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mercoledì 25 dicembre 2013

Natale e fine anno con la crisinel 2014 a rischio 36 mila posti di lavoro

Le ultime vertenze aperte sono quelle di Ansaldo Breda e del colosso dei call center Almaviva che minaccia di abbandonare la Sicilia. Ecco quali sono, settore per settore, i posti di lavoro che rischiano di essere cancellatidi GERALDINE PEDROTTITRENTASEIMILA siciliani rischiano di perdere il lavoro da qui alla fine del prossimo anno. Ieri due nuove vertenze: il sit-in delle tute blu di Ansaldo Breda davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Carini e l'allarme sul possibile addio alla Sicilia del colosso dei call center Almaviva: Cgil, Cisl e Uil tracciano una stima shock sulle vertenze pronte a esplodere e sugli effetti della crisi. Crisi che colpisce tutti i settori: dall'edilizia all'industria, dalla formazione professionale ai rifiuti, fino a fiori all'occhiello come l'Etna Valley. "E ai 36 mila  -  dice Claudio Barone, leader della Uil  -  si potrebbero aggiungere i 20 mila precari degli enti locali, la cui salvezza è ancorata all'approvazione della Finanziaria e al superamento del patto di stabilità".EDILIZIA E INDUSTRIASono i settori più colpiti dalla crisi: da sola, l'edilizia dal 2008 a oggi ha lasciato sul terreno 50 mila posti di lavoro, e per l'anno prossimo i sindacati prevedono altri 20 mila licenziamenti. Non va meglio l'industria dove la vertenza più grande resta quella della Fiat di Termini Imerese: i 1.100 operai potrebbero essere licenziati già a metà aprile, se non sarà trovata una soluzione alternativa al Lingotto. Stessa sorte potrebbero subire a febbraio i 196 lavoratori della Keller, azienda di Carini in crisi da oltre vent'anni, i cui lavoratori hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Sempre a Carini rischiano il posto i 147 dellaAnsaldo-Breda, per i quali la società ha chiesto la cassa integrazione che potrebbe trasformarsi in licenziamento. E i 200 lavoratori della Italtel: la cassa integrazione scadrà nel 2014 e per loro l'azienda potrebbe chiedere l'esubero. E proprio oggi, vigilia di Natale, il governatore Crocetta si è recato ai cancelli della fabbrica ma i dirigenti non gli hanno consentito di varcare la porta d'accessoRIFIUTISecondo le stime della Cisl, in mille rischiano di perdere il posto nel caos della riforma regionale del sistema. "Negli ultimi giorni 283 lavoratori dell'Ato Palermo 1 e della Coinres  -  spiega Dionisio Giordano, della Cisl  -  hanno ricevuto lettere di licenziamento, perché  -  nell'attesa che si attui il passaggio dagli Ato alle Srr  -  i Comuni gestiscono il servizio in totale autonomia e assenza di regole, affidando la gestione a ditte private. E la situazione è destinata a peggiorare".FORMAZIONE PROFESSIONALE"In attesa della riforma  -  commenta Michele Pagliaro della Cgil Sicilia  -  gli enti di formazione hanno comunicato l'intenzione di ridurre il personale nel 2014. A rischio sono dai tremila ai quattromila addetti. La riforma non parte, non c'è una prospettiva chiara e gli enti tagliano".TRASPORTO PUBBLICO LOCALELa Cgil teme che il taglio del 10 per cento dei trasferimenti previsti nella Finanziaria regionale si traduca in una riduzione del personale. Per il trasporto su strada i sindacati ipotizzano la perdita di 600 posti di lavoro, mentre quello del comparto marittimo subirà un taglio di 200 dipendenti.CALL CENTERAlmaviva, colosso internazionale del settore, rischia di soccombere sotto i colpi dell'inerzia della Regione. Da oltre un anno l'azienda, presente a Palermo e a Catania con seimila dipendenti, chiede alla Regione una nuova sede. In cambio sarebbe disposta a trasferire la sede legale nell'Isola, pagando qui le tasse, e a creare un polo di Information technology. Ma da Palazzo d'Orleans tutto tace, e Almaviva minaccia di andare via.ELETTRONICA E FARMACEUTICAMeditano l'addio anche le multinazionali dell'Etna Valley. "La farmaceutica  -  dice Ferruccio Donato, della Cgil  -  rischia di subire duri colpi: la Pfizer, il colosso americano che a Catania dà lavoro a 700 persone, ha perso l'esclusiva sulla produzione di un farmaco che dal 2014 potrà essere prodotto ovunque nel mondo, il che ci fa temere per le ricadute sull'Isola. La microelettronica arranca e sono in 400 a rischiare il posto allaMicron, la multinazionale americana che minaccia di ridurre ilpersonale".COMMERCIO E TURISMOIn 134 potrebbero essere licenziati nei prossimi mesi da Acqua Marcia, la società che gestisce alberghi storici come Villa Igiea e l'Hotel delle Palme di Palermo, che potrebbe chiudere. E anche per il commercio si prospetta un altro anno duro. "Pensiamo ai 180 dipendenti Despar di Trapani, Palermo e Agrigento  -  commenta Mimma Calabrò, della Fisascat-Cisl  -  o agli 800 del gruppo Aligrup della Sicilia occidentale. Senza contare le centinaia di negozi che ogni mese chiudono i battenti. Non si può assistere inermi alla morte di interi settori produttivi".c
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/24/news/natale_e_fine_anno_con_la_crisi_nel_2014_a_rischio_36_mila_posti_di_lavoro-74404857/

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