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mercoledì 11 dicembre 2013

Rifiuti e favori: la DDA accusa i vertici dell'Aimeri e dell'Ato. Coinvolto l'ex senatore Papania

Martedì 10 Dicembre 2013 17:28E' scoppiato ieri lo scandalo sullo smaltimento dei rifiuti in provincia di Trapani. Un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha scoperto le carte. A finire sotto inchiesta, ci sono 8 nomi noti: l'ex senatore del PD, Nino Papania (nella foto), i responsabili della Sicilfert di Marsala, Michele, Pietro e Caterina Foderà, il direttore generale prima e liquidatore poi della società Ato Tp 1 Terra dei Fenici, Salvatore Alestra, il direttore Area Sud dell'Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, il...capo dell'impianto di Trapani gestito dalla stessa società, Salvatore Reina, l'amministratore dell'Agesp (subappaltatrice per conto dell'Aimeri), Gregory Bongiorno. Tutti rispondono di omissione di controllo e violazione delle norme in materia ambientale ed hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Secondo l'accusa, non sarebbero stati smaltiti a dovere i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata in una sfilza di comuni della nostra Provincia: Marsala, Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Pantelleria, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice. I rifiuti, regolarmente differenziati dai cittadini, sarebbero stati invece ammassati nel centro di compostaggio gestito dalla Sicilfert proprio a Marsala. In particolare, appaiono alquanto delicate le posizioni di Alestra, Colimberti e Papania che sono accusati di corruzione, concussione e omissione in atti d'ufficio in concorso tra di loro. Alestra e Colimberti per non aver vigilato sul corretto smaltimento dei rifiuti nel periodo che va dal 2010 al 2012, l'ex senatore del PD, risulta invece indagato per corruzione. In cambio dei mancati controlli sulla gestione del servizio, si sarebbe arrivati a chiedere posti di lavoro. A tal proposito, il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato ed i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella, hanno chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari di inoltrare al Senato della Repubblica, la richiesta di utilizzare le intercettazioni delle conversazioni di Papania, quando questi occupava un seggio a Palazzo Madama. Secondo l'accusa, il democratico avrebbe ottenuto l'assunzione di numerose persone “A lui gradite e da lui segnalate”. “Non sapevo di essere indagato – sono state le prime parole di Papania –, sapevo solo che un avviso di garanzia sarebbe arrivato ad altri ma non a me. Replicherò quando prenderò visione degli atti”. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Papania avrebbe fatto prevalere il suo ruolo di parlamentare per fare “pressioni” sul direttore dell'Ato, Alestra, affinchè quest'ultimo attenuasse i controlli sul lavoro dell'Aimeri, dietro richiesta di Colimberti. Papania peraltro, è indagato dalla Procura di Trapani anche per un presunto caso di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni amministrative ad Alcamo. L'indagine scaturisce da quella in cui l'ex parlamentare risulta parte lesa per via di alcune intimidazioni subite. Papania infatti, fu oggetto di attentati da parte di soggetti impiegati nella campagna elettorale che avrebbero preteso garanzie per essere assunti presso l'Aimeri. In cambio, sia Papania che Alestra, avrebbero ottenuto assunzioni nella ditta Aimeri Ambiente. Per Salvatore Alestra, ieri, è intervenuto il suo legale, l'avvocato Massimo Mattozzi: “Il mio assistito è estraneo ai reati che gli vengono contestati e considerato il suo ruolo di direttore non è responsabile di eventuali ipotesi di inquinamento. Il reato di corruzione che gli viene contestato è inesistente e lo dimostra il fatto che è stato lo stesso Alestra ad applicare delle pesanti sanzioni penali all'Aimeri. Sono stati decurtati dei soldi dai pagamenti eseguiti dall'Ato in favore della stessa ditta”. La difesa di Orazio Colimberti – peraltro già coinvolto in inchieste giudiziarie quando era dirigente dell'Amia di Palermo – sta valutando l'ipotesi di chiedere un interrogatorio per il suo assistito. “Non ci sono gli estremi per la contestazione dei reati ambientali – ha spiegato l'avvocato Valentina Castellucci – visto che Colimberti non aveva alcun ruolo operativo nel controllo dei rifiuti conferiti. Sulla ipotesi di corruzione riteniamo che basti citare il fatto che esiste un contenzioso civile per le pesanti penali applicate all'Aimeri”. Ora la parola spetta al GIP che deve decidere se chiedere o meno al Parlamento italiano l'autorizzazione ad utilizzare il materiale probatorio che riguarderebbe Papania. I Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente che ascoltavano le conversazioni di Alestra e Colimberti, si sono imbattuti in 13 conversazioni e ben 69 messaggi del senatore. Nel maggio 2013, nel corso di una perquisizione effettuata negli uffici dell'Aimeri Ambiente, sono stati sequestrati dei documenti da cui emergerebbero le indicazioni delle persone che Papania avrebbe chiesto di assumere a Colimberti. L'avvocato marsalese Paolo Paladino respinge invece le accuse mosse a Salvatore Reina: “Siamo certi che non ha avuto alcuna responsabilità anche per la qualifica rivestita, ma ci riserviamo di esprimere la nostra posizione dopo avere letto tutti i 19 faldoni delle indagini”. Per Michele, Pietro e Caterina Foderà, è intervenuto il legale lilybetano Giuseppe Cavasino che ha specificato che “... ogni volta che i camion trasportavano rifiuti non conformi i Foderà hanno rispedito indietro gli stessi impedendo il conferimento”. Nell'inchiesta, solo per i presunti illeciti ambientali, è coinvolto anche Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, che con la sua Agesp ha ottenuto alcuni lavori in subappalto dall'Ato: “Ho chiesto di essere sentito dai magistrati – ha fatto sapere Bongiorno – con la convinzione di potere dimostrare l'estraneità della ditta. Se il cittadino getta la plastica fra i rifiuti inorganici la selezione diventa impossibile”. Come era prevedibile, la vicenda ha finito per condizionare la prima parte della seduta del Consiglio comunale di Marsala che in questi giorni si riunisce quasi quotidianamente in vista dell'approvazione del Bilancio. “Per una volta tanto la politica è arrivata prima della Magistratura – ha detto il capogruppo del PSI, Michele Gandolfo nella sua veste di presidente della Commissione d'Inchiesta sull'Ato –. Avevamo chiesto all'Ato dei chiarimenti sul ruolo di Alestra, inoltre siamo in possesso delle carte che dimostrano come il comune di Marsala abbia sottovalutato la cosa. Nel corso di una riunione il comune di Trapani aveva sollevato la questione su presunti di favoreggiamenti in cambio di assunzioni ma, per responsabilità dei rappresentanti lilybetani, la cosa fu fatta cadere nell'oblio”. Come si ricorderà le conclusioni della Commissione d'Inchiesta sull'Ato, furono contestate dal Presidente del Consiglio comunale, Enzo Sturiano, in quanto erano diventate di minoranza perchè le firme a sostegno della relazione stessa erano soltanto cinque. Nelle scorse settimane, alla Commissione fu concessa una proroga di ulteriori 90 giorni. “Ho convocato la Commissione nei giorni 17 e 20 dicembre – ha detto Gandolfo – ma potrebbero essere le ultime riunioni in quanto mi trovo davanti ad un muro di gomma. Chiedo i documenti all'Ato ed al Comune ma non arrivano. Addirittura l'Ato mi ha risposto che le carte da noi richieste sono state sequestrate dall'Autorità giudiziaria ed inoltre la società d'ambito ha un solo dipendente che non può assolvere a tutta la mole di lavoro. Se così fosse, dopo queste due sedute, invierò gli atti alla Commissione nazionale Anticorruzione.
http://www.marsalace.it/web/politica/9814-rifiuti-e-favori-la-dda-accusa-i-vertici-dellaimeri-e-dellato-coinvolto-lex-senatore-papania

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