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martedì 5 aprile 2011
Scatta la protesta dei netturbini E’ emergenza rifiuti ad Agrigento « Quotidiano Sicilia | Cronaca Sicilia | Notizie, attualità e politica siciliana – Live Sicilia
Scatta la protesta dei netturbini E’ emergenza rifiuti ad Agrigento « Quotidiano Sicilia | Cronaca Sicilia | Notizie, attualità e politica siciliana – Live Sicilia: "Emergenza rifiuti ad Agrigento: la città della valle dei Templi è invasa dalla spazzatura per lo sciopero dei netturbini che rivendicano il pagamento degli stipendi degli ultimi tre mesi. E’ l’ennesima crisi che investe i comuni dell’Ato Gesa 2 di Agrigento alle prese con una gravissima situazione economica e sull’orlo ormai del dissesto finanziario. La spazzatura che si sta accumulando in tutti i quartieri della città, con i marciapiedi e le strade ormai letteralmente invasi dai rifiuti. Domani mattina i 400 lavoratori in sciopero protesteranno davanti alla prefettura. Sperano di essere ricevuti dal prefetto Francesca Ferrandino, alla quale chiederanno di sbloccare una situazione che ”per noi – dicono i netturbini – da tre mesi senza stipendio, si fa sempre piu’ drammatica”. Il sindaco Marco Zambuto, alcuni mesi fa, quando scattò l’emergenza, promise che l’amministrazione comunale avrebbe gestito direttamente la raccolta dei rifiuti."
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Salta l'accordo, sarà sciopero ad oltranza. Dopo che stamattina sembrava quasi raggiunto l'equilibrio cercato in questi giorni, adesso gli operai hanno respinto la proposta avanzata dalla Gesa e hanno deciso di proseguire con l'astensione dal lavoro.
In totale, tra somme anticipate da alcuni Comuni (due milioni e trecentomila euro), da Gesa (300mila euro), e il milione e quattocentomila euro anticipate dall'Aipa, l'Ato ha a disposizione quattro milioni di euro, che avrebbero consentito di pagare almeno due delle tre mensilità arretrate. Il piano proposto dalle ditte era il seguente: entro lunedì sarebbero state accreditate le somme utili per pagare il primo mese di stipendio, che sarebbe stato disponibile per i lavoratori già mercoledì prossimo. La seconda mensilità avrebbe dovuta essere disponibile a fine settimana, mentre, i restanti 400mila euro, stando alle promesse delle ditte, avrebbero dovuto essere impegnate per pagare metà della mensilità di marzo, senza però che le ditte incassassero nulla.
Questo, attendendo che possano entrare in cassa altri fondi, provenienti dai Comuni oppure, ad esempio, dalla Regione, che dovrebbe restituire all'Ato i novecentomila euro anticipati per coprire le spese collegate al trasporto dei rifiuti da Lampedusa. La richiesta, ovviamente, era quella di riprendere immediatamente la raccolta.
Una proposta giudicata dai lavoratori non abbastanza concreta, tanto da spingerli a scegliere di proseguire la protesta. "Finchè non avremo in tasca i mesi arretrati non riprenderemo la raccolta"
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