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4 commenti:
Il termovalorizzatore è un impianto che brucia i rifiuti provenienti da un accurato processo di raccolta differenziata. E' cioè un inceneritore che usa il calore prodotto per generare energia.
Tuttavia, pur essendo meno inquinanti degli obsoleti inceneritori, i termovalorizzatori non riescono ad eliminare la diossina, tossica e cancerogena, presente nei fumi di scarico. Inoltre, studi sul particolato e sulle nanopolveri ne mettono seriamente in dubbio la compatibilità ambientale. E proprio per i dubbi sulla loro tossicità, i termovalorizzatori sono poco diffusi e molto osteggiati dalla popolazione.
Ma ora, forse, si è trovato il modo di smaltire i rifiuti urbani, con un impatto ambientale minimo, producendo eco-energia.
In Italia è l'Enea ad aprire questa prospettiva, già sperimentata in Germania e in Islanda.
In futuro, la tecnica che trasformerà la maggior parte dei rifiuti in energia termica ed elettrica e che sostituirà gli inceneritori si chiama "pirolisi ".
La pirolisi (di cui si è molto parlato) è un processo di degradazione termica in assenza di ossigeno. E' una tecnica che con l'utilizzo di uno speciale tipo di forno (kiln), può raggiungere performances ottimali, quali la totale assenza di diossine e furani.La dissociazione molecolare avviene tra 400 e 800°C (contro i 1300 °C degli inceneritori). È un processo endotermico(per spezzare i legami tra gli atomi dei reagenti occorre fornire energia) e può essere regolato, cioè abbassato o aumentato. È particolarmente indicata proprio in presenza di materiali assai diversi fra di loro. Può operare con a monte la raccolta differenziata, ma anche senza.
Inoltre, la pirolisi potrà trattare la frazione umida insieme con la frazione secca del rifiuto, con ottimi risultati che possono toccare punte del 90% di produzione di gas e 10% di residuo inerte in discarica, contro circa il 50% dei termovalorizzatori.
Della nuova tecnica ne ha parlato all'ANSA, Angelo Moreno, ricercatore dell'Enea: "In questo modo si consente la minimizzazione dell'impatto ambientale, vale a dire, un minor numero e minore uso delle discariche, che e' tra i primi obiettivi ambientali nella gestione rifiuti in Italia. Inquinanti quali i composti dello zolfo, gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio diminuiscono fino alla meta' mentre quelli pesanti si riducono del 50%. Se poi, prosegue il ricercatore dell'Enea, un tale sistema venisse accoppiato con una tecnologia ad alta efficienza, quali le celle a combustibile ad alta temperatura che possono sfruttare in maniera ottimale il syn-gas prodotto, questa potrebbe rappresentare la soluzione tecnologica ottimale al problema dei rifiuti, dal punto di vista ambientale, energetico, sociale ed economico''.
Per cio' che riguarda la vicenda dei quattro termovalorizzatori da realizzare in Sicilia, la giunta ha rimesso all'Agenzia regionale delle acque e dei rifiuti le ulteriori attivita' di definizione del procedimento, che dovra' comunque essere coerente con il quadro normativo delle fonti comunitarie, nazionali e regionali e con le prescrizioni rese dalla Corte di Giustizia Europa nella sentenza del luglio 2007
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Europea i bandi per realizzare i termovalorizzatori in Sicilia. Il piano della Regione ha subito qualche modifica: i termovalorizzatori non saranno più quattro, ma tre. Gli impianti sorgeranno a Bellolampo (Palermo), Casteltermini (Agrigento) e Augusta (Siracusa).
Attualmente resta in sospeso quello di Paternò. Non è stato infatti raggiunto l’accordo con Sicilpower, società che si era aggiudicata la concessione.
L´ultima gara bandita dall´agenzia regionale per i rifiuti è andata deserta. I tre raggruppamenti che avevano manifestato interesse non hanno depositato un´offerta entro il termine del 31 agosto.
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