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mercoledì 20 novembre 2013

Rifiuti tossici in Sicilia

L'Arpa: "Criticità nei rilievi, lì sotto può esserci di tutto". Al via progetto hi-tech È un po' come giocare a guardie e ladri. Ma con i ladri che sgommano via a bordo di unasupercar. E le guardie che non possono nemmeno provare a rincorrerli, perché rimaste a piedi. Scalzi. Così la guerra contro l'ecomafia è persa in partenza. Perché nella lotta al traffico illecito di rifiuti - con destinazione Sicilia e provenienza resto del mondo - il particolare più beffardo è che una mappa regionale dei veleni esiste: cave dismesse, miniere abbandonate, ma anche discariche (pubbliche e private) che custodiscono schifezze e segreti. Gli organi tecnici hanno in mano una black list con tutti i siti potenzialmente contaminati da rifiuti tossici. E li hanno condivisi, seppur con qualche falla nel sistema, con magistrati e forze dell'ordine. Ma per passare dalla teoria alla pratica (sopralluoghi e analisi in particolare, per non parlare dell'utopica fase delle bonifiche) c'è un altro muro di gomma. Un beffardo supplizio di Tantalo: non avere i soldi in un settore in cui la "controparte" di Cosa Nostra fattura decine di miliardi.«L'emergenza dei rifiuti tossici in Sicilia esiste - ammette Francesco Licata di Baucina, direttore generale dell'Arpa Sicilia, nella foto in basso nel tondo - e noi abbiamo un preciso monitoraggio di molti dei siti, ex discariche e miniere dismesse, che con tutta probabilità sono caratterizzati da contaminazioni nel sottosuolo». L'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente era stata tirata in ballo - ieri su La Sicilia - dall'assessore regionale Nicolò Marino, che contestava «dati preoccupanti sulle discariche pubbliche, con l'Arpa che «ci dice cose che prima non ci aveva mai detto». Il riferimento è a quattro strutture (Agrigento, Gela, Enna e Messina), sulle quali il direttore Licata conferma «criticità in fase di controllo». Per poi allargare il campo: «Il problema delle discariche è il "post mortem", cioè quando si esauriscono. E in una regione in cui tutte le strutture, pubbliche e private, sono state da sempre gestite "in deroga", cioè male e senza rispettare le regole, è chiaro lì dentro ci puo essere di tutto». Anche i rifiuti tossici provenienti dall'Europa e dal Nord Italia sui quali starebbero indagando alcune Procure siciliane anche a seguito delle rivelazioni del camorrista pentito, Carmine Schiavone? «Questo in atto non si può sapere con certezza, ma non lo escluderei», afferma il direttore. Che aggiunge: «Se avessimo più risorse molte risposte si potrebbero trovare prima e meglio». Perché l'Arpa Sicilia, ricorda il direttore, «ha un organico di 300 unità al fronte di 970 di pianta organica» e nel 2013 «abbiamo ricevuto dalla Regione 11 milioni, di cui 4 appena sbloccati, mentre la nostra omologa in Lombardia riceve 80 milioni».Ma l'Arpa Sicilia, più volte accusata nei singoli territori di ritardi e lacune sulle rilevazioni anche in materia di rifiuti tossici, prova a ripartire dal Miapi. Ovvero "Monitoraggio e individuazione delle aree potenzialmente inquinate", con 10 milioni di euro per Sicilia, Campania e Calabria, finanziati dal Pon Sicurezza e gestiti dai ministeri dell'Interno e dell'Ambiente. L'Arpa Sicilia sta già «individuando i siti che potenzialmente possono contenere rifiuti tossici». Si tratta di «discariche pubbliche e private, distribuite su tutto il territorio siciliano, la cui lista è in via di rifinitura per poi essere inviata al ministero» e di «altri siti a rischio contaminazione, a partire da cave e miniere dismesse, sulle quali stiamo incrociando i dati con i tecnici dell'assessorato all'Energia». Su quest'ultimo aspetto un punto di partenza è il dossier della commissione per le miniere dismesse dell'Urps (Unione regionale province siciliane): oltre quella ormai famigerata di Pasquasia (a Enna), le ex cave incriminate sono quelle di Bosco (San Cataldo) Raineri (Mussomeli) Ciavolotta (Agrigento) e San Giuseppe (fra Melilli e Augusta); c'è anche un lago, il Soprano di Serradifalco. Ma visto che in Sicilia giacciono 691 cave dismesse (al fronte di 557 in attività), ci sarà di che sbizzarrirsi. E anche per le discariche la lista di partenza è lunga, perché «prima che le leggi intensificassero i controlli in quei siti entrava e usciva qualunque cosa», sostengono dall'Arpa.La fase successiva del progetto Miapi sarà quella «rilevazioni aeree - rivela il direttore Licata - con mezzi dotati di magnetometri molto sofisticati per misurare la presenza di rifiuti tossici». E infine la terza fase con i sopralluoghi dei tecnici di Arpa e Noe dei carabinieri. «I voli partiranno nel 2014, speriamo di concludere tutte le fasi entro il minor tempo possibile», auspica il direttore Licata. Consapevole che di tempo, per chi deve difendere i cittadini da bombe ecologiche a orologeria. Il tic-tac magari è partito già da decenni. L'esplosione, però, sarà (o è già stata) silenziosa. Come i morti di tumore in più città siciliane avvelenate.twitter: @MarioBarresi- See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=108455/analisi/rifiuti-tossici-ecco-la-mappa-in-sicilia-%C2%ABma-mancano-risorse-per-i-controlli%C2%BB&template=lasiciliait#sthash.Y5w1NXQr.dpuf

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