicilia sono devastanti e lasciano il segno - scrive sul suo blog il deputato - Giornate intere di visite, incontri, audizioni, domande, risposte».

Molti i quesiti che si sono posti i componenti della commissione, soprattutto relativi alla gestione del rapporto tra amministrazione regionale e impianti privati. «Un caso emblematico in questa prima missione siciliana a Catania è la commissariata discarica di Motta Sant'Anastasia gestita dalla Oikos, a seguito di una interdittiva antimafia e diversi capi di imputazione a carico della famiglia Proto, che ne è proprietaria». Vignaroli ha fatto un sopralluogo della struttura, ricevendo anche una delegazione di cittadini rappresentanti dei movimenti No discarica di Motta e della vicina Misterbianco che hanno riportato «il loro punto di vista disperato ma puntuale». E prosegue: «La provincia catanese è forse l’unica ad avere un minimo di impiantistica per il pretattamento e stabilizzazione dei rifiuti indifferenziati prima del conferimento in discarica, ma è comunque anomalo che riceva circa la metà dei rifiuti siciliani e che la regione sia percorsa da infiniti viaggi dei camion che li trasportano».

«Delle grandi discariche private è difficile trovarne una in regola. Sopratutto è allucinante scoprire come le autorizzazioni vengano date senza il rispetto delle regole e spesso i lavori inizino ancor prima di esse», sottolinea Stefano Vignaroli. Il nodo è il più complesso da sciogliere, tanto che sulla questione pende anche un'inchiesta della procura di Palermo, Terra mia, sfociata in un processo che vede imputati il dirigente regionale Gianfranco Cannova e quattro responsabili di tre impianti a Motta, Mazzarrà Sant'Andrea (in provincia di Messina) e Agrigento.

Le segnalazioni giunte alla commissione non risparmiano neanche il capoluogo etneo. «Nemmeno in un film si possono immaginare dei camion pieni di eternit che riescano indisturbati a scaricare all’interno del parco urbano di Catania. Nella realtà invece è accaduto», racconta l'onorevole riferendosi probabilmente alle denunce dei cittadini relative al parco Monte Po.

Spostando il discorso sul piano politico, il deputato 5 stelle preferisce non dare giudizi sulla gestione della Regione: «Meglio non commentare su come sia amministrata la Sicilia e non entrare nella palese guerra interna, anche tra diversi assessorati», scrive. Ma lancia ugualmente la bordata: «Basta dire che la procura sta indagando sulla vecchia amministrazione e tiene giustamente il riserbo su quella attuale».

Come emerso dalle parole del presidente della commissione, Alessandro Bratti, anche dal racconto del componente grillino emerge l'amarezza per la situazione di emergenza. «Ognuno lamenta qualcosa, compresa la procura che sui reati ambientali si sta specializzando da troppo poco tempo e la legislazione non l'aiuta di certo (ricordo che la legge sui reati ambientali non è ancora stata approvata) - scrive - Un caos probabilmente organizzato, ma di difficile lettura per chi deve controllare…e vi assicuro che è duro e faticoso decifrare ogni dettaglio e cercare una soluzione e una via d'uscita in questa emergenza, ordinaria da almeno 15 anni».

http://catania.meridionews.it/articolo/32287/commissione-rifiuti-la-tre-giorni-in-sicilia-il-diario-del-deputato-m5s-un-caos-organizzato/

Allarme ambientale a Sciacca Discarica al collasso

ATTENDE AUTORIZZAZIONE APERTURA QUARTA VASCA

DISCARICA SCIACCA

“Siamo ormai al ‘conto alla rovescia’: se il governo non interverrà autorizzando l’uso della quarta vasca, entro 20 giorni la discarica di Sciacca dovrà chiudere. Le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili dal momento che la discarica, una delle poche pubbliche della Sicilia, riceve i rifiuti di ben 17 comuni: siamo di fronte ad un vero e proprio allarme ambientale”. Lo dice Giovanni Panepinto, parlamentare regionale del PD e componente della commissione Territorio e Ambiente dell’Ars.

“Il presidente Crocetta convochi immediatamente i vertici dell’assessorato all’Energia – aggiunge Panepinto – e metta in campo tutte le iniziative necessarie a garantire il funzionamento della discarica nella quale conferiscono rifiuti di comuni che raggiungono livelli di differenziata superiori al 50%: la chiusura del sito sarebbe uno schiaffo a chi porta avanti sul territorio politiche ambientali serie, e un rischio ambientale e salutare per i cittadini. Oltretutto a Sciacca il conferimento ha un costo di 80 euro a tonnellata, mentre le discariche private applicano tariffe ben più alte che peserebbero sulle tasche dei cittadini”.

http://agrigento.blogsicilia.it/rifiuti-allarme-ambientale-a-sciacca-discarica-al-collasso/290860/

L'Ue condanna l'Italia per 198 discariche abusive

M5s: «In Sicilia 12, vanno bonificate entro giugno»
La Corte di giustizia europea obbliga l'Italia a pagare 40 milioni di euro per la situazione degli ultimi sei anni. Ma se nei prossimi mesi non s'interverrà, si rischia una nuova pesante sanzione. «Non possono pagare i cittadini ancora una volta, c'è tempo, la macchina amministrativa si muova»
C'è un lungo elenco di discariche abusive censite dall'Unione europea su territorio italiano che ci costa caro. Non solo in termini ambientali, ma anche economici. A dicembre la Corte di giustizia dell'Ue ha condannato l'Italia a pagare 40 milioni di euro, un'infrazione che copre l'arco temporale tra il 2007 e il 2014, dovuta alla presenza di ben 198 discariche. Di queste 12 sono in Sicilia. Se le istituzioni non interverranno entro giugno, scatterà una nuova infrazione, pari a 200mila euro ogni sei mesi per ogni discarica.

Un problema su cui il Movimento cinque stelle ha posto l'attenzione. Un gruppo di parlamentari siciliani alla Camera, al Senato, all’Ars e a al parlamento europeo ha scritto all’assessora regionale ai Rifiuti Vania Contrafatto. «La diffidiamo ad eseguire la sentenza e a bonificare entro giugno le 12 discariche siciliane per le quali siamo stati condannati - spiegano - Se questo non avverrà, l’assessore sia consapevole del fatto che il giorno dopo la mancata esecuzione della sentenza (il 3 giugno 2015) dovrà rispondere del danno erariale causato dalla sua inazione o negligenza. Non possono pagare i cittadini ancora una volta, c'è tempo, la macchina amministrativa si muova. Non accetteremo oltre il danno ambientale, anche la beffa del secondo danno erariale».

I Cinque stelle hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti «per accertare le responsabilità di quello che non è stato fatto da ministri, presidenti di Regione e assessori succedutisi dal 2007 al dicembre 2014».

Le dodici discariche abusive in Sicilia censite dall'Europa si trovano a: San Filippo del Mela (contrada sant’Agata), Cammarata (contrada San Martino), Racalmuto (Oliva Troiana), Siculiana (Contrada Scalilli), Leonforte (contrada Tumminelli/Granfonti), Augusta (Campo sportivo), Augusta (Rada di Augusta), Paternò (contrada Petulenti Scillicone), Monreale (contrada Zabbia), Mistretta (contrada Muricello), Cerda (Contrada Caccione), Priolo (Penisola Magnesi).

http://meridionews.it/articolo/32271/lue-condanna-litalia-per-198-discariche-abusive-m5s-in-sicilia-12-vanno-bonificate-entro-giugno/

Presto in funzione impianti Ragusa e Vittoria

Cava dei Modicani ha una potenzialità di 15 mila tonnellate di rifiuti l'anno e Pozzo Bollente è capace di stoccare 5,5 mila tonnellate di rifiuti. In termini di risparmio tariffario si registra, invece, un abbattimento dei costi di circa il 35%, oltre al risparmio sia economico che in termini di CO2 derivante dalla riduzione dei trasporti.Su indicazione dell'assessore, inoltre, il presidente del Cda dell'Ssr Filippo Cavallo ha rassegnato le proprie dimissioni per incompatibilità con la sua attuale carica di vice sindaco del comune di Vittoria.

http://www.ragusanews.com/2015/03/18/attualita/rifiuti-presto-in-funzione-impianti-ragusa-e-vittoria-2/51803

Piano regionale rifiuti, manca solo un parere dei Beni culturali

PALERMO - Il grande dilemma resta l’aggiornamento del Piano rifiuti che la Sicilia continua a trascinarsi da anni, dopo la prima stesura varata durante il governo Lombardo nel 2012. L’assessore ha precisato che ha avviato “un tavolo di lavoro – cui partecipo spesso anch’io, compatibilmente con i tour per le discariche e gli impianti di compostaggio – nel quale stiamo provvedendo a cercare di attuare il Piano. Allo stesso tempo, sto facendo lavorare i partecipanti all’aggiornamento del Piano per renderlo idoneo e perfettamente in linea sia con le disposizioni della Comunità europea, sia con le disposizioni nazionali”. Il Piano di gestione, che fu depositato e completato nel 2012, “è ancora in attesa del decreto di approvazione finale del piano da parte del ministero dell’Ambiente” e “manca solo, a quanto pare, un parere dei beni culturali”. Intanto, ha spiegato l’assessore, “stiamo vedendo di rendere operativo tutto ciò che in quel Piano era previsto, per avere il respiro e il tempo necessario per poter porre in essere il nuovo Piano aggiornato”. Le priorità richiedono di evitare “il trasporto transfrontaliero e di fare il bis della Campania, anche se c’è da dire che la situazione sembrerebbe portare verso quella strada

http://www.qds.it/index.php?sez=news_leggi&id=9341

martedì 17 marzo 2015

Riesplode lo scontro sulla gestione delle discariche private in Sicilia.

Mazzarrà (passando per Motta e Siculiana): le dichiarazioni dell’ex assessore Marino alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti

In questi giorni la situazione della gestione dei rifiuti siciliana è stata oggetto della visita da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
In precedenza, nel 2010, la Commissione aveva approfondito la “questione Sicilia” e la situazione di emergenza allora presente, verificando alcune situazioni di grande criticità che riguardavano la gestione dei rifiuti.
Nello specifico – occupandosi la commissione di illeciti collegati al ciclo dei rifiuti, quindi non solo di carattere ambientale amministrativo ma anche su eventuali infiltrazioni della malavita organizzata – venne rilevata una situazione molto problematica per quanto riguardava l'indebitamento degli ATO, che rasentava gli 800 milioni di euro, e per la presenza di impianti dove erano state realizzate importanti indagini sull'infiltrazione di malavita organizzata. Alcune di quelle discariche finite sotto la lente dei commissari sono ancora ancora oggetto di discussione nel messinese e nel catanese.
Nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla Regione siciliana, è stato ascoltato – il 23 febbraio scorso – anche l'ex assessore Nicolò Marino.

Da magistrato ad assessore

Marino, era magistrato presso la Dda di Caltanissetta, quando venne chiamato da Rosario Crocetta a guidare l'assessorato all'Energia e ai servizi di pubblica utilità della Regione siciliana – autorizzato dal Consiglio superiore della magistratura il 12 dicembre del 2012 – e ha ultimato l’incarico di governo il 14 aprile 2014.
Il contenuto della sua audizione è dirompente, e una parte importante riguarda la situazione di monopolio nella gestione delle quattro grandi discariche private.
Cosa si proponeva di fare Marino non appena insediato?
«Innanzitutto capire nel settore dei rifiuti, di cui mi ero anche occupato come magistrato, alcune problematiche che avevano determinato una situazione di monopolio nella gestione delle quattro discariche private, Catanzaro Costruzioni a Siculiana, Oikos a Catania, Sicula Trasporti a Catania, Mazzarrà Sant'Andrea in quel di Messina.
Si era arrivati a una situazione di questo tipo perché le discariche pubbliche, sempre e comunque mal gestite, erano pressoché esaurite; quindi vi era un vero e proprio monopolio in tutto il territorio siciliano.
Per assumere le decisioni per quanto riguardava i giudizi instaurati per la vicenda dei termovalorizzatori dalle quattro capogruppo delle ATI che avevano firmato le convenzioni, innanzitutto cercai di capire la situazione; la quale era assolutamente chiara: vi era un problema serissimo nei profili autorizzativi in capo all'Assessorato al territorio ambiente, che avevano determinato quello stato di monopolio delle discariche.
Con la legge n. 3 del 2013, in pochi giorni riuscimmo da un lato a prorogare per l'ultima volta gli ATO, perché poi fui io a mettere fine agli ambiti ottimali e a quel tipo di gestione, togliemmo l'AIA all'Assessorato al territorio e ambiente, perché il problema era lì, in quanto avevamo capito che il profilo autorizzativo aveva determinato anche situazioni di illiceità, tanto che i lavori della Commissione costituita vennero fatti propri anche dal G.I.P. di Palermo quando è intervenuto sul sequestro della discarica Oikos di Catania e dall'autorità giudiziaria di Barcellona Pozzo di Gotto che è intervenuta per Mazzarrà.
Quando intervenne però Barcellona io già ero andato via, ma i lavori erano stati fatti sotto la mia gestione. Non avevamo la sfera magica e vi racconto un particolare. All'inizio neanche l'assessore al ramo si rese conto di quello che stavamo facendo, quando se ne resero conto ci fu una levata di scudi: molti dipendenti, compreso quel Canova che poi è stato arrestato per corruzione dall'Autorità giudiziaria di Palermo, decisero di trasferirsi al Dipartimento acque e rifiuti, perché evidentemente pensavano di poter continuare una gestione similare, e chiaramente noi non abbiamo ascoltato.
Devo dire da subito, perché questa è stata una querelle durissima, che l'Assessorato al territorio e ambiente, direttore generale Gullo, assessore Lo Bello resistettero per la trasmissione degli atti che riguardavano l'AIA, tanto che dopo quattordici mesi non avevamo ancora avuto gli atti».
«AIA e VIA – continua l'ex assessore – erano chiaramente inglobate nell'Assessorato al territorio e ambiente, io dirigevo l'Assessorato all'energia, di cui faceva parte il Dipartimento acque e rifiuti oltre che il Dipartimento energia. Chiaramente togliendo l'AIA eravamo i gestori del procedimento e anche della programmazione che doveva riguardare le varie discariche. Questa fu per noi la conferma dei grossi problemi che si erano verificati».
Marino prosegue la sua relazione e, dopo una parentesi dedicata alla “vicenda termovalorizzatori”, ha spiegato quali erano i suoi programmi per quanto riguardava il resto del settore della regione siciliana in materia di rifiuti.

Il monopolio delle discariche private

«Si voleva innanzitutto iniziare a bilanciare il monopolio dei privati nella gestione delle discariche, perché era una situazione surreale: il gestore privato, dimentico di esercitare un servizio di interesse pubblico (intervenni poi con una circolare in materia), chiudeva la discarica al comune che non corrispondeva il prezzo alle condizioni talvolta dovute a richieste unilaterali di modifica contrattuale da parte del gestore.
Avveniva il surreale che Monreale andava ad abbancare a Catania, quindi gli autocompattatori viaggiavano, con buona pace della tutela ambientale, per tutto il territorio siciliano proprio per questa ragione. Qualche sindaco nel messinese (non me ne vorranno se ci sono deputati del messinese) un po’ ci ha marciato a non pagare i prezzi di conferimento, però in gran parte il problema era serio e, come sapete, ha determinato l'indebitamento degli ATO e di tutti i comuni.
Viene dichiarata l'emergenza, il 20 dicembre del 2013 riusciamo a pubblicare tre bandi per tre discariche.
Sapevamo già la situazione di Mazzarrà Sant'Andrea, perché avevamo un monitoraggio e prescindendo dai lavori della Commissione sapevamo cosa sarebbe accaduto, quindi uno a Messina, Enna abbancava a Catania, quindi Enna, dovevamo creare una concorrenza su Siculiana e quindi ripotenziare Gela, non perché fosse la terra di provenienza del presidente della regione, ma perché logisticamente si imponeva di intervenire lì.
E Gela. Attenzione, facendo piattaforme pubbliche, quindi non solo la vecchia discarica, ma un impianto dotato di quello che dal 2003 era un obbligo di legge, dimenticato in gran parte del territorio nazionale e sicuramente in Sicilia, cioè la biostabilizzazione».
Dopo avere approfonditamente parlato della necessità avvertita di fare impianti, termovalorizzatori, riciclo dei rifiuti ecc., Marino riprende la questione delle quattro discariche private.

La commissione

«Nel frattempo dovevo formalizzare lo stato dell'arte per le quattro discariche private, quindi costituisco una commissione composta dal mio vice capo gabinetto, il dottor Buceti, un vicequestore che era alla DIA a Caltanissetta con cui avevo collaborato quando ero magistrato, dall'ingegnere Pace e si avvale della presenza di una straordinaria dirigente dell'ARPA Palermo, la dottoressa Di Franco, che sotto il profilo tecnico ha dato un apporto non indifferente ai lavori della commissione».
Commissione che – come sappiamo – ha focalizzato la sua attenzione sulle procedure amministrative che hanno determinato apertura e ampliamenti delle discariche di Siculiana (Catanzaro), Motta Sant'Anastasia (Oikos), Grotte San Giorgio (Sicula rasporti) e Mazzarrà Sant'Andrea (Tirrenoambiente). Marino tuttavia per gli aspetti più delicati chiede e ottiene di secretare la seduta.
«Quello che era emerso – racconta Marino a microfoni di nuovo aperti – e che ci aveva imposto il trasferimento dell'AIA dall'assessorato territorio e ambiente al mio assessorato era assolutamente corretto, e collegandomi con la vicenda di Astro è chiaro che loro sapevano che, se non fosse intervenuto il Governo nazionale e il Ministro dell'ambiente, avrebbero avuto l'ennesima autorizzazione, perché tutte le procedure autorizzative, come vedrete anche per le relazioni di Oikos e di Mazzarà, sono assolutamente surreali, dal mio punto di vista non solo responsabilità amministrative, ma anche responsabilità penali, ma questo non competeva a me valutarlo né allora, né oggi, è una mia valutazione extra ordinem.
Passiamo a Oikos. Almeno Catanzaro gestiva la discarica in maniera corretta nel rispetto della normativa ambientale, invece Oikos era un disastro, tanto che trasmisi gli atti, perché se ne occupava la procura di Palermo perché le autorizzazioni erano state rilasciate a Palermo, quindi la competenza territoriale era di quella procura, ma per eventuali reati ambientali la competenza è di Catania e infatti sia per Mazzarrà che per Oikos furono trasmessi alla rispettiva autorità giudiziaria anche agli atti della relazione. Credo ci siano dei procedimenti, però non posso aggiungere altro.
Per quanto riguarda Oikos furono revocate tutte le autorizzazioni precedenti, c’è un problema di post mortem, una situazione gravissima anche sotto il profilo della tutela ambientale».
Conclusa la relazione di Marino e lasciato spazio ai quesiti e osservazioni degli altri commissari, interessante si rivela un intervento del presidente Bratti a proposito di Mazzarrà e Tirrenoambiente.
«Abbiamo parlato molto di questo gestore del gruppo Catanzaro, Sicula Trasporti, però nella scorsa legislatura (ma anche oggi rimangono problemi aperti) è emersa la questione di Mazzarrà Sant'Andrea ed i rapporti con la società Tirrenoambiente che dire discussa è poco. Abbiamo Sicula Trasporti, Oikos, Mazzarrà Sant'Andrea, Siculiana. Vorrei conoscere il suo punto di vista su questa di Mazzarrà Sant'Andrea e della Tirrenoambiente.
Non so se ci siano delle indagini in corso, si ipotizzano abnormi ampliamenti delle discariche che, come lei ha segnalato, non sono ampliamenti, ma sono veri e propri nuovi invasi. Sarà cura del nostro lavoro di approfondimento in Sicilia capire se questo fosse un modo per rispondere a una situazione di emergenza o sotto vi fosse anche altro, come mi sembra si ipotizzi anche da alcune sue dichiarazioni. Queste erano le cose che tenevo a sottolineare».
Marino, per la struttura nel messinese, non dà molti dettagli, ma fa comunque dei riferimenti molto interessanti.
«Molte delle risposte alle domande poste – dice Marino – le troverete nelle relazioni che sono assolutamente tecniche e molto importanti. A proposito della proprietà delle discariche, vi leggo alcuni passaggi per le vasche V1 e V2 di Catanzaro: «Il progetto per la realizzazione delle vasche V1 e V2 in ampliamento della vasca esistente VE è stato approvato dalla Prefettura di Agrigento in data 05/12/2001 in difformità al divieto di autorizzare discariche che non fossero a titolarità e gestione pubblica, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, dell'OPCM n. 2983 del 1999». Questa stessa cosa la troverete anche per altre parti.
Nel 2005 o 2006 ci fu una modifica di questa norma che impediva di autorizzare e far gestire discariche ai privati, quindi molte delle autorizzazioni furono rilasciate palesemente in violazione dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Mazzette alla Regione

E quando alla domanda  del deputato Stefano Vignaroli «se il funzionario Cannova poteva aver agito da solo, se ci fosse il coinvolgimento anche di gente tipo Sansone...», Marino risponde:
«Cannova è una piccola ruota del carro: è tutta la struttura che andrebbe cambiata. Cannova è una pedina, ma personalmente non credo neanche alla buonafede di Gullo, perché uno che firma un atto senza neanche leggerlo (potrete verificare anche con il dottor Lupo questa riunione surreale che c’è stata), tu quantomeno lo cacci. Io ho chiesto più volte a Crocetta di cacciarlo. Alla fine chi fa i controlli ?
Sapete cosa ha fatto Gullo ? Quando iniziano i procedimenti per Oikos (ancora non avevano fatto gli arresti a Palermo di Oikos) e anche per Catanzaro, nella conferenza di servizi scrive che tutto è a posto, poi ci sono gli arresti e dopo due giorni modifica la linea. Fino al procedimento di secondo livello di Catanzaro ha continuato a sostenere che la biostabilizzazione non andava imposta. Solo Marco Lupo l'ha scritto nella conferenza di servizi, ma io ero già andato via. Questa è la situazione.
Stiamo parlando della massima autorità ambientale della regione siciliana, e ci volevano gli arresti per vedere queste cose ? Poi il GIP di Palermo utilizzerà anche la relazione Oikos che noi abbiamo scritto.
Il fatto contestato a Canova è in un periodo successivo, i fatti della procura di Palermo vanno dal 2010 al 2011 se li vedete come contestazioni, noi arretriamo sul processo autorizzativo al 2009 anche per Oikos, quindi come fai ancora a negare l'evidenza, se non sei incapace di intendere e di volere ? Mi sono anche stupido che i colleghi non abbiano attenzionato questi fatti».
Al termine il presidente Bratti, nel ringraziare l'ex assessore Marino per tutta la serie di indicazioni fornite, ha anticipato che riprenderà in mano alcune questioni appena sfiorate nel corso dell'audizione, «perché – dice Bratti – tutta la vicenda della gestione della discarica di Mazzarrà ha tutta una serie di aspetti che non riguardano solo la gestione dei rifiuti.
C’è anche la questione di Tirrenoambiente, di alcune relazioni che questa società intrattiene e attività in ambito internazionale. Sono cose che comunque approfondiremo con calma».
Quello catanese – concluso il 13 marzo – è stato il primo di tre sopralluoghi che toccheranno anche il resto della Sicilia, con visite anche in provincia di Messina e nei grandi poli industriali dell'isola.

http://mobile.agoravox.it/Mazzarra-passando-per-Motta-e.html

ARO MONREALE

Il prossimo passo è la pubblicazione del Bando di gara per l’assegnazione del servizio
Monreale, Con decreto firmato in data 11 marzo 2015, il Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti, Ing. Domenico Armenio, ha approvato il Piano d’Intervento per l’organizzazione e la gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nell’ARO coincidente con il territorio del Comune di Monreale.
Una buona notizia, da tanto tempo attesa, che premia il lavoro svolto da otto progettisti, dipendenti dell’Alto Belice Ambiente, coadiuvati da un gruppo di lavoro esterno, di nomina comunale, costituito da cinque persone che hanno prestato a titolo gratuito la loro collaborazione.
ARO MONREALE progetto finale
Il piano è stato elaborato partendo dell’esperienza maturata dai comuni virtuosi dell’ATO, quelli della zona B, dove il livello di raccolta differenziata varia dal 65% al 70%, ma anche dallo studio di altre realtà presenti in alcuni comuni della Sicilia all’avanguardia nel settore.
Il piano d’intervento punta essenzialmente su ridurre la produzione di rifiuti all’origine, tramite il compostaggio domestico, che diverrà obbligatorio per le abitazioni che possono ospitare una compostiera o creare una fossa. Passa quindi dalla presenza più capillare di ecocentri, potenziandoli a Monreale, tramite il collocamento dei contenitori della raccolta differenziata presso i condomini che possano ospitarli, e da una diffusa distribuzione di cassonetti della differenziata. L’obiettivo è di giungere all’eliminazione dei cassonetti indifferenziati per le strade.
Il territorio è stato diviso in macroaree dove verrà fatto il servizio di raccolta porta a porta spinto, con indicazione della tipologia dei rifiuti da conferire per i vari giorni. Dalla lettura del piano salta subito all’occhio che un solo giorno a settimana sarà destinato al conferimento dell’indifferenziato e del secco. Fare la raccolta differenziata comporterà una notevole riduzione della frequenza dei conferimenti.
Dove non c’è il porta a porta, si stima che il 40% dei rifiuti andrà sotto forma di umido nella compostiera, il resto andrà all’ecocentro e al CCR. Sarà quindi fondamentale una buona distribuzione degli ecocentri nel territorio comunale.
Il Piano di Intervento, presentato il 13/11/2014 e successivamente soggetto ad integrazioni, è stato considerato completo ed esaustivo, rispondente alle linee guida operative dettate dal Piano di gestione dei rifiuti della Regione siciliana.
Allegati al Piano d’Intervento sono: il regolamento sul compostaggio domestico della frazione organica, il regolamento degli ecocentri, il regolamento comunale per l’istituzione della figura dell’ispettore ambientale, la mappatura per tipologia di raccolta rifiuti, la cartografia delle strade servite dallo spazzamento, il modello del kit domestico, condominiale e commerciale, la carta dei servizi.
La normativa prevede che il comune organizzi sistemi adeguati di raccolta differenziata il cui valore, entro il 31 dicembre 2015, deve raggiungere il valore minimo del 65%.
Per quanto attiene la dotazione di personale, il Comune deve attenersi a quanto previsto dall’art. 19 della Legge Regionale 8 aprile 2010, n.9 e dall’Accordo Quadro siglato in data 6 agosto 2013, nonché espletare le previste procedure di concertazione con le Organizzazioni Sindacali.
La legge regionale 9 gennaio 2013 da facoltà agli enti locali, ricadenti in un ATO, di procedere alla riorganizzazione e gestione del servizio di raccolta differenziata, di raccolta, di spazzamento e trasporto dei rifiuti urbani in forma singola o associata. Il Comune di Monreale ha optato per la forma singola e sarà il soggetto di Governance dell’ARO, l’Area di Raccolta ottimale, cioè quel perimetro territoriale definito dal comune all’interno degli ATO per l’erogazione dei servizi di raccolta differenziata, raccolta, spazzamento e trasporto.
Dopo l’approvazione del piano d’intervento, il prossimo passo sarà la pubblicazione del Bando di gara per l’assegnazione del servizio.

- See more at: http://www.filodirettomonreale.it/cronaca/il-dipartimento-acque-e-rifiuti-ha-approvato-il-piano-dintervento-dellaro-2015/03/16.html#sthash.tMtbd3LL.dpuf

lunedì 16 marzo 2015

Ato Pa 1, netturbini continuano a protestare

Ancora nel caos la gestione dei rifiuti nei 12 comuni dell’Ato Palermo 1. Ancora senza stipendio i lavoratori che attendono già tre mensilità. Momenti di tensione anche questa mattina all’autoparco di Capaci dove alcuni dipendenti hanno portato una tanica di benzina minacciando di darsi fuoco.

Intanto è giallo sulle dimissioni dell’ennesimo commissario nominato dalla Regione per gestire per gli ultimi mesi la società d’ambito in liquidazione. Dopo la breve parantesi di Loredana Ferrara al vertice dell’Ato per nemmeno 30 giorni, Matteo Scillufo nominato dall’assessorato all’energia giovedì pomeriggio si sarebbe dimesso o avrebbe annunciato di farlo il giorno successivo. Dimissioni che sarebbero poi rientrate, ma che danno il segnale di come sia complicata in queste settimana la situazione all’interno dell’Ato Rifiuti con i lavoratori che da una parte chiedono quanto gli spetta e i sindaci che non riescono a versare le somme necessarie. Per non parlare dei costi di smaltimento, per il carburante e per la manutenzione dei mezzi.

Questa mattina Scillufo ha incontrato i dipendenti che manifestavano all’autoparco di Capaci. “Se i comuni non pagano, non riusciremo a pagare gli stipendi” avrebbe detto ai netturbini che dunque continueranno protestare anche nei prossimi giorni. Solo il comune di Carini infatti avrebbe versato una somma di 400,000 euro che comunque non bastano per far ripartire la macchina gestionale.

domenica 15 marzo 2015

La commissione parlamentare rifiuti in Sicilia. «Cuffaro, Lombardo, Crocetta: gli stessi problemi»

Un rapporto con le discariche private «di palese illegalità a livello amministrativo». Un deficit finanziario importante. Un sistema di impianti che ha lacune «di tutti i tipi e di tutti i generi». E poi l’interesse immutato dei clan mafiosi. Quello dipinto da deputati e senatori al termine della tre giorni in Sicilia è un quadro a tinte fosche - a cura di Meridionews

«Facevo parte della commissione anche nel 2010. Non mi sembra che ci siano stati cambiamenti in positivo. Quando non funziona l’ordinario, nello straordinario si infila di tutto». Il quadro dipinto da Alessandro Bratti, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, al termine dei tre giorni di sopralluoghi in Sicilia è sconfortante. «Siamo vicini a una situazione di emergenza. Durante le ultime tre gestioni (i governi regionali guidati da Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo e quello in carica di Rosario Crocetta, ndr) le problematiche relative ai rifiuti non sono state affrontate».

Lungo l’elenco delle note dolenti: differenziata ai livelli più bassi in tutta Italia, problemi sulle costituzioni degli Ato, un «deficit finanziario importantissimo», un sistema di impianti che ha lacune «di tutti i tipi e di tutti i generi». «Non sono impianti, sono delle buche», precisa con semplicità e un pizzico di amarezza Stefano Vignaroli, deputato del Movimento 5 stelle. Il nodo cruciale: la gestione dei rapporti con le discariche private, definito «di palese illegalità a livello amministrativo». E il dubbio principale è quello relativo alla volontà di chi dovrebbe controllare. «Non è chiaro se è una disorganizzazione voluta perché avvantaggia alcuni potentati economici rispetto ad altri». Alle falde dell’Etna è l’impianto di contrada Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia, il protagonista delle audizioni e dei documenti raccolti. Qui il gruppo ha anche effettuato un sopralluogo e incontrato gli esponenti dei comitati civici No discarica. Più volte il discorso di Alessandro Bratti torna sulla vicenda giudiziaria che tocca la gestione dell’impianto della Oikos spa, azienda coinvolta assieme ai gestori di Mazzarrà Sant’Andrea (in provincia di Messina) e di Agrigento nell’inchiesta della procura di Palermo Terra mia sfociata in un processo giunto alle prime battute. Un caso che, assieme alla presunta corruzione di un dirigente regionale, Gianfranco Cannova, vede una serie di «accuse molto pesanti tra dirigenti», oltre a «controlli ambientali carenti». Una vicenda che, sebbene parta dai corridoi dell’assessorato regionale all’Ambiente, «non risparmia Catania», precisa il presidente della commissione.

Le attività della discarica di Motta sono gestite dai tre commissari nominati dal prefetto - quello catanese è il primo provvedimento interdittivo antimafia applicato nel settore -, ma l’impianto di biogas continua a riversare gli utili – stimati in tre milioni di euro - nelle casse della famiglia Proto. E all’ombra delle vasche costruite nella valle del fiume Sieli si susseguono le segnalazioni di «contributi a politici e presenze di parenti degli amministratori locali tra i dipendenti». Secondo le informazioni della commissione, «se al 31 marzo non cambierà nulla, la discarica non dovrebbe più accogliere rifiuti». Ma sul suo destino gravano le stesse incertezze che incombono sulla struttura ormai esaurita della contigua contrada Tiritì. «Per il post mortem (le attività di bonifica, ndr) non ci risultano stanziamenti», afferma Bratti.

Sempre nel Catanese, un nuovo fronte potrebbe aprirsi sulla Sicula trasporti, titolare dell’impianto di Grotta San Giorgio che ha appena ricevuto le autorizzazioni all’ampliamento da 500mila metri cubi. Se i titolari hanno spiegato ai parlamentari che tutto l’iter è stato condotto regolarmente, «l’impianto pare che non sia in ordine», affermano guardandosi quasi con imbarazzo i parlamentari. Che esprimono la «difficoltà a comprendere come i privati possano andare avanti in queste condizioni».  Altro aspetto messo in risalto dalla commissione è l’infiltrazione mafiosa: «C’è e continua a esserci un forte interesse dei clan». Tanto che nelle relazioni raccolte dalla commissione, l’unica provincia dalla quale non sarebbero emersi rapporti con Cosa nostra è la sola Caltanissetta. Nel corso della tre giorni in Sicilia sono stati sentiti anche i sindaci indicati dalla prefettura etnea oggetto di intimidazioni e pressioni per l’assegnazione di appalti nel campo della raccolta dei rifiuti. «Spesso nella gestione delle gare chi partecipa è una sola azienda», sottolinea il parlamentare.

«È anomalo che la metà dei rifiuti della Sicilia venga a Catania», interviene Vignaroli (M5s). Che spiega come il nucleo operativo ecologico dei carabinieriha solo sette uomini per indagare anche sulle piccole discariche. «Le procure hanno difficoltà». Alla commissioni sono arrivate segnalazioni «su una serie di rapporti di origine corruttivo. E rapporti molto stretti tra dipendenti, gestori e amministratori». Un esempio potrebbe essere quello di Agrigento, dove «ci siamo soffermati molto sulla discarica di Siculiana». Sono stati passati al vaglio i rapporti tra la famiglia Catanzaro, proprietaria del sito e gli amministratori locali, e le modalità attraverso le quali sono state rilasciate le autorizzazioni. Ma, così come per la struttura nel Messinese, ancora non vengono dati dettagli.

Quello concluso oggi è il primo di tre sopralluoghi che toccheranno anche il resto della Sicilia, con visite anche in provincia di Messina e nei grandi poli industriali dell’isola. «Abbiamo ascoltato l’ex assessore Nicolò Marino e l’attuale assessora, Vania Contrafatto, oltre all’ex dirigente Marco Lupo». Nelle prossime missioni – condotte da Dorina Bianchi (Nuovo centrodestra), Stella Bianchi (Partito democratico), Miriam Cominelli (Pd), Renata Polverini (Forza Italia), Vignaroli (Movimento 5 stelle), Giuseppe Compagnone (Grandi autonomie e libertà), Pamela Orrù (Pd), Bartolomeo Pepe (Misto), Laura Puppato (Pd) – «incontreremo Rosario Crocetta e altre persone legate all’amministrazione regionale», promette il presidente Bratti. Sono stati trattati anche i casi relativi ad Amia ambiente e al processo Ofelia, così come al caso dei sei operai del Comune di Mineo morti mentre lavoravano nel depuratore.

Al termine della sconfortante relazione, la sensazione è che ci si trovi davanti a una situazione gravissima, che non lascia scampo a possibilità di trovare soluzioni a breve termine. Forse un commissariamento? «Non possiamo decidere per la Regione», risponde Bratti. Ma, allo stato attuale, il mondo dei rifiuti viene descritto come una bomba pronta a esplodere: «Può solo peggiorare, non si vedono miglioramenti di sorta».

http://www.liberainformazione.org/2015/03/14/la-commissione-parlamentare-rifiuti-in-sicilia-cuffaro-lombardo-crocetta-gli-stessi-problemi/

Rifiuti. SRR Enna: si profila una riduzione del 30% su retribuzioni

L’assemblea dei soci della SRR si riunirà giorno 16 marzo alle ore 15, per discutere, tra le altre cose, del regolamento degli uffici e dei servizi, presupposto necessario per determinare la dotazione organica degli uffici della SRR.
La proposta del Consiglio di Amministrazione prevede la costituzione di un unico settore, con a capo un solo dirigente, e tre servizi: Affari Generali, Economico/Finanziario e Tecnico. Il regolamento prevede che i dipendenti vengano assunti tramite prove selettive e che gli stessi abbiano un ruolo interscambiabile. Questo consentirà economicità e razionalizzazione del personale da assumere.
Nella proposta di organizzazione è prevista l’applicazione del contratto di lavoro degli Enti Locali che ha un costo inferiore di circa il 30% rispetto all’attuale contratto applicato ai dipendenti dell’ATO.
Così il Presidente della SRR ennese, Sebo Lenza, sindaco di valguarnera: “Abbiamo raccolto le istanze dei Sindaci che più volte hanno chiesto l’applicazione di un contratto di lavoro che sia in linea con quello degli Enti Locali, essendo la SRR soggetto equiparabile dal punto di vista normativo ai medesimi obblighi cui sono sottoposti gli enti locali, unici soci della SRR. Sappiamo che questa scelta provocherà molti mal di pancia, speriamo e siamo certi che i Sindaci non si lasceranno influenzare dalle sollecitazioni esterne. Bisogna andare avanti, fare funzionare la nuova società evitando il collasso e le distorsioni che si sono create all’interno dell’ATO. I Sindaci hanno voluto rompere con le metodologie utilizzate nel passato, vogliono costruire un percorso nuovo, funzionale e rispondente alle effettive esigenze del servizio senza che i maggiori costi ricadono sui cittadini. Saranno oggetto di discussione assembleare, le proposte operative sull’avvio della società di scopo, già deliberata dall’Assemblea che avrà la funzione di gestire gli impianti funzionanti che saranno presi in carico e saranno utilizzate secondo i criteri del Piano d’Ambito, in fase di elaborazione. La dotazione organica della SRR, il piano d’ambito e i Piani d’intervento in conformità al piano d’ambito, costituiscono il presupposto necessario per avviare la gestione diretta da parte dei comuni con l’avvio del sistema della raccolta differenziata e il miglioramento de servizio dal punto di vista igienico e sanitario. Se riusciamo in questa impresa, continueremo a garantire l’occupazione a tutti gli operatori nei diversi cantieri e forse a tutti i dipendenti dell’ATO”.

http://www.vivienna.it/2015/03/14/rifiuti-srr-enna-si-profila-una-riduzione-del-30-sulle-retribuzioni/

Sciacca, Sogeir: 190 mila euro per pagare i lavoratori - Giornale di Sicilia

Sciacca, Sogeir: 190 mila euro per pagare i lavoratori

SCIACCA. Il Comune liquida 190 mila euro alla Sogeir che completa il pagamento degli stipendi ai lavoratori. Arriva anche quello di febbraio e questa volta il sindacato parla di "situazione che volge al meglio pure nei rapporti con la società". Lo fa attraverso Enzo Iacono, rappresentante della Funzione pubblica Cgil. "Lo stipendio di gennaio è stato pagato, per intero, ai dipendenti di tutti i Comuni dell'Ato - dice Iacono - e adesso il commissario, Achille Fuoroso, mi ha comunicato che martedì 17 pagherà anche quello di febbraio. Se le cose andranno avanti così non ci saranno scioperi ed anche i lavoratori potranno lavorare con maggiore tranquillità". Intanto, l'assessore ai Servizi a rete, Gaetano Cognata, si appresta a portare in consiglio comunale una proposta complessiva sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che comprenderà sia il piano finanziario che le modalità di gestione, in house o attraverso l'affidamento a una ditta. "Rimango convinto - dice Cognata - che l'affidamento, attraverso una gara, a una ditta darebbe maggiori garanzie al Comune che verrebbe sgravato di una serie di oneri a cominciare dall'acquisto e dalla manutenzione dei mezzi. Ci rimetteremo, comunque, a una valutazione del consiglio comunale. Quel che è certo - aggiunge Cognata - è che i lavoratori in ogni caso saranno garantiti". Sono 48, in città, gli addetti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti". Il sindacato propende per la gestione diretta da parte del Comune. "Non si è soggetti al pagamento dell'Iva, si può risparmiare un utile d'impresa che non è mai inferiore al 15 o 20 per cento per chi si aggiudicherà il servizio - dice Enzo Iacono, della Cgil Funzione pubblica - e il Comune parte già da un vantaggio, quello di avere un personale di 48 unità composto dagli operai".

Sciacca, Sogeir: 190 mila euro per pagare i lavoratori - Giornale di Sicilia

Post più popolari di sempre