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sabato 14 marzo 2015

Commissione inchiesta rifiuti in Sicilia: “Sistema al vaglio magistratura per gravi irregolarità”. M5S: “Rendere pubbliche le relazioni”

Bonifiche e gestione rifiuti speciali sotto la lente d’ingrandimento della Commissione parlamentare d’inchiesta che con la tappa odierna di Catania chiude una tre giorni in Sicilia. I lavori si sono aperti con l’audizione del prefetto di Catania, Maria Guia Federico. La Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti, era composta dai deputati Dorina Bianchi (NCD), Stella Bianchi (PD), Miriam Cominelli (PD), Renata Polverini (FI-PDL), Stefano Vignaroli (M5S) e dai senatori Giuseppe Compagnone (GAL), Pamela Orru’ (PD), Bartolomeo Pepe (Misto), Laura Puppato (PD) (foto). Nel corso dell’audizione si e’ discusso, tra l’altro, del commissariamento della ditta ‘Oikos’ di Misterbianco, in provincia di Catania. Primo caso di commissariamento in Italia, ai sensi della normativa antimafia e anticorruzione, in merito ad un contratto riguardante la gestione e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’intervento, sollecitato dal presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha riguardato il contratto tra la Oikos spa e il comune di Catania e, piu’ in generale, la conduzione della discarica di Motta Sant’Anastasia. L’intervento prefettizio era nato da un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti della ‘Ipi’ societa’ romana socia della Oikos catanese, emesso da un’altra prefettura, a cui si e’ aggiunto il provvedimento anticorruzione, emesso dopo l’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito l’imprenditore Domenico Proto.

SOPRALLUOGHI La Commissione parlamentare ha visitato gli impianti della discarica di Motta Sant’Anastasia attualmente gestiti da tre commissari nominati dal prefetto di Catania. E’ stato poi effettuato un sopralluogo al secondo impianto del catanese, gestito dalla Sicula trasporti. Tra i dossier aperti, anche quello riguardante i problemi legati ai poli petrolchimici – che saranno oggetto di un’apposita missione – e delle miniere dismesse. Nel corso dell’audizione, inoltre, i rappresentanti della Capitaneria di porto e delle altre forze dell’ordine hanno illustrato l’attivita’ di contrasto rivolta ai traffici transfrontalieri di rifiuti, tema che sara’ oggetto di una specifica relazione della commissione. Come in altre parti d’Italia anche la Sicilia orientale, infatti, come e’ emerso nel corso delle audizioni, e’ coinvolta nei commerci illegali dei rottami ferrosi, dei rifiuti elettrici ed elettronici e dei materiali plastici.

PUPPATO “La Sicilia – ha detto la Puppato – non sopravvive se rimane nella perenne emergenza rifiuti, aggravata da un sistema di criminalita’ organizzata che si occupa dello smaltimento del rifiuto tal quale in discarica, con costi enormi economici e ambientali a carico dei comuni e dei cittadini, e con minacce e intimidazioni a carico di chi si ribella. Le discariche sono quasi tutte in esaurimento o sotto sequestro per grave inquinamento ed infiltrazione mafiosa, il sistema dirigenziale regionale e’ sottoposto al vaglio della magistratura per gravi e ripetute irregolarita’ e falsificazioni. Tutto cio’ obbliga ad un’immediata riconversione del sistema, parzialmente in atto, ma a cui manca ancora una programmazione adeguata. Se possibile ancor peggio – ha sottolineato l’esponente PD – sta la depurazione delle acque, carente da ogni punto di vista e con impianti realizzati ma spesso neppure attivati. Conseguenza naturale lo sversamento in mare e nei fiumi, con rilevanti problemi sanitari e ambientali. Mentre sono rimasti nel cassetto i fondi europei e regionali messi a disposizione fino al 2013. Anche in questo campo pare esservi un cambio di logica politica che si affaccia. Il dato piu’ positivo arriva dalla demolizione degli ecomostri, a centinaia, particolarmente nei luoghi dell’archeologia agrigentina e sui litorali”. Insomma “un grande lavoro di pulizia necessario che sta lentamente prendendo piede ma che necessita di una forte accelerazione da parte delle Autorita’ preposte, invitate a lavorare in trasparenza e a lasciare definitivamente alle spalle timori e fallimenti”.

M5S “Il ciclo dei rifiuti in Sicilia non deve funzionare perché c’è chi deve lucrarci e chi deve costruirci consenso elettorale clientelare, come dimostra la bomba a orologeria degli ATO con almeno 800 milioni di euro di debiti insoluti. Il tutto, ovviamente, a spese della salute della cittadini e delle loro tasche”. Lapidario il giudizio sulle dinamiche della gestione dei rifiuti in Sicilia dei deputati M5S nazionali e regionali di Camera ed Ars su cui si sono accesi in questi giorni i fari delle commissione ispettiva bicamerale sulle ecomafie, che ha incontrato la commissione ispettiva sulle autorizzazioni delle discariche private predisposta per volontà dell’ex assessore regionale Niccolò Marino. “Le relazioni della commissione di indagine – afferma Claudia Mannino – dovrebbero essere rese pubbliche perché tutti i cittadini siano a conoscenza dei disastri ambientali che le sistematiche violazioni di legge hanno determinato. Sollecitiamo le Autorità giudiziarie, già informate dei fatti, ad accertare le responsabilità penale sia della vicenda degli inceneritori che di questi ‘anomali’ iter amministrativi, potrebbero esserci preoccupanti punti di contatto. Noi nell’ambito della nostra funzione di controllo politico-parlamentare abbiamo inoltrato formale denuncia alla Commissione Europea per la persistente e strutturale violazione delle normative europee in tema di discariche, autorizzazioni e valutazioni di impatto ambientale”.

http://www.ilfogliettone.it/44921-commissione-inchiesta-rifiuti-in-sicilia-il-sistema-dirigenziale-e-sottoposto-al-vaglio-della-magistratura-per-gravi-irregolarita

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