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lunedì 23 novembre 2015

RICORSO ACCOLTO Messina contro la Regione per l’ecotassa sulla differenziata: il Tar da’ ragione a Palazzo Zanca

Un mese fa l'amministrazione Accorinti aveva deciso di mettere nelle mani dell'avvocato Arturo Merlo l'ordinanza del 14 luglio della Regione che tra le altre cose prevedeva un drastico aumento per i Comuni che non raggiungono una certa soglia di differenziata. Era stato considerato un provvedimento ingiusto e penalizzante, il Tra ha accolto il ricorso e sospeso l'ordinanza.
Messina aveva deciso di dichiarare guerra alla Regione sul fronte dei rifiuti. Un mese fa Palazzo Zanca ha portato sui tavoli del tribunale amministrativo l’ultima ordinanza siglata dal presidente Rosario Crocetta per la gestione rifiuti mettendo tutto nelle mani del Tar. E’ stato presentato un ricorso contro quel provvedimento datato 14 luglio 2015 e ed è toccato all’avvocato Arturo Merlo impugnare l’atto con cui la Regione ha prorogato ancora la gestione emergenziale del difficilissimo comparto rifiuti . L’amministrazione Accorinti si è schierata contro la cosiddetta “ecotassa” contenuta nell’ordinanza regionale, una novità introdotta dal presidente Crocetta e che avrebbe fortemente penalizzato i Comuni siciliani che non raggiungono determinate quote di differenziata, quote che al momento in Sicilia sono praticamente impensabili. E il Tar ha dato ragione al Comune di Messina che così diventa il primo ente locale siciliano ad avere ottenuto uno stop all'ingiusto aumento dell'ecotassa previsto dall'ordinanza regionale del luglio scorso. Il TAR Sicilia ha accolto infatti, nell'udienza del 20 novembre scorso, il ricorso promosso del comune di Messina, che chiedeva l'annullamento previa sospensione dell'efficacia dell'ordinanza regionale del 14 luglio 2015 relativamente al punto in cui si prevedeva un sensibile aumento del tributo speciale, cosiddetta ecotassa, per i comuni che non avessero raggiunto entro il 2015 il 35% di raccolta differenziata. “Siamo soddisfatti per la decisione assunta dal TAR - dichiara l'assessore all'ambiente Daniele Ialacqua, - in quanto l'attuazione dell'ordinanza regionale avrebbe comportato per il comune di Messina , e quindi per i cittadini , un esborso fino a 2 miliori di euro. La motivazione del ricorso, nasceva soprattutto dal fatto che, pur condividendo l'utilizzo della leva fiscale e quindi della politica degli incentivi e disincentivi al fine di incrementare la raccolta differenziata, tale provvedimento della Regione Sicilia scaricava solo sugli enti locali, e quindi sui cittadini, le responsabilità del contesto di emergenza ed incertezza che vive da anni la gestione dei rifiuti in Sicilia e che non ha messo i Comuni in condizione di programmare ed attuare politiche d'incremento della raccolta differenziata Basti pensare ai ritardi accumulati nell'attuazione della riforma regionale dei rifiuti del 2010, la mancata approvazione del piano rifiuti regionale, la mancata realizzazione degli impianti, i ritardi nei finanziamenti per la raccolta differenziata”. A finire nel mirino del Comune di Messina e dunque del Tar è l’art 8 dell’ordinanza, dove al comma 3 si legge che «l’amministrazione regionale applicherà ai soggetti conferitori di rifiuti in discarica che, entro l’anno 2015, non raggiungeranno un livello di raccolta differenziata almeno pari al 36%, il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti». Ciò significa che praticamente a metà anno la Regione dice ai Comuni siciliani che andranno incontro ad un tributo speciale in base alla quantità di spazzatura che portano in discarica. Quindi più si differenzia, guardando al famoso obiettivo del 65% di differenziata entro il 2015, meno sarà cara questa sorta di ecotassa. In una tabella ci sono le varie fasce che stabiliscono quanto si pagherà per ogni kg di immondizia portata in discarica: Messina, con il suo 10% di differenziata, si piazza al gradino più basso e dunque potrebbe ritrovarsi a dover sborsare 0,01 euro al kg per gli inerti e 0,02582 euro al kg per rifiuti pericolosi e non pericolosi perché ha una percentuale inferiore al 15%. Il Tar ha ritenuto che ciò avrebbe creato «grave ed irreparabile atteso che al Comune di Messina, già in una situazione di pre-dissesto finanziario, stante il modesto livello di raccolta differenziata allo stato attuato, con inevitabile aumento dell’esposizione finanziaria» e dunque ha sospeso gli effetti dell’ordinanza limitatamente alla parte che riguarda l’ecotassa. Una sentenza che potrebbe allargarsi per tutti i Comuni siciliani e che eviterà intanto a Messina di ritrovarsi a dover sborsare ulteriori somme.

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